Nel 2020 gli incentivi del Superbonus 110% ed Ecobonus hanno stimolato l’adozione di caldaie, termostati e condizionatori connessi per la gestione di riscaldamento e climatizzazione. La crescita delle vendite, a dispetto della pandemia, è stata del 15% con una fetta di mercato del 15% e vendite per 75 milioni di euro. In generale, il mercato della casa intelligente, smart home, è riuscito a contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria, registrando una lieve flessione del -5% rispetto al 2019.
Gli italiani conoscono la smart home
Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of things della school of Management del politecnico di Milano, presentata il 19 febbraio durante il convegno online “Stay at home, stay in a smart home: la casa intelligente alla prova del Covid”. Gli italiani, riporta lo studio, si rivelano tra gli utenti che hanno più familiarità con le tecnologie. Oltre due terzi dei consumatori hanno sentito parlare almeno una volta di casa intelligente. La percentuale di coloro che possiede almeno un oggetto sale al 43% e il 19% ha aumentato l’uso delle funzionalità smart.
L’attenzione alla privacy
La preoccupazione per la tutela dei propri dati diminuisce: solo il 45% degli utenti ne ha timore contro il 54% del 2019. L’esigenza di mantenere il controllo dei dispositivi connessi in casa resta alta e tocca quota 57%. Solo il 25% del campione affiderebbe la propria abitazione alla gestione autonoma da parte di oggetti che usano l’intelligenza artificiale.
Gli acquisti del 2020
Nel 2020 sono state le soluzioni per la sicurezza, come videocamere, sensori per porte e finestre e serrature connesse ad essere le più vendute, seppure in diminuzione rispetto al 2019. Per il consumatore la sicurezza è infatti la prima motivazione di acquisto di un oggetto connesso. Crescita ancora più decisa per gli smart home speaker, che agganciano le soluzioni per la sicurezza al primo posto ma sono poco usati per gestire altri oggetti smart in casa, e gli elettrodomestici, tra cui robot aspirapolvere e i purificatori d’aria, che hanno segnato un boom di vendite.
“Nel corso del 2020 i principali consorzi per l’interoperabilità hanno dato una spinta importante verso la standardizzazione delle tecnologie di integrazione, con lo sviluppo di specifiche e programmi di certificazione dedicati all’interoperabilità”, afferma in una nota stampa Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio. “Il gruppo di lavoro Connected home over IP (Chip) – guidato da ZigBee alliance e sostenuto dai grandi Ott Amazon, Apple e Google – ha avviato i lavori a gennaio 2020 pubblicando il codice sorgente per le prime implementazioni di riferimento per i dispositivi connessi e l’architettura che le soluzioni compatibili dovranno supportare per garantire l’interoperabilità fra i singoli device. Open connectivity foundation (Ocf) – consorzio guidato da Electrolux, LG, Qualcomm e Samsung – punta invece sulla standardizzazione della comunicazione tra i cloud dei produttori dei dispositivi, con l’obiettivo di garantire l’interoperabilità di device di produttori differenti, connessi ai rispettivi cloud.
Acquisti soprattutto online
Per motivi di sicurezza soprattutto, gli eRetailer hanno cavalcato il boom degli acquisti online: hanno toccato quota 180 milioni di euro, pari al 36% del mercato e con una crescita del 20%. Di contro, le vendite di telco, utility e assicurazioni sono diminuite, seppure l’anno di rilancio sul fronte delle nuove offerte integrate per la casa.
Il rallentamento del settore della smart home è stato evidente anche in altri paesi europei: in primo luogo Spagna, stabile a 420 milioni di euro, e Francia, 1,1 miliardi. Germania ,2,9 miliardi, +16%, e Regno Unito, 2,8 miliardi, +10%, invece hanno mantenuto una crescita significativa.
I trend per il 2021
Guardando al futuro, due i trend emersi nel rapporto: “In primo luogo, la progressiva servitizzazione, ossia il passaggio dalla vendita del solo hardware alla proposta di servizi aggiuntivi, come la possibilità di attivare un pronto intervento in caso di pericolo per gli anziani che vivono soli in casa. Il secondo è l’ingresso di nuovi attori in questo mercato, dai produttori di arredamento alla gdo, dal real estate ai produttori auto, allargando i confini della competizione”, afferma Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio.
L’edizione 2020-21 dell’Osservatorio Internet of things è realizzata in collaborazione con il Deib (Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria) e l’IoT lab e con il supporto di AlfaEvolution technology, Ariston thermo, Assolombarda, BTicino, Bva Doxa, Cogen, Connect reply, Data reply, Edison, EI towers – Nettrotter, Eni, Eolo, Ezviz – gruppo Hikvision, Fastweb, Gewiss, Hera luce, Homeero, Lavazza, Poste italiane, Seco, Signify, Solomio, Storm reply, Targa telematics, UniCredit, Vodafone Italia, Wattsdat; 1Nce, Artea.com, Brunata Zenner, Came, Ckh networks Italia, Gruppo scai, GS1 Italy, Helvetia Italia assicurazioni, Ivar, Live protection, Menowatt ge, Midori, MM, Nital – Hinnovation, Resideo technologies, Riello ups, Samsung electronics, Sara assicurazioni, Sia, Silthenia, Siram veolia, Software ag, Somfy Italia, Tim, UL, Valtellina, Vimar.
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