Con una costante riduzione della disponibilità di risorse idriche in Italia, contrastare il fenomeno della dispersione idrica, che riguarda un terzo dell’acqua immessa nelle rete di distribuzione nazionale, rappresenta un imperativo. Un valido aiuto potrebbe arrivare da uno studio del Politecnico di Milano, pubblicato a luglio sulla rivista internazionale Sensors.
L’analisi del Dipartimento di Ingegneria
I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale hanno sperimentato con successo l’uso di sensori distribuiti in fibra ottica (DFOS), la stessa che porta internet nelle nostre case, per il monitoraggio delle reti idriche su lunghe distanze. Avvolgendo il cavo sensore sulla superficie esterna delle tubazioni in polietilene ad alta densità (HDPE), oggi fra le più diffuse, gli ingegneri hanno verificato la capacità di rilevare deformazioni legate ad anomalie di pressione.
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Le due fasi della sperimentazione
“Nella prima fase della sperimentazione, abbiamo valutato la sensibilità del layout sensoristico su una tubazione in HDPE sollecitata con pressione statica. Superata positivamente questa prima fase, ci siamo quindi concentrati sul rilevamento dell’anomalia di pressione prodotta da una perdita in un circuito di tubazioni con acqua corrente”, spiegano i ricercatori, Manuel Bertulessi, Daniele Fabrizio Bignami, Ilaria Boschini, Marina Longoni, Giovanni Menduni e Jacopo Morosi.
“I risultati ottenuti hanno restituito complessivamente un riscontro positivo sull’uso dei DFOS, confermando la possibilità di identificare e localizzare perdite idriche anche molto contenute”.
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Nel futuro, la tecnologia sperimentata verrà ulteriormente sviluppata verso una produzione a livello industriale di tubi in HDPE “nativamente intelligenti”, in cui i DFOS siano integrati nella superficie della condotta durante il processo di estrusione.
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