Ma restano alcuni nodi: tecnologie, costi e regolazione. Il nuovo numero di e7
Se le tecnologie sono mature, ancora molta strada rimane da percorrere per mettere a punto quadri regolatori certi e soprattutto sul terreno della riduzione dei costi. Secondo quattro grandi player del settore (Enel Distribuzione, Fiamm, Nec e Terna) lo storage è pronto a esprimere il proprio potenziale anche se non mancano da più parti sottolineature di aspetti ritenuti ancora critici. Questo il tema del “dossier” del nuovo numero di e7, il settimanale di QE.
“Il costo di uno storage risulterebbe oggi in molti casi superiore rispetto al complesso degli impianti i cui flussi energetici potrebbe contribuire a regolare”, dice in proposito Riccardo Lama, Pianificazione e Assistenza Rete Elettrica di Enel Distribuzione.
“Da un punto di vista tecnologico non ci sono lati deboli evidenti. La tecnologia ha dimostrato solidità e affidabilità. Il mercato, però, non ha ancora espresso volumi sufficienti per ridurre i costi in modo competitivo”, spiega Nicola Cosciani, a.d. di Fiamm. “La maggior parte dei costi sono fissi e caleranno nel momento in cui la produzione sarà più ampia”, specifica. Di quanto e, soprattutto, quando? “Noi stimiamo che possa essere compresa tra il 20 e il 25%. Non avverrà tra 5 anni, ma tra 2. Non stiamo aspettando un breakthrough di ricerca o di innovazione, ma solo che il mercato parta”.
Ai costi di produzione ancora troppo alti, Nec Italia, che condivide le previsioni di Fiamm, aggiunge altri due fattori di ostacolo: la mancanza di standardizzazione sulle funzionalità richieste ai diversi componenti e l’incertezza del quadro regolatorio.
Proprio il quadro regolatorio è l’aspetto maggiormente critico anche secondo Terna Plus.
“Dopo un lungo periodo di studio – specifica Alessandro Fiocco, amministratore delegato della società del gruppo Terna responsabile dello sviluppo dei nuovi business – gli standard prestazionali sono in continuo miglioramento così come si individuano trend promettenti sul fronte della riduzione dei costi, sia a livello di tecnologia, sia a livello di soluzione. Forse i tempi sono maturi per un approccio regolatorio specifico europeo, che deve tener conto di fenomeni molto diversi”. Quali? “La crisi generale dei consumi, il riposizionamento del mix di fonti energetiche e la ventata di novità introdotte dalle nuove tecnologie e dalle smart grid”.
La tecnologia su cui al momento scommettono gli operatori rimane quella agli ioni di litio.
Nec, per esempio, cerca di sfruttare il doppio binario di sviluppo mobilità-reti elettriche. Una soluzione che, secondo i giapponesi, rappresenta un potenziale superiore (sia dal punto di visto del miglioramento della tecnologia che dell’abbattimento dei costi). Non a caso Nec ha stretto una joint venture con Nissan Renault nel 2008, da cui è nato uno dei più grandi siti produttivi di batterie per il settore automotive.
Ampio lo spettro di soluzioni di Terna Plus.
“Abbiamo avuto il merito di aver posto, primo TSO in Europa, il tema degli accumuli con largo anticipo e attualmente siamo l’unico gestore europeo a testare così tante tecnologie: dagli ioni di litio, ai sali di sodio–zolfo, fino alla cosiddetta zebra”, evidenzia Fiocco. “La destinazione di molte di queste tecnologie ad applicazioni innovative è oggetto di una specifica sperimentazione, svolta in coordinamento con l’Autorità per l’Energia e alcune entità di eccellenza nel campo della ricerca sui sistemi elettrici (RSE e Politecnico di Milano), a valle della quale saremo in grado di avere un presidio unico al mondo sulle tecnologie più adatte ad applicazioni grid. Consideriamo questa un’ottima base per ogni eventuale evoluzione a livello nazionale e sviluppo internazionale”.
“Noi – sottolinea invece Cosciani – vediamo quattro aree principali di mercato: quella rappresentata dai grandi TSO; quella degli operatori di distribuzione in media e bassa tensione; quella degli operatori di microrete, quindi un mercato privato che deve eletrifficare le aree non connesse; infine quella del residenziale”.
Proprio per il segmento domestico non mancano innovazioni interessanti. Nec, per esempio, ha lanciato in Giappone uno storage condiviso in cloud (leggi l’articolo su canaleenergia.com) che gestisce e monitora i consumi residenziali, per consentire la gestione integrata di sensori e sistemi di facility da più fornitori. Si tratta di una sorta di accumulo in rete con una banca energetica condivisa, in vista della completa liberalizzazione della vendita al dettaglio di energia elettrica nel Paese prevista per il 2016.
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