Il piano B dell’automotive in Italia va a biometano

Il biometano può dare sostegno alla mobilità green. Ne sono convinti da Federmetano, la Federazione nazionale dei distributori e dei trasportatori del gas naturale che oggi 21 settembre ha riunito gli associati per l’incontro “Mutamenti in corso“, dedicato agli associati dell’autotrazione.
Secondo l’associazione la conversione della mobilità in elettrico in Italia richiederebbe: 20 centrali nucleari.
Dante Natali, ingegnere bolognese presidente di Federmetano, sottolinea come il biometano nel nostro Paese abbia già raggiunto gli stessi risultati che l’Ue ha fissato al 2030“. L’intento è evidenziare “le criticità dell’opzione elettrica” sottolineando come l’Associazione non sia contraria “ma nell’ambito dei trasporti può e dovrebbe esserci spazio per tutte le soluzioni”. Evidenziando come si tratti per la Federazione di un “problema europeo“.
natali piano B
Dante Natali, presidente di Federmetano
Giuseppe Fedele, vicepresidente di Federmetano sottolinea come il nostro Paese disponga già di un “piano B” in quanto ricchissimo” di biometano. “Questo può voler dire salvare l’automotive, un capitolo importante della nostra economia, ma anche decarbonizzare” sottolinea Fedele.

Elettrico tra limiti tecnologici e materie rare

Efficienza durata e affidabilità ancora i limiti evidenziati dall’elettrico che sarebbe anche poco adatto ad oggi per la trazione pesante.
“Dai nostri studi interni, che hanno messo a confronto tra loro le auto elettriche con quelle a idrogeno e con quelle caratterizzate dal mix idrogeno-metano” dichiara Marco Mele, economista, amministratore unico dei Servizi Fondo Bombole Metano nel corso del convegno, “Le auto elettriche hanno limiti relativi al cambiamento climatico. Quando c’è molto freddo o molto caldo, infatti, la capacità delle batterie elettriche si riduce”.
Inoltre ricorda come tali batterie “vengono prodotte soprattutto grazie al cobalto, il quale non è un elemento molto ricco in natura: la sua estrazione avviene in paesi come la Cina, anzitutto, con l’effetto di costi in aumento per i paesi interessati all’importazione”.
Infine si tratta di una tecnologia ad oggi complessa da attuare sui mezzi pesanti
Inoltre, i mezzi pesanti elettrici, per funzionare in modo efficace, fa notare l’esperto, “dovrebbero aumentare il numero di batterie a bordo o la loro portata, ma poi in questo modo aumenterebbe anche il peso totale del singolo camion, con altre ripercussioni di efficienza. Le nostre bombole di metano, invece, che vengono caricate nel giro di 3-5 minuti, garantiscono un’autonomia di 500-600 chilometri. Le performance risultano molto migliori rispetto a quelle ‘elettriche'” conclude.

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