trasporto pubblico
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Questa pandemia ha disincentivato l’uso del mezzo pubblico a favore di forme di trasporto private. Le soluzioni di car e bike sharing e pooling, come più volte scritto su Canale energia, sono predilette rispetto al servizio di trasporto pubblico locale. Questa propensione riguarderà anche tutte quelle persone che frequenteranno le università.

Rispetto al periodo antecedente allo scoppio dell’emergenza sanitaria globale, si è preparati. In vista anche della temuta seconda ondata, una persona su tre si sposterà con un proprio mezzo motorizzato, l’8% in più di livelli pre Covid-19. E questo è solo uno degli strascichi per quanto riguarda le abitudini collettive lasciate dal Coronavirus. A riportarlo il rapporto “Indagine nazionale sulla mobilità casa-università al tempo del Covid-19” realizzato dal Gruppo di lavoro mobilità della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus).

Mezzo pubblico vs mobilità attiva e auto privata

Il 66% degli intervistati, in maniera omogenea in tutta Italia, è disposto a recarsi in ateneo se il rischio sanitario sarà minimo. In caso contrario, il 61% lo farà solo se strettamente necessario.

I rispondenti guardano con scetticismo ai mezzi di trasporto pubblico, forse anche a causa del limite all’80% fissato dal Mit per garantire il distanziamento sociale, con un calo che va dal 4 al 10% a seconda dello scenario più o meno ottimistico in termini di contagi. L’auto privata sarà il mezzo prediletto soprattutto nel Nord Italia, dove la crisi sanitaria ha inciso maggiormente.

Gli scenari ipotizzati nel questionario sono due: “il virus è pressoché debellato e i contagi sono ridotti” e “il virus è ancora pericoloso, il contagio è rallentato ma prosegue”. Per l’anno accademico agli esordi, nella maggioranza dei casi è prevedibile che chi si recherà in università a piedi, in bicicletta e con l’auto privata continuerà a farlo.

Circa il 20% degli utenti del trasporto pubblico, invece, cambierà scelta modale: di questi, il 13,3% opterà per il mezzo privato e il 6% per la mobilità attiva. Bisognerà incentivare proprio queste quote a “un più ampio ricorso alla mobilità attiva, che limitando, con adeguate misure di aumento dell’offerta e gestione dei mezzi, l’abbandono del trasporto pubblico”, commenta in nota stampa il coordinatore del Gdl mobilità della Rus, Matteo Colleoni.

Dallo scorso luglio l’indagine analizza il comportamento di 85 mila persone in 44 atenei che rappresentano la popolazione accademica italiana. È stato somministrato un questionario on-line a studenti (79%), docenti (11%) o ricercatori (9,6%). Si aggiungeranno i risultati di altre 13 università.


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