Favorire lo sviluppo di una rete elettrica resiliente, sicura e sostenibile nel Mediterraneo è fondamentale per promuovere la transizione energetica. Questo percorso deve attuarsi mediante l’adozione di un modello sinergico, che aumenti l’efficienza complessiva del sistema e generi economie di scala negli investimenti e nelle operazioni. E’ stato questo il fil rouge della conferenza di chiusura online del progetto Mediterraneo 2 (2018- 2020), tenutasi ieri. L’iniziativa rappresenta la seconda fase del progetto Mediterraneo 1 (2015- 2018), entrambi promossi da un consorzio formato da 20 partner di 18 Paesi UE ed extra-UE coordinati da Med-Tso, l’associazione dei gestori dei Sistemi di trasmissione del Mediterraneo (Tso).
Progetto Mediterraneo 2 per una rete resiliente, i risultati raggiunti
A illustrare i risultati raggiunti nell’ambito del progetto Mediterraneo 2 è stato in particolare Angelo Ferrante, segretario generale di Med-Tso. Elementi chiave dell’iniziativa, ha spiegato, sono stati la condivisione di conoscenze e la creazione di data base. Questi strumenti ha detto “favoriscono lo scambio di informazioni e facilitano la realizzazione di analisi di scenario”. Per quanto riguarda il Mediterranean masterplan, realizzato nell’ambito del progetto, gli studi elaborati “hanno riguardato 15 progetti, per 18 GW totali di capacità di nuova interconnessione. E più di 4100 km di infrastrutture, divisi in corridoi fra l’est Mediterraneo e il Middle East”.
Regolazione e progetti pilota
In tema di regolazione, invece, ha aggiunto Ferrante, il progetto ha prodotto diversi report. “E’ stato consolidato un percorso volto all’individuazione di obiettivi legati a un quadro regolatorio comune, già avviato con Med1”. Sono inoltre stati definiti “possibili candidati per progetti pilota da avviare nell’ambito di un prossimo progetto intitolato Teasymed”. Quest’ultima iniziativa, in particolare, si inserisce nel solco già tracciato da Med1 e Med2. E si concentra per lo più sull’attuazione pratica delle linee guida, regole e metodologie definite nei primi due progetti. Il tutto sviluppando progetti pilota in aree selezionate della regione mediterranea. E rafforzando la cooperazione in operation.
Condivisione dei dati
Altro risultato del progetto è poi la gestione e la condivisione dei dati. Tra le varie attività promosse nell’ambito di Med2 “abbiamo inoltre lavorato a un piattaforma web comune. Un progetto che andrà online in questi giorni, che ora include una mappa della rete e dati statistici sulla generazione, sulla domanda, sullo sviluppo della rete (…). Questo sito sarà la base per la futura piattaforma dove dati in tempo reale potranno essere scambiati ed elaborati. L’obiettivo è ottenere previsioni e informazioni sulla capacità di interconnessione pianificata delle reti o sui prezzi di mercato dell’energia”.
Scenari e sfide al 2030
Nel corso dell’evento non è mancato uno sguardo ai possibili scenari futuri relativi al settore elettrico. Emmanuel Bué del Med-Tso working group economic studies and scenarios ha descritto in particolare uno scenario elaborato al 2030. Tra i diversi dati previsionali è emerso come la regione del Mediterraneo vedrà un aumento di capacità. Si tratta di un trend legato alla necessità affrontare le sfide della sicurezza di approvvigionamento e della decarbonizzazione delle generazione. Nello specifico, nel periodo 2018 -2030, si prevede una crescita di solare ed eolico. Il solare avrà un aumento di 4 -5 volte il dato del 2018, mentre per l’eolico l’incremento sarà pari a tre volte il valore registrato quell’anno.
Un confronto sul futuro della rete elettrica
L’evento conclusivo del progetto Mediterraneo 2 è stato anche l’occasione per un dibattito sulle sfide del settore energetico nel Mediterraneo. A discutere di questi temi sono stati Nasser Kamel, segretario generale della Union for the Mediterranean, Gülefşan Demirbaş, presidente di Medreg – Association of Mediterranean energy regulators; e Hervé Laffaye, presidente di Entso-E – European network of transmission system operators for electricity.
I driver del settore elettrico
Laffaye, in particolare, ha sottolineato come tra i driver che caratterizzeranno il settore elettrico nel periodo 2030-2050 ci saranno “la trasformazione rapida del mix energetico” e “il crescente bisogno di un flessibilità e di generazione distribuita”. In quest’ottica, ha aggiunto, è necessario favorire “un sistema composto da sistemi interconnessi”. Ma come raggiungere questo risultato? “Abbiamo bisogno di multiplayer, ambiti d’azione più trasversali, coordinamento trasversale tra i continenti, cooperazione e interconnessione”, ha sottolineato il presidente di Entso-E.
Partnership pubblico – privato
Altro elemento chiave per favorire un sistema elettrico interconnesso ed efficiente secondo il segretario generale della Union for the Mediterranean, Kamel, è la capacità “di mobilitare investimenti privati e di favorire partnership pubblico – privato”.
Le sfide della regolazione
Gülefşan Demirbaş, presidente of Medreg – Association of Mediterranean energy regulators, ha infine inquadrato il dibattito sul piano della regolazione. Da questo punto di vista, ha detto, le sfide riguardano “la mancanza di armonizzazione sul piano legislativo e su quello delle regole di mercato” e la mancanza di un regolatore indipendente in alcuni paesi. Ma anche la mancanza di informazioni pubbliche riguardanti il prezzo di mercato.
Il ruolo chiave del decisore politico
A sottolineare la natura poliedrica del percorso di realizzazione di una rete elettrica resiliente è stato Chaher Boulakhras, presidente di Med Tso. Se da una parte è necessario superare ostacoli di natura finanziaria e regolatoria, dall’altro, è fondamentale comprendere la centralità del ruolo del decisore politico per attuare questo percorso virtuoso. Solo tramite una visione integrata tra piano tecnologico, regolatorio e politico si potrà promuovere in modo efficace l’evoluzione verso la rete elettrica del futuro.
L’impatto Covid-19
Sul ruolo dei governi si è soffermata anche Cristina Lobillo, direttrice della direzione Politiche energetiche della dg energia della Commissione europea. Lo “shock senza precedenti” creato dal Covid ha affidato ai governi “la responsabilità” di affrontare questa situazione. Il tutto mettendoli nella condizione di cogliere le opportunità di una svolta in chiave sostenibile nel solco del percorso segnato dal Green deal europeo e dagli strumenti messi in atto per gestire la pandemia. In questo contesto il ruolo delle infrastrutture è fondamentale come parte di un percorso che deve coniugare crescita economica, sviluppo sostenibile e “creazione di posti di lavoro”.
Lavorare in sinergia
Tanti sono stati poi i rappresentanti delle istituzioni presenti all’evento. Tra questi il vicepresidente del parlamento europeo Massimo Castaldo che ha contestualizzato il tema delle infrastrutture elettriche nel quadro più ampio del European green deal. La sfida, ha detto in particolare, è quella di “lavorare in sinergia” per favorire una transizione verso un modello energetico sostenibile e resiliente, anche da un punto di vista sociale.
Una visione trasversale
Il tema della necessità di una visione trasversale al piano economico, tecnologico e regolatorio, è stato in generale il fil rouge degli interventi del ministro egiziano dell’Energia H.E. Mohamed Shaker, del suo omologo algerino H.E. Eddine Chitour e del direttore generale per la Transizione energetica e l’elettricità del ministero dell’Industria tunisino Belhassen Chihoub. Da tutti gli interventi è emerso il ruolo chiave di una rete di infrastrutture elettriche interconnesse e flessibili nella promozione di un sistema energetico resiliente e pronto ad affrontare la crescita delle rinnovabili.
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