Recuperare lo spazio dell’ ex carcere, questa una delle opportunità che un suolo bellissimo ma di estensione limitata come quello dell’Isola di Capraia può realizzare. Oltre alla distribuzione di aree in concessione per attività industriali e iniziative assegnate tramite bando.
Il comune di Capraia ha avuto il permesso per fare impianti “in paesaggio”. Un piano operativo che rappresenta un “foglio bianco” da urbanizzare, come lo definisce nel corso dell’evento di Capraia Smart Island la sindaca dell’isola Marida Bessi, “un’opportunità per progettare con proposte sostenibili da un punto di vista ambientale ed economico”. Si tratta di aree senza collegamenti di luce e acqua, per questo “sarebbe interessante fare qualcosa di innovativo”. Queste le premesse su cui continuano i lavori di Capraia Smart Island nel secondo e terzo giorni di sessioni che si sono realizzate lo scorso 18 e 19 maggio.
Tutte attività che, oltre a un supporto in ricerca e innovazione, hanno necessità di un visto affermativo della Soprintendenza archeologica. Presente all’evento Andrea Muzzi, responsabile di tale ruolo per la provincia di Livorno e Pisa, che ha sottolineato più volte l’utilità di allungare la stagione turistica sull’isola per garantire un maggior sviluppo e sostegno economico del territorio. Sugli strumenti invece ci sono ancora molti dubbi, favorevole alla ricerca archeologica ma meno convinto di istallare pannelli fotovoltaici nel unico centro abitato esistente e ancora meno dell’uso del suolo. Il quid sulla sostenibilità e l’abitabilità dell’isola sembra di difficile dissoluzione.
A queste perplessità Sofia Mannelli, presidente di Chimica verde bionet Italia e anima della iniziativa di Capraia Smart Island, sollecita un tavolo di lavoro che veda seduto con le istituzioni il comparto delle rinnovabili, impersonato nella figura di Coordinamento Free, Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, che raggruppa oltre 20 tra le principali associazioni di imprese del settore, presente all’evento con il vicepresidente Francesco Ferrante. Azione utile, come sottolinea lo stesso Ferrante, se al tavolo le istituzioni partecipano in modo continuativo e proattivo.
Dalla Grecia Kostas Komninos, DG del Dafni network of sustainable Greek islands, sembra confermare le proposte tecnologiche e metodologiche che stanno emergendo dalle sessioni, portando come esempio l’esperimento greco. Da dieci anni a questa parte difatti il network greco sta sviluppando, in un’ottica olistica, la sinergia tra diversi stakeholders e tecnologie sulle isole a cominciare da quelle nazionali. Il progetto ora si è ampliato e sta coinvolgendo più realtà europee, dalle isole portoghesi a quelle del nord Europa fino ad arrivare a un network di 44 territori. Una massa critica in grado di far sentire, a livello europeo, le proprie necessità:”Abbiamo realizzato una comunità. Il 19 aprile di quest’anno siamo rientrati nei fondi europei ottenendo 8 milioni di euro in due anni per un avviare un lavoro in cui far convogliare utility e università. Speriamo di dimostrare come realizzare una smart island”.
Una visione, come sottolinea Sofia Mannelli, che evidenzia “un sistema di pensiero che ci sta portando ad arrivare tutti alle stesse conclusioni. Possiamo fare pressione a livello europeo possiamo fare squadra per chiedere di avere dei cambiamenti”.
Isole come fari per realizzare un modello di sostenibilità
I prossimi sviluppi di Capraia Smart Island raccontati dalla sua ideatrice Sofia Mannelli, presidente di Chimica verde bionet Italia
Tecnologie e idee
Tante le attività che vedono questa isola laboratorio pronta a salpare verso una sostenibilità: muretti a secco, ripristino di sentieri, gestione dei rifiuti e dei reflui in ottica agricola. Molte sono le storie che si possono tessere su questa isola, e gli esperti presenti a Capraia Smart Island non si tirano indietro. I primati sul territorio già non mancano pensiamo alla cooperativa di pescatori, che ha brevettato un sistema di itticoltura in mare sostenibile sia per la qualità della vita dei pesci che vengono alimentati in contemporanea evitando lo stress che comporta l’attesa della alimentazione, che eliminando i pulviscoli dati dal mangime in aria.
Servono idee e tecnologie, dal mondo agricolo qualcosa si muove
FederUnacoma, la Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura, ha partecipato all’evento segnalando come macchinari, possibilmente a trazione elettrica, e di piccole dimensioni possano sopperire alle specifiche necessità locali, facendo riferimento a quanto prevede la normativa dell’agricoltura eroica. Ce lo spiega meglio nel video il rappresentante del servizio Tecnico FederUnacoma, Luca De Rinaldis.
Intanto Dario Barbuti, ceo di Wolmann (nel video a seguire), presenta alcuni costi e opportunità dati dall’inserire fotovoltaico sui tetti anche pensando alla redditività delle seconde case. Specificando come il rientro di investimento ci sia anche senza conto energia, nonostante il decreto per le isole minori, stando alle sue valutazioni, non sia poi così competitivo.
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