Cagliari smart city? Panorami & progetti

cagliarismartUn caso di successo quello del comune di Cagliari che, lo scorso 20 marzo, è risultato tra i finalisti del premio Smart City dello Smau 2014 di Roma. La città ha voluto incentivare una maggiore collaborazione e trasparenza tra le amministrazioni pubbliche e il cittadino: in uno spazio dedicato sul portale istituzionale, l’amministrazione ha pubblicato i propri dati con una licenza che consentiva la fruizione e il riuso da parte del pubblico. Un lavoro, quello del Comune, solo agli inizi. La parola agli assessori Paola Loi dei sistemi Informatici e Informativi e a Barbara Cadeddu della Pianificazione strategica.

Qual è stato l’obiettivo perseguito dal comune di Cagliari e in quanto tempo è stato raggiunto?

In questo momento Cagliari ha una visione strategica che sta cercando di condividere: mettere in relazione e favorire la diffusione dei diversi patrimoni digitali posseduti dalla città. Questa interconnessione sarà realizzabile grazie alla  rete in fibra ottica che si estende per circa 120 km, ai sistemi di controllo del traffico urbano e della mobilità, alla cultura consolidata dell’Open Data e dell’Open Service e alle esperienze di rilievo maturate nella promozione di servizi informatizzati al cittadino. Dobbiamo migliorare le connessioni tra le diverse realtà esistenti, lavorare sull’interoperabilità dei dati e sviluppare soluzioni che sfruttino con più efficacia le strutture già attive. Il tutto per costruire la nostra città intelligente che faciliti il dialogo tra istituzioni e cittadini, la collaborazione tra i diversi soggetti, l’apertura e la trasparenza delle informazioni, che diventi un incentivo per le imprese start-up. Siamo consapevoli di non poter raggiungere velocemente questo traguardo, ma, già dal prossimo anno, vogliamo registrare un cambiamento significativo.

Come avete trovato i fondi utili per finanziare il lavoro e quali sono le previsioni riguardo i tempi di ritorno degli investimenti?

Gran parte delle opere è stata realizzata grazie ai Programmi Operativi Regionali dell’Unione Europea che, assieme al Programma Operativo Nazionale-Città Metropolitane inserito nel  nuovo ciclo di programmazione, restano i canali più importanti di finanziamento. Per il futuro non escludiamo di siglare accordi con aziende interessate a sperimentare soluzioni e sistemi innovativi nella nostra città, attraendole con i possibili ritorni commerciali derivanti dai nuovi prodotti. Da questa eventuale collaborazione ci auguriamo di progettare insieme un futuro smart. 

Questo lavoro è facilmente esportabile anche in altri comuni italiani?

Forse nel metodo, ma ogni buona pratica deve adattarsi alla soluzione in cui viene impiantata. Bisogna, inoltre, evitare le omologazioni, soprattutto se provengono dai decisori politici e amministrativi. 

Parlando della rete di connessione wi-fi cittadina, quali sono i problemi relativi alla sua implementazione e quali gli scenari futuri?

La rete wi-fi riveste una parte importante nel percorso di messa a sistema descritto prima. In futuro dovremo ripensare al ruolo di questo servizio in relazione alle altre componenti del nostro patrimonio digitale avvalendoci del continuo aggiornamento tecnologico e del rafforzamento di copertura.

Secondo lei, anche i cittadini sono pronti a diventare “smart”? 

Costruire una città intelligente risponde a una precisa richiesta. Più volte l’amministrazione è stata sollecitata a non farsi trovare impreparata in un momento di svolta come questo. Non dimentichiamo che, oltre alla generazione digitale, esiste una larghissima fetta di popolazione che deve essere educata, se non alfabetizzata, all’uso delle tecnologie. Questo è un altro aspetto, non secondario, della nostra visione strategica: sarebbe paradossale creare emarginazione utilizzando gli strumenti propri della condivisione. 


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