Il bonus mobilità ha fatto esplodere la “mobilità dolce” con un boom di vendite di biciclette del 60% a metà anno 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Legambiente con il suo rapporto “Covid Lanes” ci dice che, gli spostamenti in bici nell’ultimo anno sono aumentati del 27,5% e sono stati guadagnati circa 200 km in più di piste ciclabili.
Quindi, probabilmente anche complice la pandemia, la popolazione italiana è finalmente pronta ad attuare questa transizione verso le la mobilità ciclistica. Stavolta, anche la normativa è sulla stessa lunghezza d’onda, infatti con il decreto Rilancio e il decreto Semplificazioni sono state introdotte delle misure che favoriscono la mobilità ciclistica.
Le nuove norme del Codice della Strada in materia sono applicabili in modo immediato in quanto inserite in provvedimenti di legge urgenti e non è dunque necessario attendere altri regolamenti, come confermato anche dal prof. Catalano del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
Le novità riguardano: corsia ciclabile, corsia ciclabile per il doppio senso ciclabile, casa avanzata, uso ciclabile di corsie preferenziali, zona scolastica, strada urbana ciclabile E-bis.
Il vademecum della Fiab
La Fiab-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha presentato il 24 marzo ai sindaci e assessori alla mobilità dei 140 comuni della rete, un vademecum dal titolo: “Dare strada alle biciclette. I nuovi provvedimenti del Codice della Strada per favorire la sicurezza ciclabile”, proprio per aiutare le amministrazioni che vogliono letteralmente “cambiare di passo”, a passare ad una mobilità sostenibile. Nel vademecum sono presenti anche dei suggerimenti su come, attraverso semplici interventi di segnaletica orizzontale e verticale, si debba perseguire la realizzazione di una rete ciclabile adeguata e sicura. Il vademecum è molto chiaro e facilmente fruibile, grazie a delle schede illustrate che si rendono facilmente comprensibili.
Ovviamente, i provvedimenti presenti all’interno della pubblicazione non vanno a sostituirsi alle precedenti modalità di realizzazione delle piste ciclabili, ma si ispirano casomai alla normativa e cultura nordeuropea della pista ciclabile.
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