Il crescente sviluppo delle rinnovabili ha reso sempre più rilevante il ruolo dei sistemi di storage. Il comparto attualmente è in una fase di non piena maturità, ma sono sempre più numerosi i progetti e gli studi dedicati al settore. Vediamone alcuni.
Il primo impianto di stoccaggio di energia criogenica nel Regno Unito
foto dal sito dell’azienda
Highview Power, azienda mondiale specializzata nella realizzazione di soluzioni di accumulo di energia di lunga durata, ha annunciato, in occasione del summit si Bloomberg NEF a Londra, la realizzazione del primo impianto commerciale di stoccaggio di energia criogenica del Regno Unito. Il sistema sfrutta l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili per raffreddare aria a -196 gradi e la trasforma in un liquido che viene conservato in grandi serbatoi di metallo. Nel momento in cui è necessario fornire elettricità, si può trasformare il liquido in un gas che viene impiegato da una turbina per generare elettricità senza emissioni.
Si tratta di un progetto pensato per supportare il percorso di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel settore industria, energia, calore e trasporti. “Siamo entusiasti di iniziare a lavorare al nostro primo progetto commerciale nel Regno Unito su vasta scala per diventare il più grande sistema di stoccaggio delle batterie in Europa e supportare la rete nazionale. Questo impianto CRYOBattery ™ fornirà i servizi essenziali necessari per aiutare a mantenere una rete stabile e affidabile“, ha affermato Javier Cavada, ad del gruppo.
Lo studio del Mit
Rimanendo in tema di storage, un studio del Mit – Massachussettes institute of technology, pubblicato sulla rivista scientifica Joule ad agosto, ha valutato i dati relativi alla produzione di energia rinnovabile negli Usa (solare fotovoltaico e / o eolico più accumulo) mettendoli in relazione con i dati in diacronia relativi alla domanda di energia, per accertare in quale momento il costo di stoccaggio delle energie rinnovabili potesse soddisfare in modo conveniente e coerente il 100 % della domanda. I ricercatori hanno scoperto che le tecnologie con costi al di sotto di 20 dollari per kWh diventeranno competitive quando si avrà un sistema 100% elettrico e rinnovabili.
In quel quella circostanza si verificherà una riduzione del 90% dei costi attuali. “È un grosso calo“, ha detto in una nota Jessika Trancik, professore associato di studi energetici al MIT e principale autore dell’articolo, “ma alcune tecnologie tendono a migliorare molto come abbiamo visto nel caso dei pannelli solari. “
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