“Queste vecchie centrali sono pericolose già adesso e nessun miracolo riuscirà mai a portarle agli standard di sicurezza oggi richiesti”. Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, in una nota stampa lancia l’allarme sul prolungamento di 10 anni della vita di 16 centrali nucleari francesi poste a meno di 200 km dall’Italia.
Consultazione transfrontaliera sulle centrali nucleari francesi
Gli impianti sono complessivamente 32, la metà desta timore per i residenti di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia che “saranno esposti con questa decisione a rischi notevoli nei prossimi dieci anni”, aggiunge Onufrio. Il loro coinvolgimento come “’parte interessata’, ai sensi della Convenzione di Espoo, è ovvio”. La convenzione prevede che i cittadini degli Stati confinanti, potenzialmente danneggiati dalla realizzazione di un progetto, possano partecipare alla procedura di consultazione transfrontaliera sulle attività proposte. Inoltre, evidenzia l’associazione, da protocollo la Convenzione richiede una Valutazione di impatto ambientale “che il governo francese rifiuta di avviare”.
Greenpeace Italia chiede più partecipazione a governo, regioni e comuni
È proprio l’avvio di una consultazione transfrontaliera il contenuto della richiesta avanzata lo scorso 14 gennaio dall’allora ministero dell’Ambiente su sollecitazione di Greenpeace, come evidenzia la stessa associazione in nota. “Dopo tre mesi di silenzi chiediamo al ministro Cingolani non solo di protestare con il governo francese ma anche, e soprattutto, di avviare le necessarie procedure di reclamo presso gli organi competenti per le infrazioni della Convenzione di Espoo”, ha aggiunto Ivan Novelli, presidente di Greenpeace Italia.
Greenpeace Italia ha inviato lo studio “Francia: vecchi reattori, nuovi rischi nucleari” ai presidenti di regione, agli assessori dell’Ambiente e della Sanità e ai presidenti dei consigli regionali di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia per invitare amministrazioni locali e cittadini a una maggiore partecipazione. Greenpeace Francia ha inoltre inviato una procedura di reclamo al segretariato della Convenzione di Espoo.
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