Rfid

Le aziende che utilizzano la tecnologia in radiofrequenza Rfid per il tracciamento delle merci registrano un ritorno sull’investimento superiore al 10%, in aumento rispetto al 9.2% dei due anni precedenti. Lo rileva una recente ricerca di Accenture che illustra, in particolare, come i rivenditori di softline (abbigliamento, calzature, accessori, libri) sono già all’avanguardia nell’adozione di tali sistemi e stanno preparando il terreno per i rivenditori di generi alimentari e hardline (elettrodomestici, mobili, gioielli).

Questo cambiamento sarebbe innescato dalla maggior efficienza dei processi, un miglior tracciamento delle merci lungo tutta la supply chain e ad inventari sempre più accurati. Sono dati che anticipano una svolta interessante per il futuro del Rfid, legata anche all’evoluzione delle tecnologie digitali che permettono di gestire in modo efficiente le informazioni che inserite nei tag.

Rfid: l’evoluzione delle tecnologie digitali

Ogni etichetta può contenere un numero molto elevato di informazioni: oltre al codice seriale identificativo unico, che non può essere falsificato e che costituisce un sistema di identificazione univoco e non contraffabile, è disponibile una memoria che può essere arricchita automaticamente con tutte le informazioni legate al processo produttivo e di vendita per tracciare tutta la filiera, dal produttore al consumatore.

C’è il caso di un’azienda tailandese, specializzata nel confezionamento di carni per il mercato consumer la cui spinta ad utilizzare Rfid è nata durante l’emergenza sanitaria: “La pandemia, infatti, da un lato ha aumentato la richiesta di carne confezionata già pronta per il consumo, dall’altro ha aumentato i requisiti di sicurezza”, si legge nella nota stampa di Sato Italia. In questo caso il processo impostato prevede che il contenuto dell’etichetta Rfid, stampato sulla confezione, sia arricchito automaticamente con informazioni che nascono durante il confezionamento, ad esempio i dati identificativi dell’operatore addetto al packaging.

“L’utilizzo della tecnologia Rfid di Sato ha permesso di pianificare e ottimizzare la qualità e la capacità di produzione, oltre ad avere ottimizzato la gestione del magazzino in base alle scadenze. Inoltre, il know-how dell’azienda è stato utilizzato per creare tag speciali che possano essere usati per il cibo”, chiarisce la nota.

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Ottimizzare la gestione dell’inventario

Altro case study è quello di uno store di gioielli in Malaysia, nel qualel’utilizzo della tecnologia Rfid ha ottimizzato la gestione dell’inventario grazie a una maggior accuratezza e, soprattutto, alla velocità di lettura nettamente superiore: “La sostituzione del codice a barre con la tecnologia in radiofrequenza ha ridotto drasticamente il tempo dedicato all’inventario dopo la chiusura serale del negozio, con risparmi notevoli sul costo degli straordinari del personale. Ogni singolo vassoio di gioielli viene letto e inventariato in circa 20 secondi, invece dei 20 minuti necessari in precedenza”, si sottolinea nella nota stampa.

Anche un recente studio condotto dall’università di Leicester riporta che i rivenditori al dettaglio che utilizzano i tag Rfid possono aspettarsi un incremento delle vendite del 5,5%. Non solo, un sondaggio condotto tra vari rivenditori di abbigliamento e alimentari che utilizzano già una serie di sistemi Rfid su piccola e grande scala, ha evidenziato un aumento delle vendite tra 1,5% e 5,5% dopo la sua implementazione.

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