Pubblicata all’Ente italiano di normazione, la norma Uni 11973 che definisce l’approccio metodologico alla progettazione e gestione del ciclo di vita degli edifici. Il documento è stato licenziato dalla Commissione UNI/CT 058 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili”, tramite il lavoro svolto dal GL 03 “Infrastrutture e servizi delle città e comunità intelligenti”. La norma agisce nell’ottica del conseguimento, da parte degli edifici, degli obiettivi di sostenibilità urbana, in linea con le politiche per l’energia e il clima dell’UE, nonché con gli impegni e gli accordi internazionali in essere.
Edifici sostenibili, pubblicata la norma Uni 11973
La norma si intitola Città, comunità e infrastrutture sostenibili. Il focus è il contributo degli edifici alla sostenibilità e punta a un modello metodologico verso l’integrazione e l’interconnessione degli edifici sostenibili nelle città. Il documento considera l’intero ciclo di vita dell’edificio, dalle fasi della progettazione alla realizzazione, per poi passare attraverso il suo utilizzo e la sua dismissione.
L’approccio metodologico che viene proposto viene definito multilivello e multidimensionale perché “considera le interazioni e le interconnessioni dell’edificio con i contesti più ampi in cui è inserito, siano essi il distretto, il quartiere, le comunità energetiche, la città”, viene spiegato nella nota stampa.
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Verso la definizione di una nuova concezione di edificio
La norma Uni 11973 vuole essere “un riferimento per un approccio metodologico olistico e integrato alla progettazione di edifici che contribuiscano allo sviluppo sostenibile delle città durante il loro intero ciclo di vita” spiega Pasquale Capezzuto, presidente della UNI/CT 058. L’intento è quello di contribuisce a definire una nuova concezione di edificio, che va considerato “non come un elemento a sé stante bensì in una dimensione multiforme in termini di aspetti socioeconomici, energetici, sanitari, di sicurezza, di sostenibilità”.
Il documento licenziato fa ampi riferimenti al più recente contesto normativo e legislativo nazionale ed europeo, e “può diventare uno strumento estremamente efficace per gestire la complessità di queste interconnessioni”. Definisce, inoltre, un modello di interoperabilità per lo scambio e la condivisione dei dati tra edifici, distretti e città per lo sviluppo di nuovi servizi a beneficio delle comunità urbane e della loro governance nel processo di transizione digitale.
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