Alberto II e Pierre Dartout, rispettivamente principe e ministro di stato del Principato di Monaco, quest’ultimo in carica dal 1° settembre, hanno deciso di promuovere uno sviluppo sostenibile al Paese grazie al Patto nazionale per la transizione energetica.
Il piano del Principato di Monaco per la transizione energetica
Il patto prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. I settori più attenzionati saranno quelli dei trasporti, del trattamento dei rifiuti e del consumo di energia negli edifici. All’apice dell’agenda politica anche la salvaguardia della qualità dell’aria e dell’acqua, la tutela del Mar Mediterraneo e il ripristino della biodiversità. Saranno coinvolti le istituzioni, le imprese e la popolazione.
In questo percorso, a garanzia della sicurezza delle fasce più giovani della popolazione, il Principato assicura il prosieguo dell’offerta formativa di qualità: “Il Covid-19 non ci impone di smettere di vivere, ma ci impone di accettare di vivere diversamente, rispettando le misure precauzionali prescritte dal Governo, in vista dell’auspicata scoperta dei mezzi per proteggersi efficacemente”, ha affermato in una nota stampa il principe Alberto II.
Alla base delle azioni di governo c’è la volontà di accelerare il processo di digitalizzazione del Paese per sostenere la ripresa economica post Covid-19, in armonia con le attività promosse dal resto della comunità internazionale. Il piano Extended Monaco smart principality, lanciato nel 2019, consentirebbe di adottare misure innovative per rendere il Principato maggiormente attrattivo nei settori dell’educazione e della tecnologia. Inoltre, aumenterebbe la percentuale di turisti nel Paese, andando a ristorare un settore fortemente colpito dalla pandemia.
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