Recuperare il carbonio per utilizzarlo in prodotti sintetici: combustibili, materiali e sostanze chimiche per la fertilizzazione del suolo, l’alimentazione degli animali e la cura della persona. Con l’obiettivo di stimolare modelli di sviluppo e innovazione tecnologica ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ambientale, nasce la nuova infrastruttura di ricerca congiunta CO2 Circle Lab–Ccl del politecnico di Torino e dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit).
Recupero del carbonio per prodotti sintetici: a Torino il CO2 Circle Lab
Per stimolare il recupero del carbonio in modo sostenibile, il CO2 Circle Lab sfrutterà quattro processi – elettrolichimico, termochimico, fotochimico e biologico. In tutti casi sarà prodotto idrogeno, partner chimico del carbonio, e saranno sfruttati sistemi di accumulo e riutilizzo del carbonio.
“Il tema del riuso della CO2, poi, costituisce per il nostro Ateneo un’area di sviluppo di nuova ricerca e di attrazione imprenditoriale, nel quale abbiamo già a disposizione competenze all’avanguardia, che potranno accrescersi anche grazie al CO2 Circle Lab”, afferma in una nota stampa il rettore del Politecnico Guido Saracco. Nell’ottica di “creare un solido sistema di ricerca integrata sul nostro territorio”.
Il Ccl mette a disposizione servizi per le imprese, con un occhio di riguardo alle pmi del territorio piemontese, e altri centri di ricerca. “Infrastrutture come questa sono fondamentali per avviare un concreto processo di transizione ecologica”, aggiunge il direttore scientifico di Iit Giorgio Metta.
L’infrastruttura è finanziata dal politecnico di Torino, dall’Istituto italiano di tecnologia e dalle risorse del del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), in particolare il bando infra-P della regione Piemonte. I laboratori e le attrezzature sono distribuiti tra il Politecnico, l’Energy Center e l’Environment Park, sede anche del Centro di ricerca dell’Iit a Torino. “Mentre quindi altri territori devono ancora partire su questi temi, noi possiamo già contare su un’infrastruttura reale e funzionante, che sarà un hub di ricerca e di eccellenza e che rappresenta solo un primo tassello del nuovo ecosistema dell’innovazione piemontese, destinato a delineare i prossimi decenni di sviluppo”, rimarca l’assessore all’Innovazione e Ricerca della regione Piemonte Matteo Marnati.
Una risposta, quella piemontese, alla richiesta di sviluppo e innovazione tecnologica di modelli produttivi ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ecologica.
Nuovi servizi per la mobilità verticale in città
Torino vanta anche un altro importante primato: è la sede del Digital Twin dedicato alla mobilità area urbana (Urban air mobility-Uam). Si tratta di un progetto di simulazione avanzata dedicato ai servizi per la mobilità verticale che consente, prima volta per il trasporto aereo, di testare un nuovo sistema usando strumenti per la simulazione dell’impatto sul territorio, partendo da risvolti urbanistici e non solo tecnici.
A promuoverlo SkyGate, forte dell’esperienza maturata dalla società partecipata DigiSky di ingegneria e servizi aeronautici, Enav, Torino Airport e – di nuovo – il politecnico di Torino attraverso i dipartimenti di Ingegneria aeronautica e spaziale e The Future Urban Legacy Lab, il laboratorio Full. “La mobilità verticale urbana può sembrare oggi un concetto ancora futuribile, ma è invece una tecnologia a un passo dal fare il suo ingresso nelle nostre città” spiega in una nota stampa Matteo Robiglio, coordinatore del centro di ricerca interdipartimentale Full.
I promotori vogliono capire “a quale domanda di mobilità stiamo rispondendo, in quali nodi urbani ci innesteremo, con che relazione con le infrastrutture esistenti e con quali nuove infrastrutture, e infine, con quale grado di integrazione con le forme di mobilità urbana e metropolitana che già conosciamo”, precisa Robiglio. L’unico modo per riuscirci è “dotarsi di strumenti di analisi, visioning e simulazione, costruiti con attenzione al rapporto mai scontato tra tecnologie, città e società”.
Nel simulatore virtuale sarà testato il prototipo di un hub aeroportuale tradizionale integrato con il traffico della urban air mobility. Saranno simulate anche le meccaniche del volo e i profili prestazionali degli electric vertical takeoff and landing vehicles, gli eVTL. Si punterà all’elaborazione di un modello dinamico in 3D capace di comprendere le esigenze di spostamento all’interno di un’area urbana e di definire la localizzazione dei vertiporti.
La prima sperimentazione è in corso nell’aeroporto di Caselle. “Intendiamo offrire alla città di Torino uno dei primi servizi integrati di mobilità verticale per sfruttare i collegamenti aerei di corto e medio raggio abbinati al servizio di aerotaxi urbano”, conclude Lorenzo Gussman, operations, development and maintenance director di Sagat, gestore dell’aeroporto.
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