Il monitoraggio dell’inquinamento delle acque reflue è un tema caldo per scoprire e limitare danni ambientali sull’oro blu del Pianeta. La multiutility gruppo Hera insieme all’azienda israeliana Kando lo sta affrontando utilizzando la tecnologia dell’Internet of things (Iot) su un sistema intelligente di centraline locate nei punti strategici della rete. Il sistema può individuare istantaneamente la presenza di eventuali sostanze inquinanti ed è in grado di fornire informazioni utili per la localizzazione della fonte di provenienza. Le analisi sono partite dalla concentrazione di alcuni parametri negli scarichi dannosi da cui si effettueranno i prelievi.
Franco Fogacci, direttore acqua del gruppo Hera, spiega l’importanza dell’accordo: “Per garantire un sistema di trattamento delle acque reflue efficiente e affidabile è necessario fare leva su due fattori fondamentali: innovazione e sostenibilità. Sono questi i perni su cui da sempre ruota l’attività del gruppo Hera. L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, supportato da importanti investimenti (il nostro Piano industriale al 2023 ne prevede per circa 830 milioni di euro solo nel settore idrico) fanno della nostra esperienza di lavoro quotidiano una continua ricerca di salvaguardia della risorsa e della salute di cittadini e territorio”.
La genesi del progetto del monitoraggio inquinamento acque reflue
L’esperimento è cominciato sei mesi fa a Castelnuovo Rangone (MO), sfruttando il sistema Ews (acronimo di Early warning system), che ha portato una riduzione del 50% di inquinanti significativi e la riduzione del consumo di energia. Questo strumento è stato provato per la prima volta in Italia dalla multiutility bolognese e rappresenta un momento importante perché le acque, una volta depurate, vengono immesse nei fiumi e in mare: gestire accuratamente la qualità di questi scarichi si riflette nel benessere di persone e nella tutela dell’ambiente.
Gli sviluppi nei prossimi anni
I risultati positivi risultanti dalla sperimentazione hanno spinto Hera a concludere con l’azienda israeliana un accordo triennale per sfruttare il sistema all’interno del perimetro di attività dell’impresa bolognese, che comprende circa 1.900 chilometri di rete fognaria.
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