Dove posizionare i punti di ricarica per i veicoli elettrici? Il Comune di Roma Capitale lo chiede ai cittadini o chiunque abbia un’idea in merito. Anche durante l’estate si può inviare la propria segnalazione attraverso il portale dedicato per contribuire all’installazione omogenea delle colonnine sul territorio.
Intermodalità in Italia
Il Piano Capitolino della Mobilità Elettrica 2017-2020 prevede l’installazione di 700 colonnine in 6 aree della Città entro il 2020. Unico esempio sul territorio nazionale, è stato redatto, come si legge nel documento, rispettando sia il PGTU-Piano generale del traffico urbano sia il PNIRE- Piano nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica. Ad oggi 3 i lotti per cui sono arrivate al Dipartimento Mobilità richieste per l’installazione di 120 colonnine: “L’obiettivo è metterle a servizio della città nel più breve tempo possibile”, evidenzia il Primo cittadino Virginia Raggi in un post pubblicato su Facebook, visto che sono state già installate “nuove ricariche nel quartiere Eur, in occasione del campionato di ABB Formula E, un evento internazionale che la Capitale ha avuto il piacere di ospitare”.
Queste indicazioni, riguardanti anche il tipo di veicolo adoperato e gli orari dello spostamento, si aggiungeranno ai dati sui flussi pedonali e veicolari raccolti a partire dal prossimo settembre con sensori bluetooth posti in 27 aree del centro storico. Il Comune punta a individuare le aree in cui realizzare nuove isole pedonali e zone 30. Azioni, recenti, che si sposano alla stesura del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS): ora alla sua seconda fase prevede la scelta, da parte dei cittadini, delle priorità di intervento tra ciclabili, potenziamento di nuove preferenziali per il TPL o creazione di isole ambientali.
Diverso capoluogo, diversa strategia. A Torino in autunno partirà la sperimentazione sulle auto a guida autonoma. La Giunta comunale ha recentemente siglato l’intesa col Ministero dei Trasporti mettendo a disposizione un’area di circa 35 km che comprende i principali assi stradali.
Esempi di una pianificazione integrata della mobilità, indispensabile a snellire il traffico urbano, a veicolari ciclisti, pedoni e guidatori e a stimolare l’uso di più mezzi e modalità di trasporto. Indispensabile dato il trend in crescita del +2,8% nel 2016 del tasso di motorizzazione: in Italia sono state registrate 625 autovetture ogni 1.000 abitanti rispetto alle 608 del 2013 (dati ACI e Istat). La mobilità sostenibile è “un progetto concretissimo anche nel nostro Paese”, come evidenziato da Andrea Boraschi, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace, ma continuare a “potenziare un singolo aspetto – sia ad esempio il TPL o la ciclabilità – senza sfaldarlo fortemente a ogni altra forma di mobilità sostenibile”. E l’intermodalità può canalizzare più utenti verso nuove modalità di trasporto.
Molti studi conferiscono a Milano la medaglia d’oro nella promozione dell’intermodalità. Un lavoro che non si ferma: dal 1° gennaio 2020 è previsto che la flotta dei servizi di scooter sharing a due o tre ruote potrà essere costituita esclusivamente da veicoli elettrici, anche per le due flotte già circolanti. Nei prossimi mesi il Comune pubblicherà un bando, il cui testo è stato recentemente approvato in Giunta, per incentivare la mobilità elettrica e condivisa per auto, bici, scooter, mezzi innovativi – come segway, hoverboard, skateboard, monopattini e monoruote – che siano omologati o idonei a circolare su strada.
TPL e ciclovie turistiche
Ammontano a 1.397.000.000 e a 338.000.000 euro le risorse previste per, rispettivamente, la realizzazione di infrastrutture del trasporto rapido di massa e la messa in sicurezza delle ferrovie non interconnesse. Sono i fondi sbloccati dal Ministero dei Trasporti con l’approvazione di due schemi di decreto in Conferenza unificata (convocata straordinariamente l’1 agosto). Vi si aggiungono gli oltre 161.000.000 di euro sbloccati con la firma del Ministro Danilo Toninelli e dei colleghi di Governo Alberto Bonisoli e Gian Marco Centinaio per la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche.
Il comparto navale
La decarbonizzazione dei trasporti non tocca solo quello su gomma e ferro. Il settore navale dovrà rispettare obblighi stringenti per la riduzione delle emissioni di SOx, pari al 13% di quelle totali provocate dal comparto. Dal 1° gennaio 2020 non si potrà superare il limite dello 0,5% di zolfo presente nei carburanti, come stabilito dall’International Maritime Organization-IMO. In Italia il tavolo di lavoro promosso in seno al Ministero dei Trasporti, e coordinato dall’Associazione dei porti italiani, punta a spingere l’uso del GNL nei porti del Paese. Così da promuovere lo sviluppo di una infrastruttura nazionale di gas naturale liquefatto secondo quanto previsto dalla DAFI. E da stimolare vacanze più sostenibili magari a bordo di una nave da crociera a GNL.
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