In seguito alle regole anti-Covid è cresciuta la ciclabilitá, l’utilizzo del monopattino in sharing e, ha continuato a ridursi il trasporto collettivo. L’automobile rimane protagonista, ma non ai livelli pre-Covid.
Questi alcuni dei temi affrontati dal Rapporto “MobilitAria 2022”, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), in collaborazione con Isfort, nell’ambito della campagna europea “Clean cities”, che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria del 2021, in 14 città metropolitane italiane.
L’andamento delle emissioni
Le diverse città metropolitane registrano un diverso andamento delle emissioni, infatti mentre in alcuni centri la tendenza è decrescente, in altre è crescente, come per la città metropolitana di Bologna che ha avuto una crescita del +30% nell’ultimo decennio.
I gas serra nei trasporti
Dal 1990 al 2019, i gas serra nei trasporti sono cresciuti del 3,9% per le 14 città metropolitane, dove si evidenzia il peso di quelli stradali, mediamente tra il 30% e il 60%, di cui l’automobile ne determina almeno i due terzi.
Nel 2019, hanno contribuito maggiormente alle emissioni di CO2 i trasporti su strada, in una percentuale tra il 58% e il 78%, rispetto alle emissioni totali dei trasporti. Il contributo medio nelle città metropolitane derivato dai veicoli commerciali leggeri è pari al 10%, quello dei veicoli commerciali pesanti al 17%, mentre per i ciclomotori e motocicli è pari al 3%.
Le città con i valori più alti sono: Bologna (2.383 kg/anno) e Firenze (2.055 kg/anno), a cui seguono Venezia (1.953 kg/anno) e Genova (1.883 kg/anno), perché nelle loro aree metropolitane impatta il comparto merci.
Le concentrazioni degli inquinanti
Quasi tutte le città registrano una crescita delle concentrazioni di NO2 rispetto all’anno 2020, mentre per il Pm10 e il Pm2.5 si assiste ad un miglioramento per la metà delle città analizzate.
Nell’arco di un anno, diverse città superano più di 35 volte il limite giornaliero di PM10. La situazione più critica è nella città di Torino, dove si sono avuti 75 superamenti, seguono Milano con 61 e Venezia con 50, a cui si aggiunge quest’anno Catania con 50.
L’Oms ha pubblicato delle linee guida sulla qualità dell’aria e annesse raccomandazioni sui principali inquinanti atmosferici e sui valori da non superare per preservare la salute umana.
Il Cnr-Iia, nel rapporto, fa un confronto dei valori medi registrati nel 2021 per biossido di azoto e particolato atmosferico, evidenziando una significativa distanza delle attuali concentrazioni con i valori raccomandati dall’Oms.
Sostanzialmente, nessuna delle città analizzate è in linea con i parametri dell’Organizzazione.
Il direttore di Cnr-Iia, Francesco Petracchini dichiara: “Dall’analisi dei dati emerge l’importante peso delle emissioni del settore dei trasporti su strada in ambito metropolitano. Si rilevano ancora criticità sia sui livelli di inquinamento che delle emissioni, in particolare di CO2, nelle 14 città metropolitane. Il percorso per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti è stato intrapreso ma le politiche da attuare a livello nazionale dovranno essere ambiziose e di lungo periodo”.
Lo stato della mobilità urbana
Lo studio analizza i provvedimenti intrapresi dalle amministrazioni comunali delle 14 città metropolitane italiane nel 2021. Per quanto riguarda i Pums, si notano significativi passi in avanti per la loro approvazione.
Potenziate le reti ciclabili
Grazie ai fondi del Ministero delle mobilità sostenibili, il rapporto evidenzia un potenziamento delle reti ciclabili, di cui sono casi virtuosi Roma (+ 69 km), Genova (+ 29 km), Torino (+17 km), Bologna (+ 12 km) e Cagliari (+11 km).
La micromobilità elettrica
Fa ingresso la micromobilità in città precedentemente carenti di questa modalità di spostamento, come ad esempio Catania (con tre operatori e una flotta di 1000 mezzi) e Palermo (con 3500 mezzi in flotta e ben sette operatori). Milano aumenta la sua flotta da 3750 mezzi a 5250, Torino da 3500 a 4500, Napoli da 1050 a 1800, Bari da 1000 a 1500.
Milano è sicuramente la città più virtuosa per quanto riguarda il bike sharing, con quasi 17mila bici, segue Roma con 9700, Torino con 5300, Firenze con 4000 e Bologna con 2500.
Per quanto riguarda il car sharing, Roma si colloca al primo posto con 2153 auto, Milano con 2118 e Torino con 880. Milano è al primo posto anche per la mobilità condivisa degli scooter (4.352 pezzi in flotta) seguita dalla Capitale con 3400.
La composizione del parco circolante
Le auto a gasolio sono in diminuzione, mentre crescono le autovetture elettriche e ibride. Roma si colloca al primo posto con 99931 ibride e 10805 elettriche, segue Milano (86147 e 7509), Torino (47470 e 5263), Firenze (41735 e 7292) e Bologna (29268 e 2157).
Il rapporto contiene anche due focus europei, uno di T&E Italia che approfondisce la strategia europea per la decarbonizzazione dei trasporti nel recente Green Deal della Commissione Europea; il secondo, legato alla Campagna europea “Clean Cities”, con un interessante city ranking tra 36 grandi città europee, in cui sono comprese quattro città italiane: Milano, Torino, Roma e Napoli.
Le misure da adottare per il futuro
Cambiamenti strutturali e innovazione sono la chiave per accelerare la decarbonizzazione, secondo i principi “Avoid, shift, improve”, da attuare attraverso l’adozione di alcune misure.
Secondo Kyoto Club e Cnr-Iia, tra queste: la “cura del ferro”, potenziare il trasporto collettivo di massa attraverso nuore reti tranviarie, investire sulle reti ciclabili, rafforzando la sharing mobility e puntando sull’integrazione modale.
Inoltre, elettrificare la mobilità, riorganizzare il lavoro della pubblica amministrazione e del settore privato con lo smart working e la differenziazione degli orari.
Per raggiungere questi obiettivi, secondo Kyoto Club e Cnr-Iia, servono strumenti strategici come: l’approvazione di un nuovo Codice della strada, l’aggiornamento del Piano nazionale energia e clima per lo sviluppo della mobilita elettrica e delle energie rinnovabili ed emanare nuove Linee guida omogenee per la redazione ed aggiornamento dei Piani regionali per la qualità ed il risanamento dell’aria. Infine, accelerare l’attuazione del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, incluso tra gli obiettivi strategici del Pnrr.
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