La tecnologia bitcoin potrebbe causare già nel 2033 un aumento delle temperature globali di 2°C, se dovesse raggiungere la stessa velocità di diffusione di tecnologie come carte di credito o smartphone. E’ quanto emerge da uno studio, realizzato dall’Università di Hawai’i (Mānoa, nella contea di Honolulu), che ha effettuato una proiezione dei possibili consumi di energia elettrica di questi sistemi. La ricerca è stata pubblicata su Nature Climate Change.
Bitcoin ed effetti del climate change
“Attualmente, le emissioni derivanti dai trasporti, dagli edifici o dalla filiera dal cibo sono considerate i principali fattori che contribuiscono al cambiamento climatico in corso“, afferma uno dei ricercatori del team Katie Taladay. “Questa ricerca dimostra che i Bitcoin dovrebbero essere aggiunti a questa lista.”
I parametri valutati dallo studio
Gli studiosi hanno valutato in particolare l’efficienza energetica dei computer che sono utilizzati nelle operazioni legate ai bitcoin, la loro posizione geografica e le emissioni di CO2 registrate in quei paesi. Dai dati è emerso come la quantità di CO2 legate a questi sistemi si attestino a circa 69 mln di ton.
Critiche allo studio
Sullo studio si sono espressi anche diversi esperti di settore che hanno contestato i risultati sottolineando come sia molto improbabile che la tecnologia bitcoin abbia gli stessi ritmi di diffusione di soluzioni ormai divenute pervasive come gli smartphone.
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