Ogni settimana in Italia consumiamo 50.000 metri quadrati di suolo a danno della biodiversità. Negli ultimi sei anni una città di cemento, delle dimensioni di Lecce (circa 14 chilometri quadrati), è nata lungo le coste italiane. Sono i dati allarmanti del nuovo report Urban Nature 2021 “Verso Città ‘Nature Positive’: decementifichiamo il nostro territorio – rinverdiamo la nostra vita” che Wwf Italia ha pubblicato per l’evento Urban Nature del 10 ottobre, in occasione della Festa della Natura in città.
Attraverso tre filoni tematici – “Decementifichiamo le città”, “Nutriamo la biodiversità” e “Rinverdiamo le nostre scuole” – il report raccoglie una rassegna di progetti pilota, proposte e modelli. Tali best practice sono tratte da esperienze italiane, europee ed internazionali per rivoluzionare i paradigmi delle nostre città. Hanno contribuito alla realizzazione dello studio anche docenti del politecnico di Milano e delle università di Roma Sapienza, Roma Tre, del Molise e dell’Aquila.
Decementificare le città italiane
Ridefinendo la geografia della biodiversità urbana e le sue peculiarità per migliorare lo stile di vita nelle nostre città, il report mette in luce quelli che definisce “i ritardi della pianificazione urbana fuori misura e fuori tempo, rispetto alle condizioni attuali”. Secondo i dati, il 20% del nostro territorio è governato da piani urbanistici comunali antecedenti al 1995 e 2,5 milioni di persone risiedono in Comuni con strumenti urbanistici risalenti tra il 1969 e il 1977.
Per rispondere a questa emergenza, il rapporto mette in risalto la necessità di una pianificazione urbana rinnovata capace di misurarsi “con le sfide epocali dell’adattamento climatico degli insediamenti, della mitigazione delle emissioni legate all’organismo urbano e che sia capace di usare con sempre maggiore sapienza gli strumenti sofisticati della densificazione urbana (infilling) e della deimpearmibilizzazione (de-sealing), assumendo l’orizzonte del bilancio zero del consumo di suolo”, si legge a commento in una nota stampa.
Nutrire la biodiversità
Come riporta lo studio, anche nell’agricoltura urbana, nella gestione del verde pubblico e privato vengono usati nelle nostre città biocidi e prodotti fitosanitari, indoor e outdoor. Fanno parte di questa rassegna gli insetticidi contro le zanzare e i diserbanti nella gestione dei bordi stradali e infrastrutture verdi. Il glifosato è quello più utilizzato, anche se ritenuto altamente tossico e inquinante, la cui autorizzazione a livello europeo scadrà nel dicembre 2022. In questo contesto, il Wwf promuove l’iniziativa europea “Città libere da pesticidi” che prevede l’adozione di un protocollo per bandire queste sostanze chimiche nocive per la salute e la biodiversità.
La scuola, la gestione del verde e il progetto Aule Natura
Il report fa infine il punto sul ruolo della scuola nella gestione del verde scolastico. In media, ogni studente italiano ha a disposizione 8,5 metri quadrati di spazi aperti ma serve promuoverne la gestione. Questo potrebbe contribuire a migliorare il benessere degli studenti e costituire un’opportunità educativa di contatto con la natura.
Con il progetto Aule Natura il Wwf offre uno spazio educativo di 80 metri quadrati che riproduce diversi microhabitat e offre una didattica multidisciplinare. L’iniziativa, lanciata lo scorso anno, si stanno affermando con la realizzazione di prototipi installati nella scuola G. Pascoli di Bergamo e all’Ospedale Bambin Gesù a Palidoro (Fiumicino). In tutto, sono 52 sono le Aule Natura che nell’arco di tre anni si prevede di realizzare.
Ripensare le città, Wwf Italia: “Legge sul consumo di suolo non più rinviabile”
Il consumo di suolo amplifica gli effetti del cambiamento climatico e riduce gli spazi naturali: “Non è più rinviabile una legge sul consumo del suolo. Le nostre città vanno ripensate per affrontare la crisi climatica e migliorare il benessere e la qualità della vita delle comunità. Riportare la natura in città servirà anche ad invertire la curva della perdita di biodiversità che sembra oggi irreversibile”, dichiara in nota la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi.
La città contemporanea va riconfigurata in ottica ecologica, con infrastrutture verdi e servizi ecosistemici forniti dalla rete di aree naturali presenti nel tessuto urbano: “Il 55% della popolazione mondiale abita in città ed è proprio nei centri urbani che si genera il 70% delle emissioni globali, per cui non è rinviabile un piano urgente per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, su una mobilità collettiva efficiente e green e sulla creazione di spazi verdi urbani diffusi”, conclude la presidente.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.