Il settore dello shale gas americano potrebbe tornare a realizzare profitti nel 2018, nonostante qualche rischio rimanga sul piano finanziario. Lo scenario del comparto si caratterizza, infatti per un aumento del 60% degli investimenti nel 2017 e, stando ai piani aziendali, si stima un ulteriore incremento del 20% nel corso del 2018. Numeri che dovrebbero permettere alla produzione di aumentare di 1,3 mb/g. A tracciare una fotografia del comparto sono due analisti della IEA (International Energy Ageny) Alessandro Blasi e Yoko Nobuoka, nel loro contributo al World Energy Investment 2018 realizzato dall’agenzia.
Un atteggiamento più positivo da banche e mercati obbligazionari
Tra i tantissimi temi evidenziati dal report anche il fatto che i mercati obbligazionari e le banche stiano assumendo un atteggiamento più positivo nei confronti del settore, un cambiamento in linea con i risultati finanziari incoraggianti per il primo trimestre. “Su questa base – spiega l’articolo della IEA – stimiamo che il settore dello scisto nel suo complesso sia sulla buona strada per raggiungere, per la prima volta nella sua storia, un flusso di cassa libero positivo nel 2018. Questo risultato è tanto più impressionante dato il contesto di aumento degli investimenti”
L’impatto positivo dei cambiamenti strutturali
Anche i cambiamenti strutturali, spiega l’articolo della IEA, sono di “buon auspicio per il settore”. Elementi come il recente consolidamento del comparto, abbinato all’acquisizionelo scorso aprile di RSP Permian da parte di Concho (operazione da 9,5 miliardi di dollari), nonché la maggiore partecipazione delle major e di altre società internazionali al settore potrebbero portare “significative economie di scala e accelerare gli sviluppi tecnologici, anche attraverso la digitalizzazione”. Uno scenario legato al fatto che “le società più grandi hanno generalmente una struttura finanziaria più solida e dipendono meno dalle fonti esterne di finanziamento”. In questo senso quindi gli investimenti in scisto di queste realtà saranno meno “vulnerabili alle future oscillazioni dei prezzi del petrolio e delle condizioni finanziarie”.
Alcune incertezze rimangono
Nonostante sembra il comparto sia arrivato a un “punto di svolta”, qualche timore per il futuro resta. “La continua capacità delle aziende di compensare le pressioni inflazionistiche con una maggiore produttività derivante dalla tecnologia o da una migliore esecuzione dei progetti rimane molto incerta”, spiega la IEA. Oltre a questo bisogna considerare la capacita del settore di affrontare le sfide della rivoluzione digitale e di rimanere competitivi rispetto ad altre tipologie di prodotti petroliferi.
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