Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, di concerto con il collega per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato oggi il decreto che chiarisce le funzioni del mobility manager e l’obbligo di stesura del Piano degli spostamenti casa lavoro.
Innanzitutto, distingue tra il mobility manager aziendale, figura specializzata nell’analisi e nella promozione di alternative più sostenibili a quelle più usuali per gli spostamenti casa-lavoro, e il mobility manager d’area, nominato da un comune per definire e implementare politiche di mobilità sostenibile e per confrontarsi con quelli aziendali. Entrambe queste figure, sottolinea una nota stampa, dovranno dimostrare di possedere “un’elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente”.
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La norma prevede che le imprese con oltre 100 dipendenti e sede in un capoluogo di regione o di provincia, città metropolitana, comune con oltre 50mila residenti redigano entro il 31 dicembre di ogni anno un Piano degli spostamenti casa lavoro (Pscl), strumento di pianificazione degli spostamenti sistematici casa-lavoro dei dipendenti. La stesura resta volontaria per le aziende che non sono obbligate per legge. Ai comuni più virtuosi, che presenteranno un progetto derivante dall’integrazione e dal coordinamento di più Pscl, il Mite o il Mims – o entrambi congiuntamente – potranno ricevere una premialità “nell’ambito dei programmi di finanziamento per la realizzazione di interventi di mobilità sostenibile”.
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