Si è conclusa ieri 27 ottobre la decima edizione degli Stati Generali della green economy 2021, occasione di confronto sulla Cop 26 per il mondo istituzionale, dell’imprenditoria e civile.
“Gli Stati Generali della green economy”, ha sottolineato Edo Ronchi del Consiglio Nazionale della green economy, “hanno sperimentato una partecipazione superiore alle aspettative. Durante la due giorni si è registrato un clima nuovo e positivo. Questo vento a favore di un cambiamento in senso green è un’occasione da non perdere per mettere l’Italia su una strada virtuosa e per recuperare i suoi ritardi”.
Italia locomotiva della green economy europea
I temi al centro della decima edizione sono stati: decarbonizzazione, economia circolare e le risorse del Pnrr, nonché le nuove opportunità di innovazione e investimento, con uno sguardo rivolto ai prossimi dieci anni.
La roadmap dell’Italia
La roadmap proposta per i prossimi dieci anni dagli Stati generali prevede:
- Di approvare una legge per la protezione del clima per accelerare sulla neutralità climatica.
- Raddoppiare le rinnovabili dal 20 al 40% e tagliare il consumo di combustibili fossili del 40% al 2030.
- Valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del Pnrr. Semplificare le procedure End of waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati.
- Accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale.
- Sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura.
- Approvare la legge per la tutela del suolo.
- Recuperare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione per sostenere la transizione ecologica.
La fotografia dell’Italia
L’Italia, se recepisse il nuovo target europeo di riduzione del 55% al 2030, dovrebbe ridurre le proprie emissioni del 2,6% all’anno nei prossimi dieci anni. Nel 2020, gli eventi estremi in Italia sono stati quasi 1.300, nel 2011 non raggiungevano i 400.
Nel 2020 le rinnovabili elettriche in Italia sono cresciute solo di 1 TWh (+1%) e sono stati installati solo 800 MW di nuovi impianti. Per arrivare al target europeo, si dovrebbero installare almeno 6mila MW annui per i prossimi dieci anni.
L’Italia continua ad avere buone performance nell’economia circolare
Nel 2020, l’Italia si è classificata prima fra i cinque principali Paesi europei per produttività delle risorse con 3,7 €/kg (misurata in euro di Pil/kg di risorse consumate). Nel 2019 ha riciclato 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, ovvero il 51% dei rifiuti prodotti, seconda solo alla Germania. Per il tasso di utilizzo circolare dei materiali si colloca seconda dopo la Francia.
Crescono mobilità alternativa e biologico
La vendita di automobili diesel è calata del 33% nel 2020, anche quelle a benzina, in favore della mobilità alternativa: Gpl/metano, ibrido, elettrico (full electric e plug-in), che nel 2020, hanno rappresentato quasi il 30% del nuovo immatricolato.
L’agricoltura italiana conferma la crescita del biologico, che a inizio 2020 interessava circa 2 milioni di ettari, con il + 78,9% rispetto al 2010. L’Italia si conferma leader in Europa per numero di prodotti Dop, Igp, Stg. Negli ultimi dieci anni, la distribuzione di fertilizzanti è diminuita del -1,3%, quella di prodotti fitosanitari del -6,5 %.
Le note negative
L’Italia è il Paese europeo a prelevare la maggiore quantità di acqua dolce per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Inoltre, non ha raggiunto l’obiettivo di un soddisfacente stato di conservazione di habitat e specie stabiliti dalle direttive “Habitat e uccelli” ed è lontana dal target “buono” per i corpi idrici della direttiva quadro sulle acque, dove siamo fermi al 40%.
Gli impegni degli altri Stati
Gli Stati Uniti hanno annunciato una riduzione del 50-52% rispetto ai livelli del 2005 per il 2030 e zero netto per il 2050. Il Regno Unito prevede almeno il 68% di riduzione per il 2030 e, di recente, il nuovo obiettivo del 78% per il 2035 con la neutralità climatica al 2050. La Russia ha preso l’impegno di raggiungere il traguardo di zero emissioni nel 2060 e l’Australia ha annunciato l’impegno a zero emissioni al 2050. La Cina non ha assunto un impegno circostanziato di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 e dice di prevedere di raggiungere quota zero emissioni solo entro il 2060.
La due giorni si è tenuta alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group nell’ambito di Ecomondo, organizzata dal Consiglio nazionale della green economy, in collaborazione con il ministero della Transizione ecologica e della Commissione europea, con il supporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
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