Sei un eco turista? Se fai la raccolta differenziata anche nel luogo in cui alloggi, prediligi le attività out door, raggiungi le tue mete con il treno o il car sharing e scegli di acquistare prodotti a km zero rispondi ad alcune delle indicazioni definite nel decalogo dell’ecoturista consapevole.
A dirlo lo studio promosso da Espresso Communication per ConLegno, che ha coinvolto un panel di 15 docenti universitari e circa 1.200 persone tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio sui principali social network, blog, forum e community.
“Nonostante la crisi, il turismo, ed in particolare quello sostenibile, è uno dei pochi settori in costante crescita nel nostro Paese. Ma l’ecoturismo non dovrebbe essere percepito solo come una tendenza bensì come una vera e propria realtà comprendendo l’estrema delicatezza del nostro ecosistema – afferma Sveva Magaraggia, docente di Turismo e comunità locale all’Università Bicocca di Milano.
Le motivazioni per una vacanza ecosostenibile
Una maggiore consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente (62%), seguita dal desiderio di conoscere le tradizioni culturali ed enogastronomiche locali (53%), una volontà di entrare in contatto con la natura (52%) e dedicarsi al benessere psico-fisico personale praticando attività sportive (48%). Infine, contribuire al sostegno dell’economia e dello sviluppo locale (34%).
Queste le motivazioni indicate dal monitoraggio social dell’indagie che disegna anche un identikit del turista green: prevalentemente donne 56% tra i 18 e i 30 anni (58%). Tra di loro la maggior parte ha un titolo di studio medio-alto (71%) e provengono principalmente dalle grandi città. In testa Milano (57%), seguita nella top 5 da Roma (52%), Bologna (51%), Firenze (50%) e Torino (49%). Meno attenti gli over 50 che segna un interesse ad aspetti green del 34%.
Un interesse che nasce secondo Matteo Colleoni, docente di Sociologia del Turismo e Politiche Urbane all’Università Bicocca di Milano da un interesse verso “la qualità della propria vita”.
Le mete green più ambite in Italia e all’estero
Nel Bel Paese le mete green più gettonate dagli italiani sono: Sardegna (38%), riconosciuta dalla Commissione Europea come meta sostenibile per eccellenza, i parchi nazionali di Gargano e Murge in Puglia (34%), le Dolomiti in Trentino (31%), patrimonio dell’UNESCO, con il Parco Naturale Regionale dell’Etna (29%) in Sicilia e Marche con Umbria (27%) con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
In Europa i turisti italiani preferiscono: le isole incontaminate della Grecia (22%), il tour dell’Andalusia in Spagna (19%), la regione dei laghi del Fermanagh in Irlanda (17). Al 13% la Svezia con il suo statuto di ecoturismo (è la seconda nazione ad averlo adottato) e il primo marchio ecologico europeo ‘Nature’s Best’.
“L’ecoturismo favorisce innanzitutto una maggiore consapevolezza dei turisti sulle destinazioni visitate e sull’impatto ecologico che si traduce in comportamenti responsabili anche a casa”, secondo Chiara Mio, direttore del Master in Economia e Gestione del Turismo all’Università Ca’ Foscari di Venezia. “Il turismo responsabile va oltre le eco-certificazioni o le politiche verdi degli hotel – conclude la prof.ssa Mio – Va inteso come un nuovo modo di concepire la vacanza e, ancor prima, il proprio modo di acquisto e consumo, promuovendo non solo la salvaguardia delle risorse ambientali, ma anche la diversità culturale, e abbracciando valori di consapevolezza, sobrietà, equità e rispetto delle persone e dei luoghi”.
Di seguito il decalogo dell’eco turista consapevole
- Rispettare la raccolta differenziata del luogo nel quale si soggiorna
- Preferire ristoranti che presentano nel menù prodotti biologici del territorio
- Raggiungere, se possibile, le località di villeggiatura in treno o sfruttando il car sharing
- Acquistare prodotti a km zero direttamente dal produttore
- Prediligere le attività outdoor per entrare in diretto contatto con la natura praticando anche sport come trekking, ciclismo, equitazione e canottaggio
- Programmare escursioni in aree archeologiche e borghi storici per conoscere le tradizioni autoctone affidandosi a guide del posto
- Acquistare souvenir che valorizzino l’artigianato locale
- Chiedere ospitalità ai proprietari di aziende agricole e piccole realtà artigianali per calarsi nello spirito del luogo e imparare a svolgere piccole attività
- Alloggiare in strutture localizzate a distanza sostenibile dalle spiagge e dalle aree protette
- 10. Soggiornare in agriturismi, campeggi o affittare una casa nell’entroterra generando una fonte di reddito per i locali e favorendo lo sviluppo sostenibile della zona
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