La tecnologia giocherà un ruolo sempre maggiore nel trasporto pubblico, fino a rivoluzionarlo, e gli italiani si dicono pronti a questa rivoluzione.
Lo rivela un’indagine qualitativa tra stakeholder del settore condotta da Gpf inspiring research per Ibe intermobility and bus Expo, appuntamento biennale di Italian exhibition group che si terrà a Rimini dal 12 al 14 ottobre.
La ricerca Gpf Inspiring Research-Ibe si pone l’obiettivo di sondare il terreno della domanda di nuova mobilità relativa al Trasporto pubblico locale (Tpl), sempre più interconnesso. L’intermobilità rappresenta un bisogno e, per il 60% degli utenti, il trasporto su gomma dovrebbe investire su sistemi tecnologici innovativi.
Corrado Peraboni, ceo di Italian exhibition group, commenta: “Come Ieg siamo orgogliosi di offrire al mercato la visione degli stakeholder che completa la ricerca Gpf-Ibe. Riteniamo che il ruolo di noi organizzatori fieristici sia sempre più quello di fungere da community catalyst per tutte le filiere della mobilità integrata. Dunque, l’interpretazione di tendenze e segnali diventa essenziale per comprendere il cambiamento che sta attraversando il mondo del trasporto collettivo, orientato dalla transizione energetica e dalla tecnologia. Temi sui quali Ieg vanta un know-how consolidato grazie a manifestazioni come Ecomondo, Key Energy e Ibe”.
Intermobilità grazie all’approccio MaaS (Mobility-as-a-Service)
Per sette utenti su dieci, l’intermobilità è un bisogno prioritario: fondamentale infatti che ci siano dei mezzi che si parlano tra loro, l’approccio “Mobility-as-a-Service” (MaaS), grazie ad una piattaforma digitale, fa proprio questo. Esiste comunque da colmare una lacuna: otto utenti su dieci ritengono che la situazione sia tuttora lontana da uno scenario ideale, nonostante i passi avanti fatti. Bisognerà infatti costruire dei veri e propri “touch point” tra utente e sistema, in modo che possa muoversi all’interno di un’area di riferimento dove possa usufruire di un’ integrazione tariffaria e pagamento a bordo.
Ciò che gli stakeholder chiedono è il passaggio verso un’intermobilità intesa come un vero sistema “aperto” del Tpl, dove si possa scegliere tra diverse modalità e fornitori dei servizi di trasporto.
“Roger” l’app contro l’affollamento dei mezzi
Un esempio virtuoso è l’app “Roger”, sviluppata da Tper (l’Ente di trasporto passeggeri della regione Emilia-Romagna), attiva nei maggiori centri della regione, che consente al conducente di poter avere in tempo reale un quadro puntuale del numero di passeggeri sui mezzi e della situazione alla pensilina.
Tra le funzionalità per l’utente, che includono il pagamento della sosta o la sua individuazione (cosiddetto “pinpointing”), esiste anche per esso la possibilità di monitorare la densità dei passeggeri sul mezzo in arrivo e di regolarsi di conseguenza.
Altro aspetto importante dell’intermobilità è la sostenibilità: la normativa prevede che, dal 1° gennaio 2031, non si possano più acquistare nuovi autobus a gasolio. Ma ad esempio, Bologna già dal 1° gennaio 2020, ne ha vietato l’inserimento nel servizio urbano.
Elettrico e idrogeno sinonimo di sostenibilità
Secondo il campione, l’elettrificazione dei mezzi si attesta su buoni risultati, ma ovviamente incontra ancora limiti infrastrutturali e tecnologici. L’idrogeno è visto come la nuova frontiera, anche perchè i prezzi indicano che i veicoli alimentati a idrogeno hanno dimezzato il proprio costo da circa 1 milione e 200mila euro a 600mila euro.
Il futuro dei sistemi MaaS
Come chiedono gli stakeholder, i sistemi MaaS, nel prossimo futuro per raggiungere la piena intermobilità, richiederanno la collaborazione tra un numero di attori sempre più ampio, quali: regolatori, amministratori pubblici, costruttori e sviluppatori, tutti coordinati tra loro.
La ricerca è disponibile al seguente link.
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