Nel 2019 si torna a votare per le elezioni europee. Un voto difficile per una istituzione sempre più messa in discussione dai movimenti nazionalisti che stanno prendendo piede nello scenario politico comunitario, a cominciare da Germania, Polonia, Austria e Italia. Intanto, per la prima volta, non parteciperanno i cittadini britannici, in uscita dalla UE data la Brexit.
La partecipazione nei Paesi dell’Unione è stata contrassegnata da una discesa costante. Iniziata con il 61,99% dei votanti nel 1979, fino al 58,41% del 1989, per scendere a poco più del 42% sia nel 2009 che nel 2014. In Italia la decrescita è stata ancora più evidente visto l’inizio entusiasta con l’85,65% del 1979, arrivato al 57,22% del 2014.
Ma come sta agendo l’Europa e quali punti ha messo a segno ad oggi? Ce lo siamo chiesti, nel primo numero di e7 di questo anno, limitandoci a guardare, nella sola ultima legislatura, gli aspetti di cui più ci interessiamo, quindi energia, ambiente, agricoltura e rifiuti.
Ci hanno aiutato in questo percorso Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia per il Parlamento Europeo; Paolo De Castro, Vicepresidente Comagri del Parlamento Europeo, l’Europarlamentare Marco Affronte, membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e Simona Bonafè membro Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
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