Webinar CER 14 maggio
Webinar CER 14 maggio

Il webinar Comunità energetiche e competitività: nuove opportunità per le PMI”, organizzato da Unioncamere Piemonte, inaugura il primo di una serie di incontri promossi all’interno del sistema camerale, a sostegno dello sviluppo sostenibile per i territori, come ha introdotto Giampaolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, che ha aperto i lavori, ringraziando i relatori per essere intervenuti su un tema fondamentale per lo sviluppo sostenibile e la creazione di nuova competitività.

A dare la parola ai relatori, Maurizio Melis, esperto di sostenibilità, energia e innovazione, conduttore di «smart city» di Radio 24, che ha avviato i lavori affermando che, la normativa sulle comunità energetiche in Italia è oramai evoluta e in esse si configura un modello da adottare per la transizione ecologica, per razionalizzare i costi dell’energia e permettere alle imprese di fare esperienza in Italia e magari, stavolta essere noi italiani ad esportare questo modello in Europa.

Questo ciclo di incontri è stato avviato per meglio comprendere le diverse opportunità e come poterle attivare.

Apre il webinar Luca Barberis, direttore sviluppo sostenibile del Gse, che fa il punto su un mondo dell’energia in evoluzione, asserendo: “Negli anni, il mondo dell’energia è cambiato, sono state introdotte le rinnovabili, caratterizzate da intermittenza, di cui dobbiamo tener conto, ma siccome oggi anche il consumo è cambiato, perché si può adattare a questa disponibilità di energia, ecco che le comunità energetiche ben rappresentano questa evoluzione”.

In Italia, fa notare Barberis, il meccanismo dei certificati verdi incentivò moltissimo gli investimenti in questo settore e quindi l’ingresso delle rinnovabili, così come il conto energia che ha favorito il fotovoltaico, facendolo esplodere nel 2011, quando entrarono in esercizio addirittura 9.539 GW. Poi, con la fine degli incentivi, il tutto si è affievolito, anche se ora si assiste ad una  ripresa. Al 2020, sono in esercizio 23 GW, che comunque sono una base importante in vista del 2030.

Barberis non riscontra lo stesso rischio per gli incentivi attuali, perché questi anni hanno favorito un’evoluzione del meccanismo di incentivazione, oggi molto più calibrato e con procedure competitive.

Importante per arrivare a parlare delle comunità energetiche è lo scambio sul posto, gestito per i primi anni dai distributori in modalità fisica, cioè si compensavano la misura della energia immessa con quella prelevata, poi l’Autorità ha realizzato un modello che funziona su base economica.

Lo scambio sul posto opera attraverso il Gse che valorizza l’energia scambiata con la rete su base annuale.

Oggi un impianto che va in regime di scambio sul posto, quando auto-consuma energia, valorizzandola, permette di evitare un costo che si aggira tra i 150 e i 200€/MWh, quando invece l’energia viene scambiata con la rete, la valorizzazione è tra i 100 -130 €/MWh.

Queste evoluzioni ci introducono agli strumenti odierni della comunità energetica rinnovabile e del gruppo di autoconsumo collettivo, che permettono di valorizzare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico che viene condivisa tra un gruppo di  consumatori, che costituiscono la comunità.

Barberis il valore della condivisione
Il valore della condivisione di una Cer

Barberis tiene a sottolineare che: “Il concetto di condivisione dell’energia ha un valore che va al di là della tariffa premio dei 100euro/MWh per l’autoconsumo collettivo e 110 euro MWh per le comunità energetiche rinnovabili. Infatti, consente il bilanciamento locale dell’energia, mettendo in relazione il potenziale energetico del territorio con i consumi del territorio, offrendo un beneficio alla rete, permette di combattere la povertà energetica, riducendo i costi di fornitura dell’energia, i consumi e promuovendo l’efficienza. “Insomma, conclude Barberis, bisogna esaltare la condivisione in tutte le dimensioni possibili”.

Come si costituisce una Cer – Comunità energetica rinnovabile

Al momento, i Comuni sembrano districarsi agilmente all’interno di queste iniziative che promuovono le esperienze di autoconsumo collettivo sostenibile.

Sergio Olivero, presidente del comitato tecnico-scientifico Cer di Magliano Alpi ha fatto una panoramica su Goc (Gruppi operativi di comunità) e Cer (Comunità di energia rinnovabile), spiegando che quest’ultima è un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione volontaria ed è controllata da azionisti che si trovano nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla Cer. Gli azionisti possono essere sia persone fisiche che PMI o enti locali e anche imprese private, a patto che la loro partecipazione alla comunità non costituisca la loro attività commerciale primaria.

La costituzione di una Cer passa per diverse fasi, durante la prima, quella della progettazione: si raccolgono i dati sui consumi energetici attraverso meter, si individuano le possibili configurazioni di Cer finalizzate alla massimizzazione dell’autoconsumo, si definiscono le specifiche tecniche per gli impianti di produzione rinnovabili e si coordinano tra loro i cittadini e i Comuni per fornire informazioni.

Successivamente, è necessario scegliere una piattaforma di gestione per la governance della comunità, che costituisce la seconda fase. Qui, la Cer collabora col sistema economico locale e può favorire l’allocazione di risorse, ad esempio per combattere la povertà energetica.

La terza fase, ovvero quella della realizzazione di una Cer, presuppone la disponibilità di una filiera locale di progettisti, installatori e gruppi di imprese, diventando quindi, un catalizzatore di sinergie per lo sviluppo, anche creando posti di lavoro. Sempre durante questa fase, verranno installati impianti rinnovabili secondo le specifiche tecniche che ne garantiscano l’interoperabilità e la gestione in ambito Cer. Qui, una piattaforma IoT verrà utilizzata per la gestione delle reti e dei servizi.

Anche l’ultima fase, quella del management, avviene attraverso una piattaforma IoT che prevede diverse cose, tra cui: la massimizzazione dell’autoconsumo di energia, l’analisi delle curve dei consumi, il monitoraggio e telecontrollo in tempo reale degli impianti.

I modelli Magliano Alpi e Pinerolo Torinese: comunità ad autoconsumo collettivo

Replicazione modello Cer

A Magliano Alpi, il ruolo del Comune è fondamentale nell’informare i cittadini sulla possibilità di creare delle Cer, inoltre opera da garante super partes e nulla vieta che possa essere socio di alcune di esse. Successivamente, la filiera locale succitata, rappresentata dal Goc (Gruppo operativo di comunità), fornisce tutto l’ausilio necessario con costruttori, manutentori e PMI del tessuto locale. Con questo tipo di impostazione, le risposte offerte ai cittadini sono immediate grazie alla filiera locale corta di professionisti che: fanno l’analisi dei consumi, individuano le imprese più adatte e fanno una proposta commerciale per la realizzazione dell’impianto. L’aspetto senz’altro positivo, è che i cittadini hanno dei riferimenti a tutti i livelli e così si innesca un virtuoso passa parola.

“Magliano in soli 2 mesi ha avuto più richieste di impianti fotovoltaici che in 2 anni, afferma Olivero, le Cer si possono replicare tante volte quante si vuole e, grazie anche ai bonus fiscali e agli incentivi, i margini di redditività sono molto elevati, facciamo quindi in modo di lasciarli sul territorio e stimolare l’economia locale”.

“Magliano, continua Olivero, è un catalizzatore per il ripensamento dei modelli di business, oggi siamo di fronte a modelli differenti, ad esempio oggi possiamo calare la blockchain e le tecnologie innovative in piccole realtà. Poi, la normativa per come è stata concepita, dimostra che se si vuole e se si mettono insieme gli attori necessari, si può fare”.

Francesco Carcioffo, amministratore unico Acea Energie Nuove, ci racconta sulla esperienza di Pinerolo Torinese, che la loro iniziativa è partita da una domanda: “Tra tutti i modelli di comunità energetica, oggi per come è la normativa e la tecnologia, quale è la comunità energetica che ha possibilità di essere applicata subito dal punto di vista industriale? Ci siamo detti, afferma Carcioffo, che la più adatta nel nostro caso è quella condominiale, nel senso che, nell’autoconsumo condominiale non c’è la problematica del trasporto a distanza, quindi dell’utilizzo delle reti nazionali, perciò abbiamo immediatamente messo in pratica il modello”.

Proprio lo scorso venerdì 14 maggio, Carcioffo insieme al Sen. Girotto, ha tagliato il nastro di un condominio a Pinerolo Torinese, che è il primo realmente operativo e funzionante che sia stato fatto.

Questo condominio in buono stato  degli anni ’60, composto da una decina di appartamenti, ha un risparmio energetico del 90% rispetto a prima, e questo 90% è auto-prodotto ed auto-consumato.

“Col 90% di risparmio, i conti è facile farli tornare, dice Carcioffo,  in questo modo ci guadagnano tutti: i condomini, l’azienda che ha fatto i lavori e si possono fare anche innovazioni tecnologiche. Ovviamente, tutto questo ha senso da un punto di vista tecnico, se si fa un’operazione globale nel condominio, cioè se si fa l’ottimizzazione dell’edificio per cominciare a ridurre le dispersioni”.

Prima di partire con questo condominio, erano state fatte delle prove in realtà più piccole, anche per capire come fare, e già da quella esperienza, altri 100 condomini si sono prenotati, e tutto grazie al passa parola. Tra l’altro, con il superbonus del 110%, i vantaggi economici sono enormi, ma anche senza quest’ultimo, dal punto di vista economico il progetto sta in piedi comunque.

 

Le conclusioni del Senatore Girotto

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Ha concluso il webinar il senatore Gianni Girotto, presidente Commissione industria del Senato, chiarendo che, “quando si parla di limite dei 200 kW, ci si riferisce ad ogni singolo impianto rinnovabile fotovoltaico o eolico, e qui il limite fisico è la cabina. Perciò, la comunità energetica singola può essere assolutamente al di sopra dei 200 kW. Comunque, la normativa viene in soccorso, in quanto è già stata votata la legge di delegazione europea secondo cui cadrà il vincolo dei 200 kW, si devono solo aspettare i decreti attuativi. Succederà a breve, rimane da capire quando”.

Il Sen. Girotto sottolinea che in questo settore c’è tanto business di cui poter approfittare, ad esempio nel condominio di Pinerolo appena inaugurato, il cantiere, la sensoristica, le pompe di calore e la piattaforma digitale sono tutti italiani. Si parla di un potenziale mercato di 1 milione e 200 mila condomini, che dovrebbero e possono convertirsi con dei risparmi fino al 90% e una bolletta indiscutibilmente più leggera.

Conclude Girotto: “Il business verde deve sostituire il fossile con le energie rinnovabili. L’energia auto-consumata, che è quella incentivata, conviene a tutta l’Italia, perché quanto meno riusciamo ad utilizzare la rete, tanto più riduciamo i suoi sbilanciamenti, dato che, deve essere bilanciata istante per istante e per farlo spendiamo tanti soldi che derivano dalle bollette. Tanto più un edificio è indipendente virtualmente, meno si usa la rete pubblica e più centrali a carbone e gas possiamo spegnere per rimpiazzarle con le rinnovabili. Attualmente, ci troviamo nell’inferno delle centrali termoelettriche, che vanno sostituite con il purgatorio dell’eolico e fotovoltaico, che hanno sì degli impatti, ma minori rispetto al fossile”.

Girotto ha reso noto di stare attualmente lavorando sul capacity market per non far costruire nuovi impianti a fonti fossili, anche se in passato sono già stati deliberati 6 GW di nuovi impianti a gas, secondo lui non necessari. Il Sen. Girotto è fermamente convinto del fatto che, non servano nuovi impianti a gas, ma vadano costruiti impianti rinnovabili e stoccaggi.


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Professionista delle Relazioni Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, si occupa di energia e sostenibilità con un occhio di riguardo alla moda sostenibile e ai progetti energetici di cooperazione allo sviluppo. Possiede una solida conoscenza del mondo consumerista a tutto tondo, del quale si è occupata negli ultimi anni.