Da città del carbone a hydrogen valley di Puglia. Brindisi cambierà volto, lì saranno svilupate “simultaneamente la domanda e l’offerta di idrogeno da fonti rinnovabili, in tutti i settori più energivori della transizione ecologica, edilizia, industria manifatturiera, mobilità, navigazione, agricoltura”. A dare un’anticipazione su quello che sarà il progetto Angelo Consoli, presidente Cetri-tires e membro del comitato scientifico di Alboran hydrogen, durante il convegno digitale dello scorso 19 febbraio #SmartItaly2030. #RomaSmart2030 e #HydrogenValley: transizione energetica e rigenerazione urbana.
Brindisi: hydrogen valley di Puglia
Il progetto della hydrogen valley, ha proseguito Consoli, comprende anche una Hydrogen School dove verranno formate le nuove figure professionali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei per l’idrogeno”. Questo alla luce dell’importanza attribuita dall’Unione europea al vettore di energia per una ripartenza sostenibile: “Le attuali stime indicano che l’idrogeno nel 2050 potrebbe soddisfare dal 15 al 25% della domanda totale di energia, con un fatturato annuo mondiale che potrebbe aggirarsi sull’ordine di 630 miliardi di euro”, ha dichiarato Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento Europeo, intervenendo all’evento promosso da fondazione UniVerde, dipartimento di Ingegneria dell’università degli studi Roma Tre, Centro di ricerca interdisciplinare territorio edilizia restauro ambiente della Sapienza università di Roma (Citera), Società geografica italiana onlus. Questo, ha sottolineato il vicepresidente, a fronte dei circa 400 miliardi di euro di fondi pubblici e privati che si andranno a mobilitare entro il 2030.
“Col decreto ministeriale Vehicle to grid, del febbraio 2020, e che già sta partendo in sperimentazione in alcune città italiane, abbiamo stabilito criteri e modalità per favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra rete e veicoli elettrici”, ha spiegato Enrico Esposito, capo ufficio legislativo presso il ministero dello Sviluppo economico, evidenziando la centralità di “una politica economica seria, fatta di incentivi e che incida profondamente sulle vite dei cittadini”.
La rigenerazione urbana sostenibile
L’idrogeno è una delle tecnologie ritenuta capace di stimolare la transizione energetica, la decarbonizzazione e la rigenerazione urbana sostenibile, ha proseguito Castaldo. Per contrastare i cambiamenti climatici, il degrado e la marginalità sociale e migliorare la vivibilità delle città europee ed italiane, a partire da Roma, la riqualificazione urbana è stata citata a più voci durante il convegno.
Vanno in questa direzione le iniziative #SmartItaly2030 e #RomaSmart2030 promosse da Fondazione Univerde per migliorare il tessuto ambientale nelle città italiane. “La rigenerazione urbana è il modo nuovo di pensare la città”, ha puntualizzato Alessandro Bianchi, direttore della scuola di Rigenerazione urbana ed ambientale. “Il punto di partenza è iniziare dalla conoscenza dell’enorme patrimonio dismesso presente nel nostro Paese e fare riferimento ad alcune esperienze esemplari fatte in Europa: a Bilbao, a Glasgow, nella Ruhr”. L’obiettivo è rendere la città bella, efficiente, equa, sicura e sostenibile, cosa di cui si occupa appunto la scuola LaFeniceUrbana.
Per riuscirci si dovrà “migliorare la qualità dell’abitare”, ha aggiunto Mario Cucinella, architetto, designer e accademico italiano, attraverso “progetti sostenibili per ridare vivibilità alle comunità locali e restituire all’architettura quel ruolo di responsabilità sociale che in questo momento sta avendo un difficile dialogo con la storia”. Tra questi progetti figura “la produzione di energia da fonti rinnovabili integrata negli edifici”, ha sottolineato Francesco Asdrubali, ordinario di Fisica tecnica ambientale presso l’università degli studi Roma Tre, grazie al “fotovoltaico integrato in copertura degli edifici consente, a costi competitivi”.
“Iniziamo tutti insieme dalla Capitale con #RomaSmart2030. Con l’istituzione del Laboratorio smart city di Roma Capitale, cittadini, associazioni, imprese, università e amministrazione capitolina stanno lavorando per i progetti cambieranno il volto della Capitale”, ha proposto Leandro Aglieri, presidente di RiCostruiamoRoma. Tra questi, propone Fabrizio Capaccioli, company director Asacert e vicepresidente Green building council Italia, “l’utilizzo di protocolli energetico-ambientali resi efficaci grazie alle necessarie e obbligatorie attività di controllo”, così da monitorare la spesa.
Nel corso della conferenza, Angela Cresta, docente presso l’università degli studi del Sannio, ha presentato la XIV edizione del rapporto “Energia e territorio” realizzato dalla Società geografica italiana onlus. Lo studio, ha spiegato la docente, illustra scenari e modelli previsionali su scala globale, europea e nazionale, insieme a casi studio regionali, per declinare e interpretare un tema complesso e interdisciplinare come quello dell’energia. “Una nuova geografia globale dell’energia mondiale che trova nel processo di transizione energetica, guidato dalla decarbonizzazione, dall’utilizzo delle fonti rinnovabili e dall’efficientamento energetico, il principale elemento di cambiamento, nonché riferimento essenziale dei modelli e degli scenari dettati dalle attuali politiche energetiche e dagli impegni assunti per il futuro in ambito internazionale, europeo e nazionale”, ha spiegato.
Durante il convegno sono inoltre intervenuti Virginia Raggi, sindaca di Roma Capitale; Alfonso Pecoraro Scanio, presidente fondazione UniVerde; Alessandro Toscano, prorettore per l’Innovazione e il trasferimento tecnologico, università degli studi Roma Tre; Livio de Santoli, prorettore alla Sostenibilità della Sapienza università di Roma; Claudio Cerreti, presidente Società geografica italiana onlus; Riccardo Toto, direttore generale di Renexia.
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