Il 69% delle città italiane ha redatto il Paes o il Paesc (i piani per energia e clima) ma la metà non ne ha monitorato i risultati. L’85% ha aderito al Patto dei sindaci ma solo il 39% ha aggiornato i target per il clima al 2030; circa il 70% non ha un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici e solo il 4% ha un obiettivo al 2050. Lo rileva l’indagine della fondazione per lo Sviluppo sostenibile e il Gse condotta, tra marzo e aprile, e che ha coinvolto un campione di 14 milioni di italiani residenti in città grandi e piccole tra cui 10 aree metropolitane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia).
L’indagine è stata presentata il 6 giugno in occasione della Conferenza nazionale della Green City nell’ambito del primo festival per la Giornata mondiale dell’Ambiente di Green&Blue ed è articolata su sei temi: neutralità climatica, efficienza energetica, fonti rinnovabili, decarbonizzazione dei trasporti, gestione circolare dei rifiuti, assorbimenti di carbonio.
Efficienza energetica e rinnovabili
Se in oltre il 73% delle città sono stati definiti programmi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, il 78% non monitora il target europeo al 2030 del 3% di riqualificazione annua. L’80% applica i Cam (Criteri ambientali minimi) per l’affidamento dei lavori di riqualificazione e illuminazione. Il 47% si è avvalso dei servizi di accompagnamento del Gse per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e dell’illuminazione, ma anche in questo caso la metà delle città non fa il monitoraggio dei consumi energetici. Inoltre a più di 20 anni dall’istituzione della figura dell’energy manager, il 67% delle città non lo ha nominato. Dai dati emerge che l’impegno delle città per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e per l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica è abbastanza esteso, più carente invece l’impegno sul risparmio energetico.
In tema di rinnovabili, circa la metà delle città interessate dall’indagine ha adottato iniziative per promuovere la produzione di energia elettrica da solare fotovoltaico, percentuale che scende per quella solare termica e a percentuali molto basse per eolico e altre fonti rinnovabili. Il 76% delle città non dispone di una stima dei propri consumi coperti da rinnovabili e addirittura il 93% non sa quanti impianti per la produzione di energia termica da rinnovabili ci siano sul proprio territorio né nell’85% delle città è stato realizzato un inventario delle superfici idonee ad ospitare impianti rinnovabili. Il 67% delle città inoltre non ha fissato obiettivi di sviluppo delle rinnovabili elettriche e ancor di più non hanno obiettivi per le rinnovabili termiche e biocarburanti.
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Città: trasporti e carbonio
Piste ciclabili e colonnine di ricarica elettrica sembrano essere gli interventi più gettonati in tema di mobilità sostenibile, previsti da oltre il 90% delle città, mentre solo il 42% ha in programma interventi per aumentare i mezzi del trasporto pubblico, in calo rispetto ai programmi precedenti. Anche in questo caso il 62% delle città non dispone di una valutazione delle emissioni di gas serra dei trasporti e solo il 41% ha adottato un Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums).
Oltre la metà delle città (51,3%) ha presente l’obiettivo europeo di arrivare ad azzerare il consumo di suolo, intervento necessario per aumentare gli assorbimenti di carbonio. Il 76% ha in corso interventi di rigenerazione urbana e, addirittura oltre il 90%, ha in programma di aumentare le alberature, le aree verdi urbane e oltre il 63% ha in programma di sviluppare gli orti urbani.
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Gestione circolare dei rifiuti
Il contributo dell’economia circolare alla riduzione delle emissioni di gas serra non è ancora ampiamente acquisito dalle amministrazioni locali: solo il 41% delle città esaminate ha realizzato analisi. Le città intervistate dedicano attenzione (73%) alla prevenzione della produzione dei rifiuti, l’82% ha un tasso di raccolta differenziata superiore alla media nazionale e la maggioranza dei comuni ha fissato obiettivi di raccolta differenziata al 2030, ma meno della metà delle città (42%) ha realizzato centri di riuso. Infine, la frazione organica raccolta è ancora poco utilizzata per produrre biometano.
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