Il costo dell’energia è cruciale per il settore energetico e per la competitiva di imprese e sostentamento dei cittadini, ma quale è la fonte a cui appellarsi? La risposta condivisa nel contesto di un trittico di tavole rotonde che si sono susseguite oggi nel corso dell’assemblea annuale di Arte a Roma è che serve un mix di fonti ma considerando anche soluzioni innovative, eolico off shore, o meno note, come la geotermia, o meno amate come il nucleare. Un mix che però non vorrebbe, ma ricade sempre e ancora sul gas almeno, in un prossimo futuro. Uno scenario che ad alcuni può non piacere ma i cui dati sono ineluttabili.
Siamo per la differenziazione, chiarisce Diego Pellegrino portavoce di Arte nel corso della video intervista a Canale Energia “non possiamo essere indietro rispetto a Spagna, Francia Germania. Questo compromesso si dovrà realizzare” auspica. Nel video il commento completo.
Nucleare posizioni a confronto
Il mix energetico non potrà fare a meno di nucleare e geotermia, secondo Luca Squeri segretario della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera.
Resta però il problema dell’effetto Nimby riflette Riccardo Zucconi – X commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera, che interessa anche gli impianti rinnovabili quindi aspettiamoci molto anche sul nucleare. Mentre per Enrico Cappelletti Commissione attività produttive alla Camera M5S tempi e modi del nucleare preoccupano come l’approccio governativo che a dire di non è seriamente condotto in chiave mix energetico perché i nuovo decreti complicano invece di semplificare.
Il nucleare oggi si può fare a 75 euro a MW/h sottolinea Giuseppe Zollino, responsabile Energia di Azione, con “Costi bassi e fissi” sottolinea. Stefano Buono fondatore e Ceo Newcleo ricorda come la struttura autorizzativa francese per stabilire una centrale nel Paese abbia un percorso molto più veloce rispetto a quello italiano. La prima centrale impiegherà cinque anni a realizzarsi una volta terminato il dibattito pubblico, mentre per le future ne sono previsti tre. Si tratta di una centrale di 200 MW elettrici “Ne basterebbero quattro per la città di Roma” spiega “In queste centrali produrremmo energia realizzando solo 1mq di rifiuti all’anno”. Si tratta di una tecnologia nota e antica da un certo punto di vista che permette di utilizzare come combustibile le scorie radioattive. Dopo la Francia il prossimo paese con cui sono stati presi accordi per quattro reattori è la Slovacchia. L’Italia non è in target al momento.
Prezzo rinnovabili e prezzo gas
Ma qual è quindi il giusto mix? Abbiamo visto come il passaggio alle fonti rinnovabili non significhi anche che in automatico il prezzo finale dell’energia scenda, questo perché come “nel complesso il sistemo costa” come ricordava nel corso dei lavori della mattinata il presidente di Arera Stefano Besseghini.
La geotermia può dare un contributo essenziale al mix energetico “arrivando a produrre il 10% al 2050 e dare sostegno anche nel recupero delle materie prime critiche con il recupero del litio” rimarca Bruno Della Vedova presidente, Unione geotermica Italiana. Per farla crescere però mancano tecnici formati e sostegni statali dedicati alla ricerca e alle esplorazioni.
Il disaccoppiamento del prezzo dell’energia si può fare abbastanza facilmente creando con le rinnovabili un meccanismo dei contratti di differenza secondo Simone Togni, presidente Anev che ricorda anche come le rinnovabili non siano solo un costo ma anche un valore di filiera industriale. “L’eolico è da sei anni esportatore di tecnologia” con impianti a Taranto in Puglia e non solo. Inoltre contribuisce alla riduzione della riduzione della CO2 e agli inquinanti atmosferici. Ricorda infine come la media europea delle spesa energetica sia di 57 euro, mentre in Italia è 60euro. Una differenza quasi irrisoria se non vi pesassero sopra il costo della vita e l’impatto delle accise.
Gas ancora centrale nel mix energetico
Quindi siamo rinnovabili? Non del tutto, o meglio non senza gas. “Il nostro Paese va a gas quando tramonta il sole” ricorda Marta Bucci presidente di Proxigas. Non solo il 2005 è stato l’anno in cui abbiamo consumato più gas in Europa “ma rispetto all’equivalente dell’anno scorso abbiamo consumato il 20% in meno. Un quadro che sarebbe positivo se non fosse che oggi produciamo in Europa 80% in meno di gas, quindi consumiamo meno ma importiamo di più, circa 300miliardi di mc.” commenta Massimo Nicolazzi presidente Isab.
Una situazione che secondo Simona Benedettini, Advisor su politica energetica e regolazione, evidenzia una destabilizzazione che continuerà fino almeno al 2026 ma che ha contribuito a mettere a fuoco un problema.
“La dinamica dei prezzi che soffriamo deriva dalle scelte europee” torna su questo la Bucci “le prospettive di crescita della domanda globale di gas sono significative. Quello che osserviamo in Italia è che nel 2024 i consumi di gas sono tornati a crescere e il trend al 2025 ha previsioni dell’8% in più. Questo succede mentre istalliamo altre fer, ma i consumi maggiori sono sul termoelettrico. Il tema è che del gas non potremo fare a meno con domanda elettrica stabile”.
Un aspetto che per come si sta delineando ha bisogno di una revisione di politica in cui ci sia connessione tra scenario energetico e scelte economiche sia legata a dati e realtà più che a ideologia dei consumi. Difatti il prezzo del gas sta prendendo una piega in salita che spaventa non poco la competitività europea e soprattutto italiana più sensibile di altri paesi alla flessione della risorsa gas come rimarca anche scenario in quanto il costo del gas sta rischiando di prendere una piega in salita in cui gli stessi americani, tra i maggiori produttori mondiali, vorrebbero tornare al carbone sottolinea Andrea Paltrinieri professore di Banking e Finance all’Università Cattolica del Sacro Cuore.”Questo comporta che non è incentivante stoccare e non sostiene picchi di domanda rischiamo così di aumentare ulteriormente costi del gas” conclude.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.