Gli storage energetici sono l’anello mancante nella transizione energetica: solo grazie al loro sviluppo si potrà ottenere un sistema elettrico pienamente decarbonizzato in grado di sostenere la variabilità della generazione da fonti rinnovabili, anche in ottica di stagionalità. È la conclusione del rapporto elaborato dall’osservatorio Oir dal titolo “L’anello mancante: gli accumuli nella transizione energetica”.
Storage, prospettive di crescita in Europa e in Italia
Dall’analisi dei dati emerge come gli accumuli siano nella maggior parte dei Paesi europei alle prime fasi dello sviluppo, con l’eccezione dei pompaggi idroelettrici: nel 2020 la capacità di storage installata in Europa ammontava a circa 62,5 GW, composta per il 95,8% da pompaggi, per l’1,9% da accumuli termici, per l’1,8% da accumuli meccanici, per lo 0,4% da storage elettrochimico e per lo 0,03% da idrogeno. Riguardo ai pompaggi, in Europa, per il periodo 2021-2030 è prevista una crescita modesta della capacità pari a 7,1 GW. Per le batterie, invece, si prevede di assistere a un deciso incremento della capacità sia utility-scale che small-scale.
In particolare, le stime ritengono che la capacità di accumulo installata passerà dai 3 GW del 2021 ai 123 GW nel 2050, con una crescita del 13,7% medio annuo. Tale incremento riguarderà in misura maggiore gli impianti utility-scale almeno fino al 2045, con un aumento medio annuo del 14,6%, per poi assistere a un sorpasso delle batterie small-scale dal 2046 in poi, le quali cresceranno nel giro di quattro anni (2046-2050) di 20 GW.
In Italia, la capacità di accumulo complessiva al 2020 è di 7.133 MW, di cui circa la totalità di pompaggio idroelettrico, a fronte dello 0,8% di storage elettrochimico, 0,07% di accumulo termico e il restante 0,02% di idrogeno. Circa il 54,2% degli accumuli idroelettrici riguarda impianti puri, mentre il restante 45,8% impianti misti. Tali centrali, sviluppate prevalentemente tra il 1930 e il 1970, sono installate principalmente in Lombardia, Piemonte e Campania.
Le dinamiche di remunerazione per favorire la transizione energetica
I meccanismi di remunerazione sono strumenti fondamentali per lo sviluppo della capacità di accumulo necessaria a far fronte alle sfide dello sviluppo delle rinnovabili e della decarbonizzazione negli anni a venire. Il panorama di tali strumenti è fortemente variegato nei vari Paesi europei e riflette diversi orientamenti dei policy-maker locali rispetto alla necessità di incentivazione, alla remunerazione dei mercati dei servizi o della capacità.
Gli accumuli anello mancante della transizione energetica?
I sistemi di accumulo possono supportare la transizione energetica mediante alcune strategie: la loro integrazione con impianti utility-scale di generazione da fonti rinnovabili, l’integrazione con impianti di generazione distribuita in configurazioni residenziali e commerciali/industriali, la fornitura di servizi di accumulo in aree non interconnesse.
Le strategie di funzionamento e dei servizi erogabili al sistema elettrico includono:
- l’arbitraggio sul prezzo dell’energia, con immagazzinamento dell’energia nei momenti in cui il prezzo è basso e la sua erogazione nei momenti di picco dei prezzi;
- il supporto alla resilienza del sistema elettrico, stabilizzandone la volatilità (in aumento con l’installazione di nuovi impianti da rinnovabili;
- la gestione delle rampe giornaliere;
- la fornitura di servizi di riserva primaria, secondaria e terziaria;
- la risoluzione delle congestioni;
- il riavvio del sistema da blackout (black start);
- il differimento degli investimenti di rete.
Secondo gli analisti dell’osservatorio Oir, lo sviluppo degli impianti di accumulo sarà il risultato della combinazione di una serie di fattori imprescindibili: contesto normativo e regolatorio favorevole, adeguato e coerente, meccanismi di remunerazione efficaci, mercati efficienti e sviluppo tecnologico. A tal riguardo, “solo una politica e una leadership industriale attente a ciascuno di questi elementi potranno abilitare questo fondamentale tassello della rivoluzione energetica, per assicurare un contesto futuro capace di supportare un obiettivo di decarbonizzazione completa del sistema elettrico, e di sviluppo sempre più intenso e pervasivo delle fonti energetiche rinnovabili”, si legge a commento dei dati.
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