Per limitare le emissioni cittadine, convertire le tecnologie di riscaldamento in teleriscaldamento può permettere un grosso abbassamento di emissioni nei nuclei urbani, ma è una tecnologia spesso poco apprezzata e soprattutto esclusa da incentivi governativi.

Il collegamento storico con gli inceneritori dei rifiuti per l’alimentazione energetica con cui tale tecnologia si alimenta è forse lo scoglio più grande da superare. Eppure il teleriscaldamento di vantaggi ambientali ne ha molti come una riduzione media del 14% delle emissioni cittadine, e può alimentarsi anche con altre tecnologie. A cominciare dal calore di scarto dei distretti industriali, come con fonti rinnovabili. Una flessibilità di cui il Governo sembra essersi accorto. Come anticipa  nel corso dell’evento “Il futuro del teleriscaldamento in Italia” organizzato da AiruAssociazione italiana per il riscaldamento urbano Alessia Moranisottosegretario di stato per lo Sviluppo economico: “Sono all’ordine del giorno del Governo le valutazioni per inserire delle incentivazioni. Abbiamo il compito di completare il quadro normativo che oggettivamente è incompleto”. E rimarca “Considero che il teleriscaldamento sia una tematica rilevante per gli obiettivi ambientali che ci siamo posti. Credo ci saranno novità nelle prossime settimane”.

Una pianificazione e un mantenimento di regole coerenti che il settore aspetta per investire sul territorio, come dichiara Lorenzo Spadoni, presidente Airu “Gli associati sono pronti, a mettere a terra importanti investimenti che potrebbero essere liberati nel momento in cui queste condizioni tornassero e venissero implementate”. Una promessa di sviluppo che chiede strumenti per realizzarsi.

Guardare a città e tecnologie con una strategia politica

“Serve una strategia politica”, sottolinea Monica Tommasi presidente di Amici della terra. “L’ecobonus 110% rappresenta una interessante opportunità, ma ci sono anche altri strumenti validi che si possono applicare con successo come i certificati bianchi. Si può fare molto, senza sprecare denaro”.

Abbiamo elaborato e contribuito come Parlamento nelle commissioni competenti alle indicazioni del Governo rispetto del piano nazionale per la resilienza delle risorse europee” ricorda on. Chiara Braga, deputata PD commissione Ambiente Camera dei Deputati. La mia commissione, l’ottava, ha voluto mandare un segnale chiaro sul tema delle modifiche urbane che sono un elemento importante del concorso al raggiungimento obiettivi delle politiche sostenibili. Con una strategia nazionale delle aree urbane, che manca, in cui il tema energetico è fondamentale”.

L’on. Stefano Saglia, componente del collegio Arera, l’Autorità di regolazione per energia, ambienti e reti, ricorda come “è nostro compito creare le condizioni affinché i settori da noi regolati abbiamo un riferimento stabile. Abbiamo pubblicato un documento recente sulla regolazione della misura (riferito al calore per il settore del teleriscaldamento n.d.r.) e credo che il settore si sta attrezzando per darci tutte le risposte e renderlo più trasparente ed efficace”.

È importante guardare a un ragionamento più amplio in ottica di decarbonizzazione al 2050, come suggerisce l’on. Luca Squeri, deputato Forza Italia in commissione Attività produttive Camera dei Deputati: “Non solo teleriscaldamento, anche biomasse e bioenergie sono state escluse (dall’Ecobonus 110% n.d.r.)”. A differenza della strategia di altri paesi europei come Francia e Spagna.

“E’ in atto una grande trasformazione rispetto quello che sono le reti” sottolinea Luca Barberis, direttore direzione efficienza energetica e promozione dello sviluppo sostenibile del Gse, per cui anche il sistema del teleriscaldamento si presa ad essere flessibile e integrato tra produzioni energetiche differenti che lo rendono molto attuale.

Il ruolo dei cittadini per la trasformazione delle reti

È importante oltre alla strategia politica valorizzare il ruolo dei cittadini con “una maggiore informazione e formazione”, ricorda Luisa Crisigiovanni, segretario generale Altro Consumo. “Illustrando ai consumatori il ritorno del loro investimento e affiancarli nel processo di switch (passaggio da un fornitore a un altro)”. Attenzione per cui anche i cittadini chiedono secondo l’esperienza della Crisigiovanni: “una stabilità di incentivi e di quadro regolamentare”.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.