La tecnologia delle smart city sta diventando sempre di più una realtà in diverse aree urbane. Il passo ora da compiere è verso l’evoluzione culturale dei cittadini. Le soluzioni tecnologiche per accompagnare questo passaggio culturale ci sono ne parliamo con Jordi Marín, direttore del centro di eccellenza di Smart Cities di Indra
Smart City: come gestire una città intelligente secondo Indra?
Per Indra, una città intelligente è quella che cerca l’efficienza, lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e il miglioramento della qualità del servizio ai cittadini. Per questo, dal nostro punto di vista, una città intelligente ha cinque assi principali: Smart Mobility, Smart Energy, Smart Safety, Smart Governance e Smart Living, da conseguire con una gestione trasversale dell’informazione e con una visione integrata della città. Per affrontare questa sfida, i comuni devono assumere la leadership del processo di trasformazione del modello di gestione della città, contando sempre sulla partecipazione e sul pieno coinvolgimento dei cittadini nello sviluppo dei progetti, in modo che questi progetti siano davvero adeguati alle necessità e i cittadini percepiscano il modo in cui una gestione intelligente della città è in grado di migliorare la loro qualità di vita. Ovviamente, le IT hanno un ruolo importante, anche se sarebbe sbagliato credere che solo la tecnologia renda la città intelligente. Innanzitutto, dobbiamo avere una strategia chiara sullo scopo che vogliamo raggiungere con la tecnologia, su ciò che vogliamo migliorare della nostra città e infine sul modello di città che vogliamo avere a breve e medio termine. E sopra tutto dobbiamo progettare i nostri piani in base alle necessità e richieste dei cittadini.
Quali sono i prossimi sviluppi che vedete nel settore?
Attualmente, assistiamo ad una proliferazione di questo tipo di iniziative nei Paesi avanzati, in cui i progetti si concentrano sui servizi orientati all’uso efficiente delle risorse disponibili (con soluzioni in settori come l’illuminazione stradale, l’efficienza energetica negli edifici, i trasporti pubblici e privati, ecc.). La Coruña (nel Nordovest della Spagna) ne è un esempio chiaro. In questo luogo Indra sta implementando una piattaforma urbana, cioè, un grande centro di gestione della città che facilita lo scambio d’informazione tra i diversi sistemi e che offre una visione trasversale e completa dell’attività per adeguare i servizi alle necessità reali dei cittadini. In una seconda ondata è prevedibile il coinvolgimento inquesta dinamica dei Paesi emergenti (anche se con un approccio più orientato verso la gestione efficiente delle grandi infrastrutture di trasporto, elettricità e acqua). È anche prevedibile lo sviluppo nei Paesi avanzati di soluzioni che consentano un miglioramento del rapporto con il cittadino, una maggiore partecipazione e una governance più trasparente. Come dicevo prima, il pieno coinvolgimento del cittadino nello sviluppo delle città intelligenti sarà il fattore che garantisce il successo della trasformazione e lo sfruttamento di tutti i vantaggi del concetto “smartcity”.
Come affrontare un area urbana?
L’approccio progettuale di Indra La sfida principale delle città intelligenti è il coordinamento delle diverse aree di governo della città con una maggiore integrazione delle loro attività. Dal nostro punto di vista, l’applicazione della tecnologica nelle città senza avere prima una strategia definita può persino generare più inefficienze di quelle esistenti prima che il progetto cominciasse. Lo sviluppo di una città intelligente pone quindi diverse sfide nella gestione e nell’organizzazione, così come una strategia volta ad aiutare le Pubbliche Amministrazioni a considerare il modo in cui si organizzano queste città e i modelli di business pubblici-privati che si devono seguire. Dopo aver definito e progettato tutto questo, si definiranno e installeranno le infrastrutture IT che permettano la gestione completa e la visione trasversale della città avendo sempre come riferimento il cittadino. Indra è una delle poche aziende al mondo in grado di proporre un’offerta completa e integrata per affrontare le sfide delle città del futuro. L’offerta parte dal piano strategico e tecnologico e giunge fino alla gestione e all’integrazione dell’informazione. Nel nostro caso, forniamo una visione della città a 360°, sia dal punto di vista delle infrastrutture tecnologiche trasversali (come le piattaforme urbane) che dal punto di vista dei servizi verticali nelle aree di SmartMobility, Smart Environment, Smart Energy e Smart Living che stiamo già attuando in diversi Paesi del mondo.
Quali sono le regioni mondiali in cui vedete più sviluppi, c’è un rapporto sbilanciato tra Occidente e Oriente?
Non è facile parlare di regioni mondiali in generale. Ad esempio, negli Stati Uniti, sta aumentando l’interesse su questo tema e molte opportunitàsono state aperte. New York è una città molto avanzata in questo settore, dato che ha l’innovazione nel suo DNA. Inoltre, in alcune regioni del mondo, le smart city sono ormai una realtà e noi, ad esempio, stiamo lavorando su varie opportunità smart in quattro dei cinque continenti. Se dovessimo parlare di alcune città intelligenti, comunque non in modo esaustivo, potremmo citare, nel caso delle città costruite ex novo, quella di Songdo (in Corea); nel caso delle città che cercano di migliorare la gestione e la qualità dei servizi: A Coruña, Amsterdam, Copenagheno Rio de Janeiro, tra gli altri; e, nel caso delle città che promuovono l’innovazione: New York e San Francisco. Inoltre, esistono anche città che mirano a promuovere degli standard, fra le quali spicca come referenteBarcellona e il suo City Protocol. Altre, come Medellín, sono diventate un punto di riferimento per l’integrazione dell’informazione volta a facilitare la gestione dei servizi. Comunque, credo che parlare di una smart city di riferimento sia ambiguo e non adeguato alla realtà. Anzi, parlare solo di queste città è già stato un notevole sforzo di semplificazione.
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