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Collari, etichette, pedometri in grado di monitorare gli spostamenti del bestiame e registrarne i parametri vitali. Sono solo alcuni esempi dell’applicazione nel settore lattiero-caseario di tecnologie wearable, ovvero dispositivi indossabili. Una testimonianza di come IoT e comparto agrifood siano due ambiti destinati a collaborare in maniera proficua favorendo, grazie a interventi tempestivi, la produttività e, al tempo stesso, il benessere degli animali. In particolare sono le stalle i luoghi che si collocano al primo posto in Italia nel processo di digital innovation legato ai dispositivi idossabili.

In Italia oltre 1 mln di dispositivi per il monitoraggio del bestiame

Se ci soffermiamo solo sull’Italia emerge come siano più di 1 milione i dispositivi wearable impiegati nel monitoraggio del bestiame. Numeri importanti che hanno portato il comparto a essere oggetto di numerosi studi. Tra questi anche l’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano. Da questa analisi emerge in particolare, come spiega in una nota il Direttore dell’osservatorio Filippo Renga, il fatto che “il lattiero caseario, insieme al vitivinicolo, sia tra i settori più innovativi in ambito Smart AgriFood. La sfida attuale è riuscire ad implementare soluzioni di filiera efficaci, in ottica europea”.

L’IoT nel futuro del caseario

Il ruolo chiave dell’IoT nella promozione del comparto è un tema caldo nelle riviste di settore. Maeve Cowley, Vicepresidente IDA Irlanda, agenzia governativa con la responsabilità di assicurare nuovi investimenti dall’estero nei settori manifatturiero e dei servizi commerciali internazionali, ha sottolineato come secondo una recente ricerca pubblicata sul Journal of Dairy Science si prevede un incremento significativo del consumo di latte entro il 2067. Una situazione che costringerà le mandrie di tutto il mondo a produrre circa 600 miliardi di chilogrammi di latte in più. In quest’ottica strumenti come le tecnologie wearable possono fornire un valido aiuto.

Le diverse applicazioni

Tanti sono i modi in cui dispositivi di questo tipo possono rendere più efficiente la gestione del bestiame. Ci sono sensori applicabili alla caviglia, alla coda o all’orecchio dell’animale e in grado di rilevare la temperatura corporea, capire quando la mucca è in calore, quando partorirà, quanto si muove e quanto mangia. Tutti questi dati sono poi trasmessi online agli allevatori che possono così avere a disposizione un quadro completo del loro allevamento. E’ addirittura possibile usare sensori per rilevare tempestivamente patologie come la mastite (l’infiammazione delle mammelle delle vacche) e la zoppìa, permettendo di intervenire per tempo e in modo più efficace.


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