Bosco

Il 36,7% dell’Italia è coperto da boschi e la loro superficie risulta aumentata del 18,4% negli ultimi 10 anni, per un totale di 587 mila ettari, raggiungendo così complessivamente gli 11 milioni di ettari. Fatto positivo se si pensa alla maggiore capacità di assorbimento della CO2 che non trova riscontro nei dati relativi all’utilizzazione: solo il 9,5% dei cedui è nella fase giovanile e solo l’1,2% in rinnovamento.

I dati emergono dall’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, presentato nei giorni scorsi e realizzato dalle unità ambientali dell’Arma dei Carabinieri in collaborazione con Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi per l’economia agraria e con il contributo dei Carabinieri forestali delle regioni e province autonome.

“É vero che i boschi italiani sono in espansione e questa è una buona notizia, ma purtroppo la stragrande maggioranza di essi sono in stato di abbandono, sia sul versante pubblico che privato, e ne è una riprova il fatto che i boschi cedui e le fustaie, quelli che producono legna da ardere, hanno la stessa estensione dell’inventario precedente, ossia 3,8 milioni di ettari”, così in una nota stampa Diego Florian, direttore di Fsc Italia-Forest stewardship council a commento della presenza molto limitata di attività umane legate al bosco. 

Lo stato di abbandono del nostro patrimonio forestale

Il quadro che emerge dall’Inventario è preoccupante: dai dati risulta che solo il Trentino Alto Adige ha una superficie media assestata, con il 43,4% contro l’11,3% del resto d’Italia

Oltre allo stato di abbandono, manca una pianificazione pubblica così come i piani particolareggiati, che sul territorio nazionale sono limitati al 15,3% e sono addirittura in diminuzione.

Altra nota dolente evidenziata da Florian l’eccessiva distanza temporale tra i rilevamenti aerei, risalenti al 2015, e quelli a terra, svolti nel 2020. Questa non permette l’accesso ai dati da parte di tutti gli operatori del settore.


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