Gli edifici smart possono rappresentare un’opportunità efficace di riduzione degli sprechi energetici e idrici per gli edifici. Secondo il rapporto strategico della Community smart building di The European House Ambrosetti (TEHA), diffuso oggi 7 maggio a Roma, emerge come grazie agli edifici smart sarebbe possibile una riduzione del 33% dei consumi energetici e del 5% dei consumi idrici con un risparmio pari a 17-19 milioni all’anno. Una sfida importante che si intreccia inevitabilmente con la Direttiva Case green.
Un sistema industriale integrato
Un lavoro quello dello smart building che trova un sostrato già presente e attivo. Difatti la filiera industriale estesa c’è e rappresenta un significativo valore economico e occupazionale nel sistema Paese come ha anche sottolineato la dirigente del ministero del Made in Italy D’Alessandro. Ma per quanto la filiera ci sia e le opportunità anche manca qualcosa per far si che si raggiungano davvero gli obiettivi di sostenibilità perchè agli attuali trend secondo lo studio TEHA non si raggiungeranno gli obiettivi di decarbonizzazione.
I cardini dello sviluppo di una strategia di edifici smart sono, secondo il lavoro di TEHA, “Efficienza; salute e benessere; connettività e neutralità tecnologica”. Per questo la proposta che emerge dalla giornata è una revisione del sistema incentivi, la realizzazione di un libretto di impianto smart della casa. Utile anche potenziare la formazione sulla filiera dello smart building e aumentare la comunicazione e la partnership pubblico privata.
“Investire in queste tecnologie ha un ritorno positivo. Stimiamo un 20 miliardi di euro all’anno positivi netti. Quindi un doppio vantaggio: ambientale ed economico” spiega a margine del convegno Lorenzo Tavazzi, senior partner The European House Ambrosetti (nel video il commento completo).
Ma cosa sono gli edifici intelligenti?
Di fatto manca una definizione univoca a cui TEHA prova a dare una risposta:
“Un hub di servizi automatizzati real time e adattivi, integrabili con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili, che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche dei costi di realizzazione e gestione e massimizzazione del well being e della sicurezza degli individui”.
Efficienza e confort questo è l’obiettivo di implementare delle tecnologie smart in un edificio. Ma serve una definizione che definisca il percorso necessario per l’ottimizzazione delle risorse edilizie come indica anche Antonella D’Alessandro DG della Divisione X, Sistema casa, industria delle costruzioni, filiera del bianco del ministero del Made in Italy che sottolinea come “Il rinnovo all’interno del Ministero indica come il settore delle costruzioni sia un comparto strategico trainante del nostro Paese. A questo si aggiungono anche il settore del bianco, della domotica e del legno”.
La Dirigente rimarca inoltre come sia importante differenziare il “concetto di costruzione e quello di edilizia” e per agire al meglio è necessario “un coordinamento tra le istituzioni con una interoperabilità e inter istituzionalità”. Infine sottolinea la necessità di affrontare questa sfida con un “avvicinamento delle imprese alle certificazioni accreditate”.
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Il ruolo dell’innovazione
“Secondo noi il settore dell’edilizia manca un pò di innovazione” stuzzica il parterre Ilaria Bertini direttore dipartimento Unità per l’Efficienza energetica dell’ENEA, sottolineando come per quanto manchi una filiera e siano stati anni complessi di crisi serve anche innovare. “Su questo abbiamo lanciato un progetto di ricerca ‘Officio’ che si basa sulla realizzazione di una filiera che possa promuovere l’off side constructions. Si tratta la organizzazione di una riqualificazione di un edificio attraverso dei moduli che prevedendo una riduzione del cantiere sul posto.” A questo la Bertini evidenzia come sia necessario che la transizione energetica non possa avvenire “in trasparenza all’utente. Perchè sarà colui che dovrà scegliere se fare un investimento o meno per rendere la casa più green. Dobbiamo convincerli che si tratta di un investimento importante che ritorna sotto il profilo economico e ambientale”.
La rigenerazione dei territori in ottica smart:
il caso di Varese
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