C’è fermento nel settore tessile indiano, quale il Ministero del Tessile, nei giorni scorsi, ha invitato tutte le parti interessate a presentare suggerimenti per sostituire l’Amended technology upgradation fund scheme (Atufs), che mira a favorire l’occupazione, gli investimenti, la qualità, la produttività e la sostituzione delle importazioni e delle esportazioni nell’industria tessile, promuovendo indirettamente anche gli investimenti nella produzione di macchinari per il settore, con un sistema simile al Production-linked incentive (Pli).
Il sistema del Production-linked incentive
Il Production-linked incentive (Pli) invece è un programma di incentivi legati alla produzione dei prodotti tessili, vale a dire abbigliamento, tessuti e prodotti di tessili tecnici, per migliorare le capacità produttive dell’India e incrementare le esportazioni, con una spesa finanziaria approvata di 10.683 milioni di rupie per un periodo di cinque anni.
L’Atufs è scaduto il 31 marzo 2022 e il Ministero ha chiesto all’Ufficio del Commissario per il Tessile di condividere la bozza della nota tra le parti interessate dell’industria tessile. Il nuovo schema promuoverà lo sviluppo e la produzione locale di macchinari tessili in linea con l’iniziativa faro del Governo Atmanirbhar Bharat.
I punti chiave del nuovo schema
Il miglioramento della scala e della tecnologia, insieme alla sostenibilità, alla conformità, all’innovazione e alla creazione di posti di lavoro, saranno i punti chiave dello schema.
La bozza di proposta preparata dal Ministero per incentivare la modernizzazione del settore tessile, secondo lo schema Pli, comprende due parti. La prima parte incentiverà lo sviluppo e la produzione di macchinari tessili a livello nazionale. La seconda parte sosterrà la modernizzazione di diversi segmenti e anelli deboli della catena del valore tessile.
Gli investimenti stanziati
L’unità di produzione integrata di tessuti della categoria Msme (Micro, small, medium enterprises) per la produzione giornaliera di 16mila metri di tessuto pettinato, poliestere o viscosa per abiti, riceverà un investimento totale di 34,56 crore di rupie (345,600 milioni di euro). Il fatturato annuo sarà di 106 crore e genererà 121 posti di lavoro. L’unità non-Msme dello stesso processo vedrà un investimento di 170 crore di rupie, un fatturato di 550 crore di rupie e genererà 605 posti di lavoro.
Il ruolo dell’industria tessile negli accordi di libero scambio
Il ministro del Tessile indiano, del commercio e dell’industria, dei consumatori e della distribuzione alimentare, Shri Piyush Goyal, intervenendo alla decima Conferenza tessile asiatica Texcon sul tema “Reimagining the textile and apparel industry for the next decade”, ha dichiarato che l’industria tessile ha un ruolo importante da svolgere per il successo degli accordi di libero scambio, sottolineando che questi ultimi con i Paesi sviluppati sono tra le priorità del governo Modi.
Innovazione, riciclo e digitalizzazione del settore
Il ministro Goyal ha sottolineato il ruolo dell’innovazione in tutte le catene del valore nel settore tessile e lo esorta a concentrarsi sul riciclo e la digitalizzazione. Ha inoltre affermato che: “Se l’industria si concentra sull’innovazione, la sostenibilità, la digitalizzazione, i nuovi prodotti e l’utilizzo degli accordi di libero scambio, può crescere rapidamente e competere con i migliori del mondo”.
La sostenibilità nel settore tessile
Parlando di sostenibilità, Shri Goyal ha dichiarato che il settore tessile può ridurre la pressione sull’ambiente utilizzando risorse riutilizzabili e riducendo i propri costi di produzione.
La digitalizzazione per ottimizzare l’intera catena del valore
Secondo il ministro, la digitalizzazione è un’altra area che può contribuire ad ottimizzare l’intera catena del valore del settore. Ha espresso soddisfazione per il fatto che i capitani d’industria parlino di digitalizzazione. “Nell’attuale era della tecnologia dell’informazione, ogni industria sta beneficiando di nuove tecnologie come la blockchain e altro ancora”.
Ha suggerito infine che: “L’industria dovrebbe pensare sia a prodotti di alta qualità che a prodotti elementari come cerniere e abbellimenti, che l’industria tessile indiana attualmente importa”.
T. Rajkumar, presidente della Confederazione dell’industria tessile indiana (Citi), nel suo discorso di benvenuto ha affermato che l’industria tessile globale sta assistendo a un rimescolamento dell’intera catena di fornitura, compresi i Paesi da cui proviene l’abbigliamento. Termini come “Cina plus one”, re-shoring, onshoring e altri, si sentono comunemente nelle interazioni lungo la catena del valore tessile.
Il valore delle esportazioni globali indiane
Il presidente ha affermato che il valore delle esportazioni globali di prodotti tessili e di abbigliamento si è attestato a 828 miliardi di dollari nel 2021, registrando una crescita dell’8% rispetto ai 770 miliardi di dollari dell’anno precedente.
La quota del settore tessile, dell’abbigliamento e dell’artigianato sul totale delle esportazioni indiane è stato del 10,62% nel 2021-22.
Oltre ad essere il maggior produttore al mondo di cotone e iuta, l’India è il secondo produttore di seta. Anche il segmento dei tessuti tecnici ha una quota stimata del 9-11% nel mercato globale.
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