Il comune di Sardara punta a ridurre i consumi energetici degli edifici, a produrre energia da fonti rinnovabili e a efficientare strutture e impianti. Per questo ha ricevuto, in qualità di comune sotto i 5000 abitanti, il premio A+CoM 2014 indetto da Alleanza per il clima e Kyoto club per il miglior Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes). Ne parliamo con Carlo Usai, ingegnere della piattaforma energie rinnovabili Sardegna ricerche.
Quali sono stati i punti forza che vi hanno consentito di vincere il premio A+CoM 2014?
L’obiettivo che si prefissa il comune di Sardara è quello di realizzare 29 azioni, dirette o indirette, che consentano di ridurre di circa il 23% le emissioni di anidride carbonica contabilizzate nel 2006.
Con il Paes l’amministrazione ha scelto di pianificare un’ampia gamma di arttività di razionalizzazione dei propri consumi. Le azioni che si intendono perseguire ruotano intorno ai seguenti assi strategici:
– Valorizzare le risorse del paese (ambientali, storico-artistico culturali, sociali) lavorando perché si creino le condizioni di attrattività con cui imprese, attività economiche e occupazione locale possano crescere.
– Favorire la competitività delle imprese attraverso la riduzione dei costi energetici che oggi rappresentano una voce di spesa rilevante nel bilancio aziendale; ciò consentirebbe anche lo stanziamento delle imprese nell’area per gli insediamenti produttivi già individuata dal Comune;
– Inaugurare una nuova politica per la casa nel centro abitato favorendo la riqualificazione, anche in chiave energetica, dell’esistente attraverso l’adeguamento degli strumenti urbanistici e dell’impianto normativo;
– Potenziare il ruolo del settore turistico nell’economia del Paese valorizzando e rilanciando il compendio termale in chiave sostenibile e ampliando l’offerta con nuove forme di turismo quali, per esempio, quelle “rurali” e “all’aria aperta”;
– Incentivare forme di mobilità sostenibile valorizzando il settore e sfruttando la conformazione territoriale particolarmente favorevole a forme di mobilità alternative a quelle tradizionali.
L’arco temporale prefissato dall’amministrazione per concludere tutte queste attività è il 2020. Ad oggi è stata completata la realizzazione dell’area di sosta ecosostenibile per i camper. Il prossimo passo è quello di realizzare un’infrastruttura di connettività Wi-Fi a banda larga dopo aver verificato che il potenziale numero di utenti fruitori del servizio sia appetibile in termini di business per le società di comunicazione.
Il vero lavoro inizia adesso, ma come trovare i fondi utili per finanziarlo?
L’amministrazione comunale intende accedere a molteplici fonti di finanziamento per la realizzazione delle opere, partendo in primo luogo dalle risorse messe a disposizione dai fondi strutturali dell’Unione europea gestiti direttamente dalla regione Sardegna. Pertanto attingeremo sia alla coda del settennato appena trascorso (2007-2013), sia a quello che si aprirà nel prossimo semestre (2014-2020), il quale destinerà importanti risorse al settore energetico per incentivare il risparmio e la produzione da rinnovabili.
A questi fondi si aggiungono ovviamente le risorse nazionali, mirate a progetti specifici, e le risorse locali, purtroppo scarse e soggette a vincoli stringenti sull’ammissibilità delle spese per investimenti. Chiude il cerchio delle potenziali linee di finanziamento e incentivazione pubblica la partecipazione, ormai obbligata, a progetti finanziati dalla Comunità europea.
In ultimo, esistono risorse potenziali che possono arrivare da partner industriali privati attraverso il ricorso a soluzioni di partenariato pubblico privato (PPP) ed Esco, con le quali la corretta riuscita dell’opera viene assicurata dal privato che ha tutto l’interesse a realizzare opere e impianti che rispettino standard elevati.
Queste attività sono facilmente esportabili anche in altri comuni?
Il percorso intrapreso dall’amministrazione di Sardara con la redazione del Paes e la successiva approvazione da parte del Patto dei Sindaci è comune ad oltre 5.000 realtà urbane in tutta Europa, specialmente in Italia e Spagna. Le azioni che si vorrebbero realizzare sono potenzialmente replicabili in altri contesti nazionali: occorre precedentemente effettuare una contestualizzazione di tipo territoriale, sociale, culturale con le diverse realtà di respiro nazionale analoghe per numero di abitanti. Inoltre, l’attività di collaborazione, affiancamento e supporto da parte di Sardegna Ricerche, ente pubblico regionale per lo sviluppo tecnologico, può costituire un importante collegamento con altri poli urbani sia nel panorama regionale che extra regionale.
Secondo lei, anche i cittadini sono pronti a diventare “smart”?
Sardara Smart City è un obiettivo sfidante, ma non utopistico. La lungimiranza degli amministratori dovrà favorire la nascita di una generazione digitale che consenta anche di circoscrivere e prevenire fenomeni di emarginazione sociale e culturale.
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