Le emissioni globali di CO2 prodotte dal settore dell’energia sono aumentate dell’1,1 per cento nel 2023, anche a causa della siccità che ha influito negativamente sulla produzione idroelettrica. L’incremento registrato, tuttavia, è inferiore a quello del 2022: parliamo infatti di 410 milioni di tonnellate, contro le 490 dell’anno precedente.
Il merito è della continua espansione di solare fotovoltaico, eolico, nucleare e mobilità elettrica: senza le tecnologie verdi, l’aumento globale delle emissioni di CO2 negli ultimi cinque anni sarebbe risultato tre volte superiore. A svelarlo è un apposito rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), pubblicato il primo marzo.
Efficienza energetica e fonti rinnovabili
Nel 2023, a fronte di un incremento del PIL, le economie avanzate hanno assistito a una drastica riduzione delle loro emissioni, che hanno raggiunto il minimo degli ultimi cinquant’anni. È stato il primo anno in cui almeno la metà dell’energia elettrica prodotta è derivata da fonti energetiche a basse emissioni.
La domanda di carbone, inoltre, si è ridotta fino a raggiungere livelli che non si registravano dagli inizi del Novecento. Simili risultati sono dipesi, oltre che dalle rinnovabili, dalla sostituzione del carbone con il gas, dall’aumento dell’efficienza energetica e dalla flessione della produzione industriale.
Gli impegni assunti alla COP28
“La transizione all’energia pulita è stata sottoposta a una serie di ‘stress test’ negli ultimi cinque anni, dimostrando la sua resilienza. Pandemia, crisi energetica e instabilità geopolitica avrebbero potuto far deragliare gli sforzi volti a costruire sistemi energetici più puliti e sicuri. Invece, abbiamo assistito al contrario in molte economie”, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA.
Global CO2 emissions from energy rose less in 2023 than the year before even as total energy demand growth accelerated
The major expansion of technologies like solar, wind & EVs is limiting the increase in emissions & bringing them closer to a peak
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— Fatih Birol (@fbirol) March 1, 2024
“Il passaggio alle fonti rinnovabili prosegue a ritmo sostenuto e tiene sotto controllo le emissioni, anche se la domanda globale di energia è cresciuta maggiormente nel 2023 che nel 2022. Gli impegni assunti da quasi 200 paesi alla COP28 di Dubai, a dicembre, indicano i passi che la comunità internazionale deve compiere per continuare a ridurre progressivamente le emissioni. C’è però bisogno di ulteriori sforzi per consentire alle economie emergenti e in via di sviluppo di aumentare gli investimenti nell’energia pulita”.
Il ruolo di eolico e fotovoltaico
Dal 2019 al 2023, l’energia pulita è cresciuta del doppio rispetto ai combustibili fossili. L’implementazione dell’energia eolica e solare fotovoltaica nei sistemi elettrici di tutto il mondo è stata sufficiente a evitare un consumo annuo di carbone equivalente a quello dei settori elettrici di India e Indonesia messi insieme, e a ridurre la domanda annuale di gas naturale di un importo equivalente alle importazioni europee dalla Russia prima dello scoppio della guerra. Anche il numero crescente di auto elettriche sulle strade – che, nel 2023, rappresentano un’auto nuova su cinque – ha svolto un ruolo significativo nel limitare la domanda di petrolio.
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Il caso di Cina e India
Il Clean Energy Market Monitor sottolinea inoltre, come ha ricordato Birol, che l’espansione dell’energia pulita continua a riguardare i Paesi sviluppati e la Cina, ma necessita di maggiori investimenti per coinvolgere anche i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti. Basti pensare che, nel 2023, il 90 per cento dei nuovi impianti eolici e fotovoltaici è stato installato in Cina e nelle economie avanzate, dove si è registrato anche il 95 per cento delle vendite di veicoli elettrici. La Cina da sola ha aggiunto una quantità di capacità solare fotovoltaica pari a quella che il mondo intero ha implementato nel 2022.
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Tuttavia, un anno storicamente negativo per la produzione di energia idroelettrica e la progressiva ripresa delle attività economiche dopo la pandemia hanno spinto le emissioni del Paese asiatico a crescere di circa 565 milioni di tonnellate, nel 2023. Anche in India sono aumentate di 190 milioni di tonnellate, a causa di una forte crescita del PIL e di una ridotta produzione idroelettrica. Le emissioni pro capite restano comunque al di sotto della media mondiale.
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