GRT Group e un gruppo di scienziati del Politecnico Federale di Losanna (EPFL) lanciano un’innovativa macchina integrata per lo storage di energia, che trasforma l’acido formico in idrogeno e, successivamente, in energia elettrica grazie a una pila a combustibile.
Stoccaggio sia nel domestico che nell’ambito industriale
Il progetto HYFORM-PEMFC, si legge in nota, servirà in particolare per l’immagazzinamento dell’eccedenza di energia rinnovabile prodotta, da riutilizzare quando le fonti non ne generano. Il sistema è pensato sia per l’ambito domestico che per quello industriale. La tecnologia del dispositivo è scalabile e quindi capace di soddisfare la richiesta energetica di impianti anche di taglia industriale.
“Si tratta di un’importante pietra miliare nel nostro piano strategico volto allo sviluppo di applicazioni di stoccaggio di energia”, ha commentato l’AD di GRT Group Luca Dal Fabbro. “GRT Group vuole sostenere la completa transizione verso fonti di energia rinnovabili, e di conseguenza affrontare la sfida globale della riduzione di emissioni di CO2”.
I vantaggi dell’acido formico
Il vantaggio dell’impianto sta, innanzitutto, nel fatto che da un litro di acido formico si possono ricavare, a condizioni normali, 590 litri di idrogeno. Inoltre, rispetto alle soluzioni che usano solo l’idrogeno, il trasporto è più facile, la sicurezza è maggiore e i costi operativi sono più bassi.
Oltre che per le zone con accesso limitato o nullo alla rete elettrica, il sistema di stoccaggio potrà essere utile anche per lo sviluppo di sistemi di trasporto di idrogeno.
HYFORM-PEMFC rappresenta una risposta al problema dello stoccaggio e trasporto dell’idrogeno in fase gassosa, che richiederebbe pressioni altissime, temperature molto basse e infrastrutture costose. L’acido formico, essendo un vettore di idrogeno e presentandosi liquido a temperatura ambiente, porta vantaggi facilmente deducibili per le questioni di cui sopra. Inoltre, è un composto che si può ottenere in abbondanza da fonti sostenibili. Per riestrarre in modo efficiente l’idrogeno dall’acido, che è una combinazione di H e CO2, entra in gioco uno specifico catalizzatore che facilita l’estrazione.
“Produrre l’acido formico in maniera sostenibile, utilizzando la CO2 come trasportatore di idrogeno, è estremamente importante”, sottolinea il Professore dell’EPFL Gabor Laurenczy. “La domanda mondiale di acido formico – prosegue il docente – sta crescendo, in particolare nel contesto delle energie rinnovabili. I vettori di idrogeno, e la loro produzione dalla CO2, tramite idrogenazione o da biomassa/rifiuti organici, sono notevolmente più sostenibili rispetto alle soluzioni esistenti.”
L’utilizzo dell’acido formico è già diffuso ampiamente in agricoltura e nell’industria del cuoio, della gomma, chimica, farmaceutica e alimentare.
La macchina nel dettaglio
Il dispositivo è composto da due parti: un reformer di idrogeno (HYFORM), che sfrutta appunto un catalizzatore, a base di reutenio, per estrarre l’idrogeno e una pila a combustibile a scambio protonico (PEMFC). Gli scienziati di Losanna stanno studiando catalizzatori a base di materiali più economici.
L’impianto è in grado di produrre 7.000 kWh all’anno, con una potenza nominale pari a 800 W, l’equivalente di circa 200 smartphone ricaricati in simultanea. L’efficienza elettrica raggiunge attualmente il 45%. Oltre a essere una macchina completamente ecologica, non necessita di manutenzione frequente e non richiede processi di desolforazione.
L’azienda ingegneristica nel prossimo futuro svilupperà anche un sistema completo e integrato di stoccaggio per l’energia rinnovabile, come il surplus di energia solare che si può avere d’estate, che sarà resa disponibile per produrre elettricità e calore nei mesi invernali.
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