Condizioni climatiche estreme. Temperature a 30° sotto lo zero. Almeno 400 km di tragitto giornaliero. Il viaggio che intraprenderanno i due Youtuber Silvia e Andrea a bordo della loro Tesla Model 3 Long Range, ha il sapore dell’avventura. L’Arctic Expedition, la spedizione organizzata da Tesla Club Italy, punto di riferimento italiano per tutti gli appassionati e possessori di un’auto elettrica, ed ElektronVolt Italia, prevede di coprire 9.000 km con un’auto elettrica. Silvia e Andrea partiranno il 20 gennaio da Milano per raggiungere Capo Nord e tornare il 9 febbraio nella sede di Genova di Duferco Energia, tra gli sponsor del viaggio. Attraverseranno sette Stati – Italia, Germania, Svizzera, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia – e parteciperanno all’Husky e Rendeer Safari, inseguiranno l’Aurora Boreale e scopriranno le terre nordiche con tour fotografici.
I maggiori timori per la riuscita del viaggio riguardano la resa della batteria, oggi vero tallone d’Achille dell’auto elettrica. Tra i fattori che ne comprometteranno l’autonomia ci sono la rigidità delle temperature, come per qualsiasi batteria al litio, inclusa quella montata nel nostro smartphone, e il riscaldamento del mezzo. “Non è stata apportata alcuna modifica al veicolo. Come unica accortezza abbiamo montato gli pneumatici da neve per garantire la sicurezza dei passeggeri”, spiega a Canale Energia Federico Lagni, presidente del Tesla Club Italy. Secondo una stima, spiega Lagni, la perdita di autonomia della macchina potrebbe superare anche il 25%.
Un viaggio soli senza aiuti
La Tesla Model 3 monta una batteria da 75 kWh con 560 km nominali di autonomia per circa 400 km effettivi. Silvia e Andrea viaggeranno da soli senza aiuti di alcun tipo, sperando all’occorrenza nel soccorso di uno dei club Tesla europei che patrocinano il viaggio: “Se dovesse esserci un problema la famiglia è tanto grande”, afferma convinto Lagni. Silvia e Andrea potranno ricaricare l’auto alle stazioni Supercharger di Tesla, in circa 45 minuti “a seconda della temperatura esterna”, o alle paline per la ricarica lenta degli hotel in cui soggiorneranno, “scelti appositamente perché dotati di infrastrutture di ricarica, come si dovrebbe fare in qualsiasi tipo di viaggio”. Qui saranno necessarie almeno sei ore per passare dal 0% al 90% di carica con 11 kW di energia in entrata. “Ma il problema non c’è – commenta sicuro Lagni – bisogna fermarsi per dormire!”.
Frenata rigenerativa e ricarica in discesa: i punti di forza per affrontare il viaggio
Come nei lunghi viaggi, non sarà possibile pianificare nel dettaglio ogni tappa. Bisognerà un po’ improvvisare. In quei casi, oltre alla lunghezza, si terrà conto del ‘dislivello’. “In questo – precisa Lagni – l’auto elettrica è molto vantaggiosa perché in discesa genera elettricità e ricarica la batteria”. La modalità di guida inciderà poco sulla durata della batteria se si sfrutterà la “frenata rigenerativa”: “Quello elettrico è un freno motore se paragonato al tradizionale endotermico, ossia frena con il motore. Se si frena con i freni si incide fino al 10% sull’autonomia del mezzo”.
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Tra gli obiettivi dichiarati dell’iniziativa c’è quello di dimostrare a un pubblico molto ampio la versatilità dell’auto elettrica. Obiettivo che un po’ stride con la scelta del modello, non alla portata di tutti e non usato da tutti. “È innegabile che oggi viaggiare con una Tesla non è come viaggiare con una qualsiasi altra auto elettrica. L’azienda, oltre a produrre il mezzo, ha realizzato una rete di ricarica capillare e vantaggiosa – risponde Lagni – Il fatto che la macchina sia economicamente ancora molto meno vantaggiosa di quello che le persone vorrebbero è un dato oggettivo, che non va nascosto, ma il mercato è ancora in fase di lancio. Basti pensare che la Tesla S partiva da 90 mila euro contro i 49 mila euro della Model 3”. Inoltre, rimarca , “c’è ancora un forte divario tra la potenza delle Tesla e il prezzo di vendita. Se si fa un paragone con le auto di pari categoria questa è addirittura economica”.
Assente il dato preciso sulle emissioni di CO2 che verranno prodotte durante il viaggio, non dall’auto ma dal consumo di energia, “avremmo dovuto prendere la quantità di CO2 emessa per produrre una quantità specifica di energia in un determinato Paese”. Dalla media elaborata si stimano dai 1.400 kg ai 1.800 kg di CO2 che saranno compensati con la piantumazione di alberi insieme a Treedom. “Niente è completamente green – ammette Lagni – ma l’elettrico è sicuramente più green di diesel e benzina. Questo è certo”.
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Chi vorrà controllare dove si trova la macchina, monitorare la velocità istantanea e la temperatura esterna e interna potrà farlo consultando la mappa con i dati di telemetria presente sul sito dedicato all’iniziativa. Oppure consultando i gruppi Telegram dedicati e guardando i video che quotidianamente Silvia e Andrea gireranno. Come in una vera webserie.
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