ILrecepimento della direttiva europea Red II, ha fatto sì che l’Italia sia oggi tra le primissime nazioni europee ad aver compiuto il passo in avanti decisivo che consentirà alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) di liberare tutto il loro potenziale. Sarà dunque possibile la condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili tra più cittadini e, oltre a questo, i consumatori potranno associarsi per realizzare configurazioni di autoconsumo collettivo. Si tratta di possibilità che rivoluzionano l’intero sistema energetico del nostro Paese.

A che punto siamo? Al quesito ha cercato di dare risposta, facendo luce sulle prospettive e le best practice in Italia, il convegno Le comunità energetiche rinnovabili: un’energia in Movimento, che si è svolto il 3 maggio e promosso su iniziativa del senatore Gianni Pietro Girotto, presidente della 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo).

Conte: “Occorre strategia complessiva”

Sul tema della transizione energetica, la semplificazione delle procedure è indispensabile ma da sola non è sufficiente per sostenere gli investimenti per l’autoproduzione di energia. Così come è stato illustrato al convegno, occorre abbinare efficaci strumenti di incentivazione e di sostegno oltre a politiche strutturali che puntino a ridurre la dipendenza nazionale dal gas, abbassare il costo delle bollette e accelerare il percorso della decarbonizzazione.

Serve guardare al futuro e non al passato. “Abbiamo tecnologie, strumenti e prospettive vantaggiose per il risparmio di costi, manca la volontà politica”, lo ha affermato l’ex premier Giuseppe Conte, sottolineando: “Si tratta di una rivoluzione democratica, partecipata ed è conveniente dal punto di vista economico. Con le comunità energetiche otteniamo un taglio dei costi complessivi del 20-30%, riduciamo l’inquinamento e il costo dell’intera rete elettrica. Occorre una strategia complessiva”.

Tra gli obiettivi, serve investire nella comunicazione. Su questo punto, la sottosegretaria al Mite, Ilaria Fontana, ha ricordato che “nel Pnrr abbiamo inserito più di 3 milioni di euro per raccontare la transizione energetica, spiegare con semplicità cos’è una comunità energetica e come si può fare”.

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Dimensione sociale delle comunità energetiche

Tanti sono i vantaggi legati ad una comunità energetica. Possono implementare azioni per migliorare il risparmio e l’efficienza energetica a livello familiare e, di conseguenza, contribuire a combattere la povertà energetica. A livello commerciale e industriale, possono dare maggiore competitività alle aziende locali, riducendo i consumi e abbassando le tariffe di approvvigionamento. Lo ha rimarcato il senatore Gianni Pietro Girotto, ricordando che si tratta di un “percorso partecipato verso il progresso. Occorre accelerare la nuova fase che ci aspetta. Molto abbiamo fatto in materia di semplificazione ma le guerre in corso ci impongono di procedere ancora più poderosamente su questo percorso. La costruzione di centrali a fonti rinnovabili va ulteriormente semplificata”.

comunità energetiche Girotto
Nell’immagine, un momento del convegno.

Per recuperare i ritardi presenti, “chiediamo a Arera e Mite che la nuova fase venga accelerata. Sono fiducioso che le nuove tariffe di incentivazione saranno coerenti con la struttura tariffaria sperimentale e che consentiranno ai cittadini di non temere le oscillazione dei prezzi dell’energia. Per tali ragioni, riteniamo che l’energia condivisa in rete non può essere a tariffa fissa”, ha concluso il senatore Girotto.

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Verso un’economia collaborativa: 37 istanze di accesso

In vista della riduzione delle emissioni di carbonio nel settore elettrico prevista per il 2050, secondo i dati rilanciati da Enea si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema. L’adozione di nuove tecnologie (generazione di energia rinnovabile, rete di distribuzione intelligente, utilizzo dell’accumulo e risposta alla domanda di alta qualità) è un fattore importante che contribuisce al cambiamento.

Da parte sua l’amministratore unico di Gse, Andrea Ripa di Meana, ha illustrato il meccanismo che aiuta a favorire la partecipazione della Pa alle comunità energetiche rinnovabili e le iniziative intraprese ad oggi in Italia. Sono in tutto 37 le istanze di accesso (23 da gruppi di autoconsumatori e 14 da comunità di energia rinnovabile) con in testa Veneto (8 iniziative), Piemonte (7), Lombardia (6): “C’è un progetto maggiore dal Pnrr con una somma di 2,2 miliardi di euro di finanziamento a tasso zero fino al 100% dei costi ammissibili per la costituzione di gruppi di autoconsumatori e di comunità di energia rinnovabile nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti. Possiamo stimare che la potenza installata possa essere pari a 2 GW dal Pnrr più 5 GW”, ha spiegato Ripa di Meana.

Tra la pratica e l’attuazione a regime, ha infine chiarito che servono provvedimenti attuativi necessari: la delibera di Arera (prevista per settembre) e il decreto ministeriale del Mite (che presumibilmente integrerà il recepimento della Red II e la misura Pnrr).

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.