Le isole minori italiane sono dei paradisi naturali in miniatura. Spaziano dai 3,4 Km2 agli 83. In questi spazi, spesso non agilmente connessi con la terra ferma, sembra di essere a contatto con l’ambiente come in un’era primitiva, ma non è esattamente così. Questo evidenzia il report isole minori di Legambiente. Spesso la produzione energetica in queste oasi della natura avviene grazie a motori alimentati a diesel o altri combustibili fossili, l’acqua viene portata con navi dalla terraferma e rifiuti e reflui seguono percorsi lontani dalla economia circolare e dalla sostenibilità. “I trattamenti di acque reflue non ci sono o sono sotto procedura di infrazione per non conformità alla direttiva europea, o sotto sequestro” sottolinea Cristiana Biondo di Legambiente nel corso della presentazione del nuovo rapporto a cura dell’associazione, da cui quest’anno nascerà anche un osservatorio permanente.
Una situazione che permane pressoché invariata da anni, per quanto ci siano dei tentativi di avvicinamento a buone pratiche la stessa condizione di bassa popolazione per due terzi dell’anno e l’aumento vertiginoso nei mesi estivi non aiuta ad acquisire un equilibrio nuovo. Altro arresto forte all’uso di energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico è dato da vincoli paesaggistici e a volte anche di nimby (not in my back yard) per cui o la popolazione o la sovraintendenza ai beni paesaggistici o vizi e forme di altro tipo di natura burocratica frenano la crescita green delle isole minore.
“La maggior parte delle isole non supera il 2% nella copertura del fabbisogno alcune isole continuano a ad essere sprovviste nelle fonti rinnovabili” spiega la dott.ssa Biondo.
Dati energetici e ambientali del report isole minori Legambiente
Tutte sfide che in ambienti piccoli e dall’alto valore paesaggistico bisogna affrontare il prima possibile, magari con il supporto di una cabina di regia “per orientare la transizione energetica nelle isole per l’elaborazione piani per il clima e sostenibilità ambientale” suggerisce Laura Tomasetti del Cnr che ha contribuito alla stesura del report.
La cabina di regia dovrebbe contribuire a dare la spinta verso la progettualità delle isole in ambito green così da utilizzare anche gli strumenti ad oggi disponibili pensiamo al bando del 2017 “Interventi di efficienza energetica, mobilità sostenibile e adattamento agli impatti ai cambiamenti climatici nelle isole minori” messo in atto dal min. Ambiente (15 milioni di euro di finanziamento) di cui però i progetti selezionati devono ancora essere avviati.
Cosa accadde nelle isole minori all’estero
All’estero ci sono dei modelli che stanno dando riscontro anche di visibilità e che aggregano le isole minori di diversi paesi, 14 come nel caso dell’iniziativa Dafni (Network of sustainable greek islands) o Smilo (Small islands organization) che vedono anche la partecipazione di isole italiane.
Il ruolo del turismo
Un percorso difficile quello delle isole che pagano costi dei servizi e poca popolazione in grado di suffragarne la causa. Una chiave per rivalutare e dare una nuova spinta a questi territori potrebbe essere rappresentata dal turismo come spiega la dott.ssa Giusy Lombardi, direzione generale per il Clima, l’energia e l’aria min. Ambiente“Ci sono ovviamente delle azioni che si erano cominciate, anche un ragionamento rispetto a un indirizzo verso un turismo più sostenibile e attento ai territori”.
Intanto il decreto del ministero dello Sviluppo economico di spinta alle fonti rinnovabili nelle isole minori, approvato nel 2017, è ancora in attesa di entrare in vigore.
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