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settore automobilistico, in materia di sostenibilità ambientale, ha davanti a sé obiettivi altamente sfidanti entro il 2030, ovvero: il taglio delle emissioni di CO2 del 55%, previsto dal recente pacchetto europeo “Fit for 55”, e il target che si è posto il Governo italiano con il Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), di raggiungere la quota di 6 milioni di veicoli elettrici.
Su come soddisfare al meglio la crescente richiesta di ricarica per l’e-mobility – con le soluzioni offerte dalle attuali tecnologie on-grid, come le colonnine fisse, e altri servizi off-grid di stazioni mobili – si sono confrontati rappresentanti delle istituzioni, di imprese e associazioni all’evento “E-mobility: le sfide del settore per una ricarica elettrica di prossimità Analisi costi-benefici tra tecnologia di ricarica on-grid e off-grid” che si è svolto in diretta streaming ieri, 20 luglio.
Il dibattito si è sviluppato attorno ai risultati dell’omonimo studio realizzato dal gruppo di ricerca Energy&Strategy – Politecnico di Milano per E-GAP, operatore di ricarica mobile, on-demand e sostenibile per auto elettriche in Europa.
Le soluzioni per la ricarica dei veicoli elettrici: la comparazione delle tecnologie on-grid e off-grid
I risultati dello studio sono stati presentati da Vittorio Chiesa, direttore scientifico dell’Energy & Strategy, Politecnico di Milano.
La principale differenza tra le soluzioni di ricarica on-grid rispetto a quelle off-grid risiede nella gestione delle due fasi necessarie alla ricarica dei veicoli, quella cioè di prelievo dell’energia dalla rete (o di produzione autonoma della stessa) e quella di trasferimento dell’energia alla batteria del veicolo.
Nelle soluzioni on-grid, il luogo e il momento del prelievo di energia elettrica dalla rete e quello di fornitura della ricarica al veicolo coincidono; mentre, le tecnologie off-grid prevedono diverse soluzioni, al fine di svincolare il momento in cui avvengono le due fasi.
Anche se le soluzioni on-grid sono quelle oggi dominanti, portano con sé tutta una serie di criticità, che lo studio individua nei costi aggiuntivi per un’alta potenza di ricarica, nei casi di richiesta di allaccio alla rete; la poca flessibilità rispetto all’evoluzione della tecnologia delle auto e delle batterie; oppure, ancora, l’elevato consumo in modalità stand by. Al contrario, le soluzioni off-grid di ricarica mobile, che prevedono la presenza di una flotta di van adibiti alla ricarica di altri veicoli elettrici, grazie a una (o più) batterie a bordo, permetterebbero un servizio flessibile in termini di velocità di intervento, tempi di erogazione e quantità di elettricità erogabile, senza la necessità di occupazione di suolo pubblico, come invece accade per le colonnine di ricarica fisse.
Non solo: la potenza massima di ricarica, nelle soluzioni off-grid, è in linea con i sistemi fast charge (fino a 100 kW) e la capacità può arrivare fino a 360 kWh.
I progetti ad oggi finanziati sono interamente riconducibili all’installazione di colonnine di ricarica on-grid mentre non risultano finanziamenti alle soluzioni tecnologiche off-grid mappate nello studio. I principali meccanismi di sostegno, sono rappresentati da co-finanziamenti provenienti dalle sovvenzioni del Meccanismo Ue per collegare l’Europa (Mce) e dal Pnire (Piano nazionale delle infrastrutture di ricarica elettrica), a livello nazionale.
Su questo punto, Chiesa ha commentato: “Dall’analisi effettuata non è possibile stabilire se questo sia dovuto alla mancanza di offerta di progetti off-grid da parte degli operatori o alla presenza di vincoli che precludono progetti ai off-grid di accedere ai meccanismi di supporto”.
Verso la e-mobility: le sfide da affrontare e il ruolo delle Istituzioni
“Il meccanismo inserito nel Pnire per distribuire le risorse a favore dell’installazione di colonnine fisse, puntando sul protagonismo degli enti locali e dei Comuni, è stato sostanzialmente fallimentare” spiega Salvatore Margiotta, membro capogruppo 8a Commissione Lavori Pubblici del Senato. “Ma c’è un tema, ancora più complessivo, che è quello della farraginosità nel distribuire le risorse e che ha determinato problemi. Non c’è dubbio che il legislatore si deve porre contemporaneamente tutti e due gli obiettivi, rivedendo il sistema di incentivi: da un lato, spendere complessivamente di più sulle ricariche elettriche; dall’altro spendere puntando alla neutralità tecnologica, permettendo di concorre con proposte, progetti, idee alla pari tra on-grid e off-grid”.
Con i quasi 60 miliardi dedicati al tema green, il Pnrr ci sta dando una grande mano e il tema della mobilità elettrica e sostenibile è centrale” rimarca Alessandra Gallone, Segretario della 13a Commissione Ambiente del Senato. “Come legislatore, occorre intervenire a trovare dei sistemi per fare in modo che ai bandi possa accedere anche l’off-grid e non soltanto l’on-grid. Il tema della mancanza di infrastrutture è centrale, il tema dei picchi è fondamentale e la proposta dell’off-grid è interessante, e sarà per noi un motivo di studio”.
Intanto non manca il tema dell’adeguamento della rete. “Se dovessimo immaginare l’immissione nel mercato di 1 milione di veicoli elettrici, questo si tradurrebbe in un consumo intorno ai 2,5 TWh che la rete riuscirebbe a sopportare, il problema sono i picchi. Per questa ragione ci siamo concentrati nel costruire un sistema che dia dei segnali al consumatore” spiega Stefano Saglia, membro del Collegio Arera. “Pensiamo si debbano supportare i consumi di coloro che ricaricano le auto elettriche soprattutto nelle ore notturne e nei momenti di minor picco sulle reti di distribuzione. Occorre perciò evitare eventuali sovraccarichi in determinate ore del giorno e per poterlo fare occorre incentivare il consumatore ad utilizzare la rete non in maniera indiscriminata e, magari, facendo ricorso di aree di sosta o luoghi dove non c’è bisogno di una ricarica fast, ma dove è possibile lasciare il veicolo per numerose ore”.
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