Il pacchetto “Fit for 55”, annunciato dalla Commissione europea, ha destato non poche preoccupazioni, soprattutto nel settore automotive e in quelli correlati, poiché l’urgenza, i tempi stringenti e gli obiettivi al rialzo rischiano di impattare in modo negativo su intere filiere e sui consumatori finali.
Queste sono state le perplessità e inquietudini espresse anche all’interno della Assemblea pubblica di Federchimica – Assogasliquidi svoltasi ieri 15 luglio in situ e online, dal tema:”Scenari di decarbonizzazione e sostenibilità, il ruolo dei gas liquefatti Gpl e Gnl”.
Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi, ha aperto l’assemblea affermando che, nonostante la pandemia, questa industria non si è mai fermata, anzi il Gnl ha visto una crescita e le forniture sono state garantite in tutta sicurezza, proteggendo i dipendenti.
In merito alla nota arrivata dall’Unione, dice: “Siamo preoccupati, ma dal punto di vista industriale faremo tutto il possibile, noi non ostacoliamo la decarbonizzazione, anzi al 2050 vogliamo offrire un prodotto completamente decarbonizzato, grazie a ricerca e sviluppo e investimenti, ma le istituzioni devono mantenere uno scopo nell’industria che c’è, le scelte devono rappresentare equilibrio e neutralità, altrimenti abbiamo tutto il diritto di esprimere preoccupazione per le famiglie e l’impatto sociale che avrà”.
Gdf e Vigili del fuoco preziosi alleati del settore
Successivamente, sono intervenuti i rappresentanti di due istituzioni fondamentali per il settore, che consentono di lavorare la prima, in un contesto di legalità, la seconda di sicurezza. Trattasi rispettivamente della Guardia di finanza, rappresentata dal colonello Paolo Consiglio e del corpo dei Vigili del fuoco, rappresentato dal loro comandante, l’ing. Fabio Dattilo.
La Gdf da sempre si occupa della illegalità diffusa che riguarda il gpl, per questo è stata consolidata una proficua collaborazione strutturata con Assogasliquidi, sia dal punto di vista logistico che informativo e formativo. Nel 2020, sono state svolte numerose operazioni che riguardavano illeciti, sia sul versante fiscale che sul riciclaggio vero e proprio. Rassicura il dato che, in alcune aree c’è stato l’aumento del 20% di acquisto di prodotto nel mercato legale.
L’ing. Dattilo ha precisato che, bisogna confrontarsi con le imprese, in modo da costruire norme che permettano di lavorare con il giusto equilibrio: “Green non sempre significa safe, ad esempio, l’ammoniaca propellente potrebbe essere il futuro per le navi non avendo il carbonio, ma per questo non è meno tossico. Dove c’è una nuova tecnologia i vigili si mettono a studiare le conseguenze, anche l’idrogeno e le batterie delle auto non sono così sicure, il litio quando brucia produce un acido che contiene fosforo, fortemente nocivo e corrosivo. Pertanto, bisogna esaminare i nuovi scenari e le nuove norme che diventano motivo di confronto, prima queste erano astratte, invece vanno scritte seguendo l’accademia e l’industria allo stesso tempo”.
Il Gnl accompagnerà la transizione ecologica
L’ing. Domenico Impagliazzo del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) dichiara che, il Gnl fa parte di quei combustibili che accompagneranno la transizione ecologica. Facendo il punto, ad oggi si sta intervenendo in un quadro in cui è in vigore la normativa Dafi, che dà il quadro strategico nazionale all’interno del quale sono previste le installazioni di infrastrutture per i combustibili alternativi, tra cui il Gnl.
“Il quesito che ci siamo posti è: ma queste infrastrutture così come sono realizzate, sono in grado di rifornire le navi e i camion? A parte il deposito di Oristano, dalle informazioni in mio possesso sembrerebbe di no. Abbiamo un certo numero di depositi che fanno la rigassificazione, ma non sono in grado di fornire il Gnl per l’utilizzo a bordo delle navi. In questo quadro, a dicembre verrà richiesta la possibilità di creare nel Mediterraneo un’area all’interno della quale tenere sotto controllo le emissioni. Il Gnl è esente da SOx, NOx e particolato, quindi in questo contesto dovrebbe essere agevolato come scelta nell’uso di combustibile per le navi”.
Rifornire una nave da crociera di Gnl è un’impresa importante, la procedura utilizzata oggi è quella di utilizzare delle bettoline, piccole unità che prendono il combustibile da terra e lo portano alle navi, è il cosiddetto bunkeraggio. Questa procedura in Italia non si può ancora utilizzare, perché l’Italia non ha bettoline per il rifornimento del Gnl. Quindi, da ciò emerge che: non si hanno né i depositi per poter rifornire le navi, né le bettoline.
Si sta lavorando per la costruzione della prima bettolina italiana, ad oggi è stato fatto qualche rifornimento sul territorio italiano, ma ad opera di navi provenienti dall’estero, dove poi fanno ritorno. Attualmente è stata colmata l’assenza di una guida tecnica, grazie ai Vigili del fuoco e al Mims, per poter rifornire le navi di Gnl dai camion, oppure rifornire le navi da altre navi, ovvero dalle bettoline.
Qui, si inserisce anche il decreto legge n.59, che prevede misure urgenti relative al Fondo complementare al Pnrr, dove sono stati previsti 800 milioni per le navi, di cui 220 milioni destinati al Gnl. Inoltre, sono state previste: la costruzione di impianti di liquefazione di gas naturale, punti di rifornimento di gas naturale liquefatto e l’acquisto di bettoline, nonché il rinnovo e l’ammodernamento delle navi, anche in fase di costruzione delle stesse.
Transizione significa gradualità
Il messaggio emerso dalla tavola rotonda, specialmente alla luce del pacchetto “Fit for 55” è pressoché unanime: tutti evidentemente favorevoli alla transizione energetica, sottolineando però, come questa non si possa fare repentinamente, ma proprio in quanto transizione, necessiti di gradualità. Invece, gli obiettivi al rialzo e sempre più stringenti dettati da Bruxelles, rischiano di impattare positivamente sul clima, ma negativamente sulle filiere nostrane e sul consumatore finale. Altra osservazione emersa è stata sul fatto che, virare completamente sull’elettrico, senza includere delle alternative rappresentate ad esempio dal gnl, espone anche al rischio geopolitico di una dipendenza totale dalla Cina, per quanto riguarda le materie prime per le batterie, e che queste hanno dei costi di smaltimento tutt’altro che bassi.
Alla tavola rotonda hanno preso parte: l’on. Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento energia della Lega, il sen. Dario Stefano, presidente della XIV Commissione del Senato, l’on. Massimiliano Salini, membro della Commissione industria ricerca e energia, l’on. Carlo Fidanza, membro di più Commissioni ed europarlamentare e l’on. Vannia Gava, sottosegretaria al Mite.
Il punto dell’Autorità e della Ricerca
Stefano Saglia, ex sottosegretario al Mise, oggi membro del collegio Arera, afferma che, l’Autorità ha fatto due interventi relativi ai depositi gnl e nella transizione il gas non solo sostituirà il carbone, ma permetterà di diversificare le rotte, in questo modo lo si potrà acquistare da paesi differenti.
“Il Gnl è una parte fondamentale della transizione, i salti nel mondo dell’energia non si possono fare. Anche sul tema auto elettrica, occorrono ingenti investimenti e la costruzione dell’infrastruttura, allo stato attuale il sistema non riuscirebbe a reggerne la diffusione. Sicuramente, bisogna incrementare le catene di approvvigionamento del Gnl. Abbiamo lavorato sull’incremento della flessibilità dei terminali di Gnl, ma siamo davanti a un limite tecnologico. Il processo di transizione non potrà che durare almeno 20 anni, decarbonizzare significa ridurre l’impatto delle centrali a carbone, molto utilizzate anche nel resto d’Europa. Bisogna capire cosa si può fare realisticamente e tenere presente il passo dell’industria. Ciò che serve è fare un grande programma di transizione, tenendo conto che abbiamo bisogno di un sistema di investimenti realistici da fare e che abbiano una forte impronta ambientale”.
Maurizio Delfanti, AD di Rse conclude dicendo: “Noi siamo vicini agli operatori e mettiamo le nostre competenze al servizio degli scenari futuri, attraverso un approccio integrato che studia sia gli aspetti tecnologici che sistemici. L’evoluzione del sistema energetico è fortemente guidata da un’impostazione che viene dalla mano pubblica, quindi bisogna prendere decisioni avvedute, agganciate alla realtà e con un occhio al futuro. Qui, l’obiettivo è arrivare ad avere solo energia rinnovabile, penso che si debba arrivare a quel traguardo, ma penso anche che molti ingredienti e ricette per arrivarci non le abbiamo ancora tutte in mano. Quindi, la ricerca sulle nuove tecnologie e su come rendere compatibili quelle che già abbiamo con la sostenibilità, è un ingrediente importante. Cambiamenti così drammatici non possono che essere guidati con attenzione”.
Per meglio comprendere le diverse intersezioni di queste nuove prospettive con le filiere nazionali che ci sono o che saranno sviluppate in futuro nel nostro Paese, Rse sta conducendo uno studio insieme a Confindustria energia.
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