L’avvio della cosiddetta Fase 2 si fa sempre più concreto. L’auspicato ritorno alla normalità è però accompagnato da alcuni timori. Tra questi la paura legata all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, tra i principali luoghi di trasmissione del Coronavirus nei quali è difficile mantenere la distanza di sicurezza prevista dalle misure messe in campo del governo. La Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab) e altre associazioni nazionali, hanno inviato una lettera a Governo e Istituzioni per evidenziare il bisogno di potenziare forme di mobilità alternative all’auto.
Il potenziamento servirà a convogliare su questi mezzi tutte le persone che non useranno più, almeno all’inizio della ripresa, il trasporto pubblico. Così da scongiurare l’emergenza traffico, considerato che nella Repubblica popolare cinese è stata proprio l’automobile il mezzo privilegiato.
La lettera contiene alcune proposte, sintetizzate di seguito:
- realizzare nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft” per la mobilità attiva e la micromobilità utilizzabili anche all’utenza fragile. È sufficiente, suggeriscono le associazioni, realizzare corsie ciclabili con la sola segnaletica o promuovere l’intermodalità bici-Tpl;
- prevedere già nel prossimo Dpcm di aprile forme di finanziamento alla mobilità attiva, tra cui premialità e rimborsi chilometrici;
- mantenere le Ztl, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali per gestire il traffico ed evitare la paralisi circolatoria sarà importante;
- prediligere lo smart working tra i pendolari extra-urbani, la differenziazione degli orari di attività economiche e uffici, i sistemi di consegna a domicilio per contenere i picchi della mobilità lavorativa e commerciale;
- promuovere la mobilità attiva come più sicura rispetto alla mobilità tradizionale;
- istituire un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che porti avanti le misure descritte attraverso un Piano di mobilità di emergenza/transizione Covid-19;
- far circolare campagne informative nazionali per stimolare la mobilità attiva nell’ottica di recuperare uno stile di vita sano.
Misure a sostegno del trasporto pubblico
La commissione Bilancio del Senato ha approvato l’emendamento proposto da Giuseppe Vinella, il presidente dell’Associazione che rappresenta le aziende che operano nell’autotrasporto viaggiatori (Anav), in cui si prevede l’erogazione integrale dei corrispettivi e dei contributi di servizio agli operatori del trasporto pubblico. Un aiuto per le imprese “in fortissima crisi per il crollo della domanda e dei ricavi da traffico, contrattisi di oltre il 90% in questa fase”, commenta Vinella in una nota stampa.
L’emendamento prevede anche che: “non potranno essere applicate dai committenti decurtazioni del corrispettivo, sanzioni o penali di qualsiasi natura in ragione delle minori corse/percorrenze effettuate a decorrere dal 23 febbraio scorso e fino alla fine dell’anno”, nel rispetto delle singole clausole contrattuali.
L’approvazione in seconda lettura della Camera sarà “di grande importanza per il settore”, prosegue in nota Vinella, considerato il “difficilissimo momento per le nostre imprese di trasporto pubblico locale e di trasporto scolastico”.
Cosa accade nelle singole regioni
La pandemia di Covid-19 ha obbligato gli operatori del trasporto a ridurre i servizi essenziali e a cancellare le corse. A Milano si punta a contingentare gli ingressi nelle stazioni della metro, anche tramite i “tornelli intelligenti” per evitare che le persone si accalchino in banchina. Un’altra ipotesi è quella di limitare i posti a sedere sui mezzi così da garantire la distanza minima di un metro
Piemonte
Tra il 3 febbraio e il 29 marzo 2020 le persone che in Piemonte hanno preso i mezzi pubblici sono state il 62% in meno nei giorni feriali e l’89% in meno nei giorni festivi. Lo mostrano i dati raccolti ed elaborati dalla Centrale della mobilità gestita da 5T su richiesta della regione Piemonte e della città di Torino. Nello specifico, Torino ha registrato un calo del 60% del traffico cittadino nei giorni feriali e del 72% nei weekend. Sulla linea della metropolitana, il numero di validazioni giornaliere è diminuito dell’86% nei giorni feriali e del 91% nei fine settimana. Calo anche dei transiti nella Ztl Centrale, -61% nei giorni feriali e -76% nei giorni festivi, e degli spostamenti verso il capoluogo piemontese, dell’85% nei giorni lavorativi e del 95% nei fine settimana. Anche gli spostamenti interni tra le 8 province piemontesi sono diminuiti del 70-80%. Infine, quelli dalla Lombardia al Piemonte si sono dimezzati.
Il calo degli spostamenti colpisce qualsiasi mezzo di trasporto e conferma il rispetto delle misure fissate dal governo per limitare i contagi. Anche i flussi ciclistici sugli assi ciclabili di corso Francia, via Bertola, corso Castelfidardo, via Nizza e lungo Dora Siena mostrano una riduzione del 67% in settimana e del 73% nei giorni festivi. A incidere anche la chiusura dei poli universitari collocati strategicamente lungo alcune di queste piste ciclabili. I dati sono stati raccolti grazie ai sensori del progetto Handshake della città di Torino.
Liguria
I primi di aprile la Riviera trasporti, l’azienda che opera nel bacino di Imperia, ha avviato le procedure per la cassa integrazione dei dipendenti. L’accordo raggiunto coi sindacati, come dichiarato dal direttore Sandro Corrado al Secolo XIX, prevede anche la turnazione dei dipendenti e l’ampio ricorso a ferie e permessi accumulati per evitare di ridurre l’importo delle buste paga.
Campania
Anche l’azienda del trasporto pubblico di Napoli Anm ha comunicato con una nota stampa che a partire dal 6 aprile è scattata la cassa integrazione per i 569 dipendenti. La durata è di 9 settimane. A spingere la decisione il calo del fatturato, stimato in una perdita di almeno 4 milioni di euro al mese di ricavi per marzo, aprile e maggio. La limitazione degli spostamenti ha infatti ridotto drasticamente l’uso dei mezzi pubblici: il numero dei passeggeri è calato del 90%. La rimodulazione dell’offerta non è bastata. Nell’accordo definito con le principali sigle sindacali è prevista anche una riduzione media del 47% dell’orario di lavoro, diversificato in base al ruolo ricoperto e all’area di lavoro.
Lombardia
Il consiglio di amministrazione dell’Agenzia Tpl di Brescia ha comunicato ufficialmente di aver ottenuto la titolarità del servizio di trasporto pubblico nel comune lombardo. La delibera n.9/2020, che ha recepito l’analogo atto n.168 del 25 marzo 2020 emanato dalla giunta del Comune, ha finalizzato questo passaggio. La decisione è stata presa di comune accordo tra il Comune, l’Agenzia e l’Associazione temporanea di imprese che svolge i servizi di trasporto, di cui Brescia Trasporti è capofila. Dal comune di Brescia il servizio passa, dunque, all’Agenzia, che figura come “Ente affidante”. Il contratto ha valore dal 1° marzo. Il comune di Brescia continuerà a contribuire economicamente con circa 8,55 milioni di euro l’anno, pari a oltre il 30% del totale, per mantenere lo standard del servizio. A questi si aggiungono le risorse regionali e nazionali che ammontano a circa 17,6 milioni di euro l’anno.
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