Car pooling o car sharingSono gli italiani e i tedeschi gli utenti di car sharing più fidelizzati a livello a europeo. E’ quanto emerge da un’analisi realizzata della società di consulenza aziendale AlixPartners intitolata Mobilità condivisa – verso l’era del robotaxi” che è stata presentata a Milano nel corso dell’edizione 2018 di #FORUMAutoMotive, evento dedicato ai temi della mobilità a motore.

In particolare dai dati, relativi al 2016, risulta come in Europa il numero degli utenti di car sharing abbia raggiunto quota 4,5 milioni. Un dato a cui contribuiscono in modo rilevante Germania e Italia, che insieme rappresentano il 60% di chi sceglie di usufruire di questo tipo di servizi. Su questa percentuale l’Italia occupa il 20% con un valore pari a 1,1 milioni di utenti, mentre la Germania il restante 40%.

Carsharind Dati AlixPartners

Car sharing: i trend nei Paesi

A livello europeo il comparto registra un trend positivo che, secondo lo studio, porterà a  sfiorare gli 8 milioni di utenti nel 2020. I singoli Paesi presenteranno delle specificità legate alle caratteristiche dei diversi mercati automotive. Se l’utilizzo della “corse condivise” è più diffuso del car sharing nel Regno Unito e in Francia, in Germania e Italia invece il car sharing riveste un ruolo chiave. Nel nostro Paese, in particolare, è emerso come il 35% del campione (percentuale più alta tra gli altri Paesi) abbia optando per il car sharing, l’ultima volta che ha utilizzato dei mezzi di trasporto nelle aree metropolitane. A ciò si aggiunge, sottolinea il report, il fatto che un’ulteriore significativa crescita del car sharing è attesa in Germania e Italia. Nel Regno Unito e in Francia, invece, a crescere sarà soprattutto il ride sharing

Oltre il 61% degli italiani evita l’acquisto di un’auto 

Secondo gli intervistati, a rendere particolarmente appetibile il servizio di car sharing sono i costi, la trasparenza dei prezzi e la disponibilità, elementi che permetteranno di diffondere ulteriormente queste forme di mobilità, soprattutto nelle aree metropolitane. In Italia, in particolare, il 61% degli utenti dichiara che, grazie alle opportunità offerte da questa forma di mobilità, sta evitando o rinviando l’acquisto di un veicolo. Dati lievemente più alti rispetto alla media europea che si attesta tra il 50% e il 60%.

Dalla proprietà dell’auto alla sua disponibilità

“La mobilità condivisa sta indubbiamente trasformando il modo in cui le persone di tutto il mondo utilizzano i veicoli, cominciando a preferire la “disponibilità” di un’auto anziché la sua proprietà che implica un investimento significativo, per rimanere poi inutilizzata per la maggior parte del giorno – spiega in una nota Giacomo Mori, Managing Director AlixPartnersNel corso del tempo, ci aspettiamo che queste tendenze si consolidino e abbiano un impatto crescente sulla quantità di veicoli personali di proprietà. Questo significa che, sia l’industria automobilistica tradizionale, sia i nuovi operatori devono iniziare ad adattarsi rapidamente per stare al passo con le aspettative e le inclinazioni dei consumatori”

La rapida evoluzione della mobilità

Lo studio di AlixPartners lancia un messaggio chiaro: il modo di muoversi sta cambiando alla velocità della luce”, sottolinea in una nota Pierluigi Bonora, Promotore di #FORUMAutoMotive. “Gli operatori del settore sono sempre più chiamati a rivedere le loro strategie, magari messe a punto solo pochi anni fa, per adattarle alla nuova realtà. È una grande sfida che può favorire nuove partnership all’interno del settore, allargando la collaborazione anche a forze esterne. Tutto il mondo della mobilita è in fermento, tra alimentazioni alternative, guida autonoma e condivisione. Questo studio ci offre lo stato dell’arte del cambiamento in corso”.

Oltre i confini europei: gli USA

Se in Europa il quadro relativo al car sharing è positivo, lo stesso non si può dire se ci si sposta oltreoceano. Ad esempio negli Stati Uniti, dove la mobilità condivisa è presente da più tempo, dal 2013 al 2017 l’utilizzo dei servizi di car sharing nelle grandi città è diminuito del 20% e la curva di sviluppo di questa forma di mobilità è destinata a restare piatta anche nei prossimi 12 mesi. Un trend testimoniato anche dal progressivo calo di conoscenza da parte del consumatori dei diversi brand che offrono questi servizi, con il 21% degli intervistati che non è in grado di nominare neppure un player del settore. 

In base alle previsiono nei prossimi 12 mesi ci si attende, però, una crescita rilevante del ride sharing (+18% rispetto ad oggi), un comparto che negli USA risulta polarizzato sui due brand Uber e Lyft, conosciuti rispettivamente dal 94% e dall’81% degli utenti di ride sharing. Per gli altri brand la percentuale è inferiore al 5%.


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