World Snow Day 2024, l’impatto del riscaldamento globale sulla riduzione del manto nevoso

Le temperature superiori a -8 °C sono particolarmente pericolose per la neve, come dimostra uno studio pubblicato su Nature.

Domenica 21 gennaio si celebra il World Snow Day, la Giornata mondiale della neve. Si tratta di una ricorrenza istituita dalla Federazione internazionale sci e snowboard (FIS), per celebrare gli sport invernali e ricordare come “le nuove generazioni debbano crescere avendo cura dell’ambiente, in modo che anche loro e i loro figli possano giocare sulla neve in futuro”.

World Snow Day, Giornata mondiale della neve, 21 gennaio
Foto di Jasper Guy su Unsplash

Qualcosa su cui riflettere in occasione del World Snow Day

La paura è proprio quella di vederne sempre meno, di neve, in futuro. Uno studio condotto da Alexander Gottlieb e Justin Mankin, ricercatori del Dartmouth College di Hanover (New Hampshire), dimostra come il riscaldamento globale causato dalle attività umane sia responsabile della riduzione del manto nevoso registrata fra il 1981 e il 2020 nell’emisfero settentrionale.

World Snow Day, Giornata mondiale della neve
a–d, Trend in March SWE from 1981 to 2020 in in situ observations. e, Spatial pattern correlation (ρ) of 1981–2020 March SWE trends between the CMIP6 multimodel mean HIST (red symbols) and HIST-NAT (blue symbols) simulations and each observational (OBS) SWE product. Gottlieb, A.R., Mankin, J.S. Evidence of human influence on Northern Hemisphere snow loss. Nature 625, 293–300 (2024).

Il rischio di raggiungere un “punto di non ritorno”

Fra i risultati dello studio, pubblicato il 10 gennaio sulla rivista Nature, ce n’è un altro che desta particolari preoccupazioni. Le temperature superiori a -8 °C sono particolarmente pericolose per la neve: le aree che oltrepassano regolarmente questo limite sono quelle maggiormente a rischio. Qualche esempio? Il nord-est e il sud-ovest degli Stati Uniti, insieme a gran parte dell’Europa.

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Giornata mondiale della neve tra siccità e crisi climatica

È importante riflettere su questo dato non solo in vista dei prossimi Giochi olimpici invernali (Milano-Cortina 2026), ma anche guardando ai luoghi che dipendono dalla fusione della neve primaverile come fonte d’acqua e che rischiano di trovarsi a fare i conti sempre più spesso con la siccità.

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Non saranno d’aiuto neanche le bufere di neve che, anzi, rientrano fra i pericolosi fenomeni meteorologici estremi che si stanno intensificando con la crisi climatica. L’aumento delle temperature medie globali, infatti, fa sì che la neve si sciolga più velocemente.


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