Il 2019 ha visto i giovani di tutto il mondo riempire le piazze per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulla lotta al cambiamento climatico. Nello specifico quello che viene chiesto a governi e aziende è “un cambio di corso radicale” per introdurre modelli produttivi sempre più improntati ai paradigmi della green economy. Una sfida che le aziende sembrano aver accettato, come è emerso nel corso della tavola rotonda organizzata questa mattina a Milano in occasione della presentazione del report “Il mondo che verrà 2020”, realizzato dall’Istituto di studi politici internazionali (Ispi). Lo studio scatta una fotografia dei principali rischi su cui le imprese devono concentrare la loro attenzione nel 2020, inserendo tra le tante questioni geopolitiche da affrontare in modo mirato, anche le criticità legate al riscaldamento globale.
Sostenibilità, opportunità di crescita
In generale, la riduzione dell’impatto ambientale è una questione di cui le imprese hanno compreso la portata strategica. Secondo Marco Sasana, amministratore delegato e country manager di Generali Italia e Global Business Lines, è una “grande occasione da cogliere”. Si tratta di “un tema su cui c’è grande movimento e per noi è importante essere parte di questo movimento”. Sullo stretto connubio tra sostenibilità ambientale ed economica si è soffermato, invece, Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, che ha sottolineato come le imprese debbano “essere veloci” nel cogliere le opportunità derivanti da un approccio green, adottando una vera e propria “politica industriale” strutturata in quest’ambito. A rimarcare la centralità di un approccio sinergico, collaborativo e trasversale alla sostenibilità ambientale è stato l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani, che ha spiegato come sia necessario collaborare sia a livello politico sia a livello dei diversi settori produttivi. Candiani ha inoltre ricordato che Microsoft sarà carbon negative entro il 2030 e che entro il 2050 rimuoverà dall’ambiente tutto il carbonio emesso dall’azienda a partire dalla sua fondazione nel 1975. L’importanza di adottare una visione olistica alla sostenibilità puntando su una produzione green e di qualità fin dalle fasi di progettazione iniziale è stata infine evidenziata dall’amministratore delegato di Boffi, Roberto Giavazzi. Avere a disposizione beni durevoli nel tempo consente, ha precisato, di gravare meno sull’ambiente.
Climate change, passare dalla teoria alla pratica
Tornando al report di Ispi, uno dei temi legati alla questione clima emersi con forza è stata la difficoltà relativa al passaggio dal piano teorico a quello pratico nell’implementazione di misure volte ad arginare il riscaldamento globale, come ha spiegato nel suo intervento il vicepresidente esecutivo e direttore di Ispi Paolo Magri: “Tutti, dalle piazze, ai leader al forum di Davos celebrano l’importanza del clima. Tutti meno Trump, i brasiliani, i polacchi e gli australiani, ovvero tutti meno pochissimi. Tuttavia, quando poi si tratta di passare dalle parole ai fatti, vediamo che, accanto all’Europa che mette a disposizione un trilione di euro per affrontare questo cambiamento, la Cop fallisce e la Francia vede emergere i gilet gialli nel momento in cui prova a tassare il diesel. A ciò si aggiunge il fatto che una valutazione di cosa comporti realmente la transizione energetica fa emergere posti di lavoro a rischio. Solo in Germania si stima che, per passare all’auto elettrica, 400 mila posti di lavoro nel settore auto andrebbero persi”.
Transizione energetica, una “sfida fondamentale”
Il tema della transizione energetica è stato citato anche nei due interventi conclusivi della mattinata, tenuti da Giampiero Massolo, presidente di Ispi e Fincantieri, e da Manlio Di Stefano, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, in collegamento video dall’ufficio di Roma. Mossolo ha tracciato un quadro geopolitico capillare degli scenari internazionali, sottolineando come in un periodo di evoluzione, tra le tante questioni da affrontare in modo puntuale, ci sia sicuramente anche “l’irrompere” del tema del cambiamento climatico e della transizione energetica. Quest’ultima questione è stata definita dal sottosegretario Manlio Di Stefano “una sfida fondamentale” legata a doppio filo a quella dell’innovazione tecnologica. In quest’ambito, ha aggiunto il sottosegretario, le nostre aziende “sono già all’avanguardia” e hanno “un know how da esportare”.
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