Una strategia con orizzonte decennale e uno snellimento degli iter burocratici per i progetti legati alle FER: è quello che l’industria chiede alle istituzioni per accelerare la transizione energetica nazionale. A rivelarlo è l’indagine intitolata “La competitività nelle tecnologie verdi, una nuova politica industriale per le imprese italiane”, condotta da Confindustria e Deloitte su un campione di aziende aderenti a Elettricità Futura, Anie e Anima, i cui risultati sono stati presentati oggi (23 ottobre) a Roma.
Il potenziamento della filiera del riciclo
Tra il 2000 e il 2016, stando a una ricerca del CREF, il 30 per cento delle innovazioni sostenibili è arrivato dall’Europa. Nel 2016, l’Italia si è classificata quarta per numero di brevetti depositati. Numeri che sono destinati a crescere: da qui al 2030, la domanda italiana di tecnologie green sarà di circa 118 miliardi di euro, stando alle stime del Governo che tengono conto degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra previsti dal PNIEC. Ecco perché le imprese chiedono anche il potenziamento della filiera del riciclo in quest’ambito, cosa che permetterebbe di ridurre la dipendenza del nostro Paese dai mercati esteri per le materie prime, aumentando al tempo stesso la sostenibilità della catena del valore.
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Le opportunità per il tessuto imprenditoriale italiano
“La politica di incentivi non deve essere ‘a pioggia’, ma favorire lo sviluppo di filiere strategiche in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie”, commenta Aurelio Regina, presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria. “In sede comunitaria, stiamo completando il Net Zero Industry Act per il rilancio delle filiere green, per il quale si stimano investimenti tra gli ottanta e i cento miliardi di euro: il Paese dev’essere pronto con un’idea chiara sulle opportunità che il tessuto industriale italiano potrà cogliere”.
Gli obiettivi del Net Zero Industry Act
Il Net Zero Industry Act è una costola del Green Deal Industrial Plan e mira a rafforzare la capacità produttiva europea in otto settori chiave per la decarbonizzazione:
- fotovoltaico,
- eolico,
- batterie,
- pompe di calore,
- elettrolizzatori,
- tecnologie legate al biogas e al biometano,
- cattura e stoccaggio del carbonio;
- tecnologie di rete.
Per ognuno di questi settori l’UE ha posto un obiettivo di produzione interna del 40 per cento entro il 2030.
Un nuovo modello di sviluppo industriale
Anche per le imprese italiane, dunque, “la sfida della decarbonizzazione e delle energie rinnovabili è una delle più importanti in assoluto”, spiega Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia. “Di fronte all’emergenza climatica che stiamo vivendo, il nostro Paese deve ripensare il modello di sviluppo industriale, coniugando i target di sostenibilità con lo sviluppo della competitività e la capacità produttiva delle filiere. L’Italia dispone degli strumenti necessari per eccellere in questi campi ed è quanto riscontriamo dal nostro osservatorio privilegiato di Deloitte, dove quotidianamente lavoriamo con oltre ottomila aziende italiane di diversi settori”, conclude Pompei.
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